La Procura della Repubblica ha delegato i militari del Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Catania, all’esecuzione di un provvedimento di sequestro preventivo, emesso dal G.I.P. presso il Tribunale etneo, nei confronti della Fondazione Istituto Oncologico del Mediterraneo (in breve Fondazione IOM) con sede in Viagrande (CT), per un importo complessivo di 4.210.314 euro. Risultano indagati tre soggetti, di cui due componenti del management della Fondazione, per “Malversazione a danno dello Stato” ex art 316 bis del codice penale e uno, rappresentante di una ulteriore società collegata ai prefati soggetti, per “impiego di denaro, beni o utilità di provenienza illecita” ex art 648 ter c.p. Tale somma, percepita dall’ente di ricerca nell’ambito di un progetto cofinanziato dall’Unione Europea e dal Ministero dell’Istruzione, Università e Ricerca, è stata erogata per la realizzazione di un immobile e l’acquisto di macchinari da impiegare per la ricerca scientifica nel campo oncologico. Le investigazioni, avviate nell’ambito di più ampie attività condotte nel settore dell’antiriciclaggio e del contrasto agli sprechi di risorse pubbliche, hanno consentito di accertare che i fondi percepiti sono stati impiegati in operazioni di speculazione finanziaria, ovvero trasferiti sui conti correnti di ulteriori società riconducibili ai medesimi indagati, al fine di ripianare situazioni di deficit aziendale. Come detto, il contributo è stato erogato per la creazione di un struttura di eccellenza, effettivamente realizzata da parte della Fondazione, volta alla ricerca scientifica nel settore oncologico. Con i soldi del contributo è stato inoltre acquistato un “acceleratore lineare” – macchinario all’avanguardia per i trattamenti radioterapici – destinato alla ricerca e alla sperimentazione dei nuovi protocolli nel campo oncologico. Durante la costruzione dello stabile della Fondazione, è stata realizzato un ulteriore edificio, attiguo e comunicante a quello del prefato ente di ricerca, facente capo alla REM Radioterapia Srl; quest’ultima società, accreditata presso il servizio sanitario regionale, è riconducibile ai medesimi indagati. Le investigazioni hanno consentito, infatti, di accertare che la struttura della Fondazione IOM, è stata utilizzata anche per il potenziamento delle prestazioni specialistiche rese dalla società REM e per le quali, successivamente, è stato richiesto indebitamente il rimborso all’Azienda Sanitaria. Dai riscontri effettuati è emerso che in un periodo inferiore a sei mesi sono stati erogati dal servizio sanitario, oltre 600mila euro di prestazioni eseguite con il macchinario acquistato con fondi pubblici per essere destinato alla ricerca scientifica. È stato infatti accertato che presso la sede della Fondazione IOM erano presenti figure professionali facenti capo alla REM, impegnate nell’espletamento di prestazioni specialistiche. Le approfondite indagini hanno quindi consentito di sequestrare gli importi conseguiti illecitamente mediante l’aggiudicazione del progetto, evitando, però, che un centro di eccellenza potesse interrompere la propria operatività al servizio della collettività.