NON VERSA RITENUTE SU EMOLUMENTI AI DIPENDENTI: SEQUESTRATI BENI

Beni immobiliari, quote societarie e conti correnti per un valore complessivo di circa 1.500.000 euro sono stati sequestrati dai finanzieri del Nucleo Polizia Tributaria di Verona, in esecuzione di un decreto emesso dal GIP del Tribunale di Verona. Nei giorni scorsi le fiamme gialle scaligere hanno infatti dato esecuzione all’ordinanza di sequestro preventivo di beni immobili, quote societarie e diponibilità finanziarie dell’amministratore di due società veronesi operanti nel settore alimentare, responsabile del reato di omesso versamento di ritenute operate nell’anno 2012 sui compensi corrisposti ai lavoratori dipendenti. Il sequestro dei beni personali dell’imprenditore si è reso necessario in quanto le due società da lui amministrate coinvolte nel reato, sono state di recente dichiarate fallite dal Tribunale di Verona, rendendo così il patrimonio delle stesse non più “aggredibile” in quanto acquisito nell’ambito del fallimento. Tra i beni sequestrati figurano una villa, un appartamento, un box auto, 10 terreni coltivati a vigneto (tutti siti in provincia di Padova), quote di partecipazione societaria nonché 4 conti correnti. Va segnalata l’importanza, in termini di efficacia e deterrenza, che esercita lo strumento legislativo del sequestro “per equivalente” a contrasto delle forme più gravi di evasione fiscale e contributiva. Le somme non versate all’Erario dalle due società costituiscono il profitto del reato di cui all’art. 10-bis del D.Lgs. 74/2000 e, in relazione ad esso, una norma della Finanziaria 2008 (oggi inclusa nel nuovo articolo 12-bis del citato Decreto) prevede come obbligatoria la confisca diretta del profitto del reato, ovvero, quando essa non sia possibile – come in questo caso, essendo state le due società dichiarate fallite – la confisca “per equivalente” di beni di cui il reo abbia la disponibilità per un valore corrispondente al profitto stesso. Continua quindi l’attività della Guardia di Finanza per il contrasto ad ogni forma di evasione, sia fiscale che contributiva, tutelando gli imprenditori onesti e l’economia sana del Paese.