SCOPERTE FATTURE PER OPERAZIONI INESISTENTI PER 500 MILA EURO

L’attività di polizia economico-finanziaria, condotta dai militari del Nucleo PEF della Guardia di Finanza di Trieste, nei confronti di una società operante nel settore della ricerca di personale per sfilate di moda e spettacoli vari, ha consentito di svelare un articolato stratagemma contabile basato sul sistema della contabilizzazione di fatture per operazioni inesistenti per il complessivo importo di quasi 500 mila euro. In relazione all’attività amministrativa ed alle conseguenti indagini sotto l’egida della Procura della Repubblica presso il Tribunale di Trieste è stato eseguito il sequestro di somme di denaro per oltre 230 mila euro, rinvenute su un conto corrente aperto presso una banca del capoluogo giuliano. Gli effetti di questi artificiosi meccanismi fraudolenti posti in essere dagli spregiudicati imprenditori, hanno permesso alla società di ottenere illeciti vantaggi fiscali conseguiti mediante l’abbattimento della base imponibile su cui calcolare le imposte da versare. L’evasione fiscale realizzata in tal modo ha creato non solo generica negatività per il sistema fiscale, ma anche un’ingiusta posizione favorevole nella concorrenza tra le imprese del settore. Non v’è dubbio, infatti, che il “risparmio” derivante dai minori oneri fiscali permette di offrire prezzi economicamente più vantaggiosi a totale discapito degli altri soggetti economici che operano nella legalità. Gli approfondimenti delegati dall’Autorità Giudiziaria triestina al termine delle operazioni di verifica fiscale, hanno permesso di acclarare, tra l’altro, come le ditte individuali emittenti i documenti oggettivamente falsi fossero da ricondurre a soggetti economici che – seppur formalmente operanti in Veneto – di fatto erano privi di sede aziendale e/o di documenti contabili e fiscali. In capo agli amministratori sono state delineate fattispecie penali per reati tributari, per evasione d’imposta per gli anni dal 2012 al 2015, e sempre nei loro confronti è stato operato un sequestro preventivo di oltre 230 mila euro di denaro contante, rinvenuto nella piena disponibilità dei responsabili, su un conto corrente bancario intestato alla società.