Un giro di affari che supera il milione e mezzo di euro quello scoperto dalla Guardia di Finanza di Viterbo, nell’ambito di un’indagine coordinata dalla locale Procura della Repubblica nel settore degli appalti, per l’affidamento dei servizi di raccolta di rifiuti urbani e manutenzione del verde pubblico nel Comune di Oriolo Romano (VT).
Gli accertamenti eseguiti si sono conclusi con la denuncia di un funzionario dello stesso Comune che, nello svolgimento degli incarichi d’istituto per la concessione dei citati servizi in appalto, in violazione della normativa di settore, avrebbe consentito, in maniera ingiustificata, una serie di affidamenti diretti, reiterati per alcuni anni, anziché attuare l’ordinaria procedura di indizione di una gara pubblica. L’indagine, durata un anno, ha avuto origine dall’acquisizione di alcuni documenti presso il Comune di Oriolo Romano, finalizzata a verificare la corretta gestione di fondi pubblici da parte del citato ente locale. In tale ambito, le Fiamme gialle viterbesi hanno passato al vaglio la documentazione sugli appalti, constatando che alcuni di essi erano scaduti da tempo e prorogati più volte, in assenza di nuovi bandi. In sostanza, pur dovendo assicurare la continuità del servizio pubblico, gli affidamenti diretti e reiterati negli anni alle stesse aziende per la raccolta di rifiuti e la manutenzione del verde pubblico, per un valore complessivo di circa 1,6 milioni di euro, avrebbero concretato una violazione dei principi di trasparenza e concorrenza in materia di affidamento di pubblici contratti e concessioni.
A conclusione dell’operazione, nei giorni scorsi, i finanzieri del dipendente Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria, su richiesta della Procura della Repubblica di Viterbo, hanno notificato un avviso di conclusione delle indagini preliminari nei confronti di un responsabile del comune di Oriolo Romano, contestando la condotta di abuso di atti d’ufficio, per violazione della normativa in materia di appalti, per aver procurato un potenziale vantaggio patrimoniale alle imprese destinatarie degli affidamenti diretti. Tale condotta è stata anche segnalata alla Corte dei Conti per valutare l’eventuale danno erariale connesso alla irregolare procedura.