Corruzione: arrestato il sindaco di Lonate Pozzolo

Il Nucleo Investigativo del Comando Provinciale Carabinieri di Varese ha dato esecuzione ad un’ordinanza applicativa di misura cautelare personale emessa dal G.I.P. del Tribunale di Busto Arsizio – su richiesta di quella Procura della Repubblica – nei confronti del Sindaco del Comune di Lonate Pozzolo (VA), del fratello del Sindaco (titolare di uno studio di progettazione immobiliare), della convivente del Sindaco (architetto, assessore con delega all’Urbanistica e l’Ambiente nel Comune di Gallarate), nonché di quattro imprenditori della zona di Lonate Pozzolo – Busto Arsizio. Contestualmente, militari del Gruppo della Guardia di Finanza di Busto Arsizio e della Compagnia di Gallarate hanno eseguito 17 perquisizioni presso le abitazioni degli indagati, nonché nei locali del comune di Busto Arsizio e di Gallarate e in uffici di società di consulenza e progettazione siti in Pavia, Lonate Pozzolo e Gallarate. Nel corso dell’attività è stata sequestrata un’ingente mole di documenti che saranno analizzati nei prossimi giorni. Inoltre, le fiamme gialle – a seguito dell’esame della documentazione bancaria acquisita nel corso delle indagini – hanno consentito all’Autorità Giudiziaria l’emissione di apposito decreto di sequestro preventivo per equivalente finalizzato alla confisca, per un importo pari a circa 110.000 euro, quale provento della condotta illecita. La misura cautelare adottata prevede la custodia cautelare in carcere per il Sindaco (ritenuto responsabile di tentata concussione, abuso d’ufficio e corruzione), gli arresti domiciliari per il fratello del primo cittadino (accusato di corruzione) e per due imprenditori del luogo (indagati come corruttori), l’obbligo di presentazione alla p.g. per la convivente del Sindaco (responsabile di corruzione in concorso) e per i restanti due imprenditori (indagati sempre come corruttori). Il provvedimento costituisce l’esito di un’attività d’indagine avviata nel febbraio 2016 dalla Procura della Repubblica di Busto Arsizio, in seguito alle dichiarazione rese dal Comandante dalla Polizia Locale dell’Unione dei Comuni di Lonate Pozzolo – Ferno – Vizzola Ticino. La dirigente aveva denunciato direttamente a quell’Autorità Giudiziaria di essere sottoposta a continue pressioni da parte del Sindaco di Lonate Pozzolo, volte a indurla ad astenersi dal reprimere abusi edilizi che avrebbero potuto coinvolgere i suoi interessi. Il magistrato titolare dell’indagine ha delegato ai Carabinieri una serie di attività tecniche che hanno visto i militari impegnati in mesi di ascolto di intercettazioni telefoniche ed ambientali, dalle quali è emerso che il Sindaco, abusando della sua posizione: – tentava di costringere il Comandante della Polizia Locale – minacciando di togliere il comando – ad intervenire su due suoi sottoposti i quali a loro volta, rilevando alcune irregolarità commesse nel realizzare un capannone industriale, avevano denunciato il fratello del primo cittadino, progettista e direttore dei lavori; operava un’ingerenza costante, sistematica e diretta nei confronti del responsabile e dei dipendenti dell’ufficio tecnico del Comune di Lonate Pozzolo, e una gestione personale e diretta, in sostituzione del fratello e con la piena complicità di quest’ultimo, di ogni aspetto, documentale e sostanziale, relativo alle pratiche d’interesse; – agli imprenditori che si rivolgevano a lui direttamente, o tramite lo studio di progettazione immobiliare gestito formalmente dal fratello, ma da lui amministrato di fatto – in palese conflitto di interesse – assicurava illegittimi permessi di costruire in sanatoria, autorizzazioni ad eseguire lavori di ampliamento e ristrutturazioni di immobili, acquisizione di terreni agricoli dei quali avrebbero fatto moltiplicare il valore (intervenendo sulla redazione del nuovo piano di governo del territorio, che ne avrebbe mutato la destinazione d’uso da agricoli a produttivi), agevolazioni nell’individuazione di terreni da adibire a parcheggi di autovetture per i passeggeri in transito dall’aeroporto di Milano Malpensa. I “favori” in questione sarebbero stati accordati nella maggior parte dei casi dopo il pagamento di somme di denaro da parte degli imprenditori coinvolti (colpiti da misura cautelare in qualità di corruttori) o dietro la corresponsione di beni o altre utilità, compresa l’assegnazione di incarichi di collaudo e progettazione delle opere alla sua convivente ed allo studio del fratello. – Le minacce sopra menzionate, prospettate al Comandante della Polizia Locale, hanno poi trovato effettivo riscontro quando, a decorrere dal 1° gennaio di quest’anno, non le è stato rinnovato il contratto ed è stato nominato quale nuovo responsabile un commissario assunto ad hoc, personalmente individuato dal Sindaco e dal Segretario Comunale. Per tale vicenda i tre sono indagati, in concorso, per abuso d’ufficio.