Si è conclusa l’operazione Fokus condotta dai finanzieri del Comando Provinciale di Como volta a contrastare lo spaccio di sostanze stupefacenti nelle scuole della Provincia. 14 le persone denunciate all’Autorità Giudiziaria e 3 i soggetti di nazionalità albanese tratti in arresto in flagranza di reato per traffico di sostanze stupefacenti. L’operazione è frutto delle indagini partite subito dopo l’operazione denominata Behind the Blackboard avviata, tra la fine del 2014 e l’inizio del 2015, sulla base di una segnalazione effettuata dal Dirigente Scolastico di una nota scuola comasca. Le indagini avevano accertato che lo spaccio di stupefacenti avveniva sistematicamente prima dell’inizio delle lezioni, durante gli intervalli, nonché all’uscita da scuola. Tale attività aveva già portato a denunciare alla Procura della Repubblica di Como e a quella di Milano, competente per i minori, 11 soggetti di cui 1 tratto in arresto in flagranza di reato per spaccio di sostanze stupefacenti con le aggravanti della cessione all’interno di scuole e della destinazione a minorenni. Erano stati segnalati, inoltre, alla Prefettura di Como ulteriori 11 consumatori. La quasi totalità dei 22 soggetti segnalati erano studenti, di cui 10 al di sotto della maggiore età. I successivi approfondimenti d’indagine hanno condotto all’operazione Fokus che ha permesso di ricostruire l’intera filiera dello spaccio e, quindi, smantellare una articolata rete di spacciatori da cui si approvvigionavano i pusher che si occupavano, a loro volta, di vendere lo stupefacente all’interno delle scuole o nelle immediate vicinanze. Particolarmente preziosa per lo sviluppo delle indagini è stata, anche in questo caso, la collaborazione ricevuta dai Responsabili delle Istituzioni scolastiche interessate. Al termine delle investigazioni i militari del Gruppo della Guardia di Finanza di Como hanno denunciato all’Autorità Giudiziaria 14 soggetti, tutti maggiorenni, tra cui 6 di origini albanesi e hanno tratto in arresto, in flagranza di reato, 3 soggetti di origine albanese a pochi passi dalla centralissima piazza Garibaldi di Cantù (CO). Tra i denunciati emerge una giovane ragazza comasca per il ruolo di intermediaria svolto tra gli spacciatori e gli acquirenti italiani. I baschi verdi di Como sono, infatti, riusciti, attraverso attività di pedinamento e grazie anche ai dati ricavati dell’analisi tecnica dei dispositivi elettronici e degli appunti contabili sequestrati, a ricostruire la rete dello spaccio riconducibile, secondo una ramificata filiera, a due fratelli albanesi, P.A. di 25 anni e P.A. di 22 anni. La droga, una volta lavorata, veniva rivenduta direttamente attraverso la collaborazione di intermediari per la capillare distribuzione in diverse città della provincia di Como tra cui Cantù e Capiago Intimiano. Alcuni spacciatori rifornivano i propri “clienti” anche a credito salvo poi intimidirli con la minaccia di ritorsioni qualora fossero emersi ritardi nel pagamenti dovuti. Durante le indagini è emerso l’uso da parte di alcuni degli indagati di telefoni “dedicati” esclusivamente ai contatti con il relativo “fornitore”, l’utilizzo di sim intestate a soggetti fittizi e l’impiego di appellativi al posto degli effettivi nomi, nonché il ricorso ad un linguaggio criptico nello scambio di messaggi riguardanti l’ordinazione di stupefacenti come “mi serve il copriletto” o “la lezione di yoga oggi la saltiamo” per rimandare la compravendita. L’analisi della documentazione sequestrata ha permesso alle Fiamme Gialle di ricostruire la capacità delinquenziale degli spacciatori in grado di cedere, in singole occasioni, fino a 2 Kg di sostanza stupefacente. Nel corso delle numerose perquisizioni eseguite nei confronti di tutti gli indagati coinvolti nei comuni di Como, Cantù, Capiago Intimiano, Guanzate e nelle province di Varese e Padova, sono state sequestrate diverse tipologie di stupefacente: hashish, marijuana, sostanze da taglio, un particolare estratto di cannabis, utilizzato verosimilmente per impregnare le normali sigarette, nonché cocaina, in parte ancora pura ed altra già suddivisa in dosi, occultata in contenitori contenenti riso ed in pacchetti di caramelle. Nella lista degli oggetti sequestrati rientrano bilancini di precisione, materiale per la preparazione dello stupefacente, denaro contante provento dell’attività di spaccio, carte di credito, notebook, cellulari e un’autovettura.