
È accusato di aver trasportato 47 migranti su una barca in legno di dieci metri, in precarie condizioni di galleggiabilità, palesemente inadatta ad effettuare la traversata, con grande pericolo per la loro incolumità, fino al rischio della vita.
Al termine di un’attività investigativa coordinata dalla Procura della Repubblica di Agrigento, l’uomo è stato arrestato ed è finito in carcere con l’accusa di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina e resistenza a pubblico ufficiale.
Alle accuse si aggiungono le aggravanti di aver procurato l’ingresso sul territorio nazionale di oltre cinque persone, di averli esposti a pericolo per la loro vita o per la loro incolumità e di aver agito allo scopo di trarne profitto, nonché del reato di resistenza a pubblico ufficiale per aver ostacolato le operazioni di soccorso.
Durante l’indagine, condotta dai poliziotti del Servizio centrale operativo, delle Sisco (Sezioni investigative del servizio centrale operativo) di Palermo e della Squadra mobile di Agrigento, insieme ai militari della Guardia costiera e della Sezione operativa navale di Lampedusa della Guardia di finanza, l’indagato è stato individuato da diversi migranti come scafista responsabile della traversata.
Le operazioni di soccorso sono state rese difficoltose dal comportamento del trafficante che non ha ottemperato all’ordine di fermare la navigazione impartito dall’unità navale della Guardia di finanza, versando su sé stesso, sull’imbarcazione e sui migranti, una tanica di benzina, al fine di ostacolare le operazioni di soccorso, minacciando inoltre il finanziere che, se non si fosse allontanato, avrebbe dato fuoco a tutti.