ARRESTI PER LA “SVENDITA” DA PARTE DI SOCIETA’ PUBBLICHE DI PARTECIPAZIONI E CREDITI PER OLTRE 64 MILIONI DI EURO.
I Finanzieri del Comando Provinciale di Roma, all’esito di indagini coordinate dalla locale Procura della Repubblica, hanno dato esecuzione a un’ordinanza di custodia cautelare emessa dal G.I.P. del Tribunale capitolino nei confronti di 4 soggetti, ritenuti responsabili del reato di peculato ai danni delle “società di scopo” – come tali aventi natura pubblicistica –LIGESTRA S.r.l. e LIGESTRA DUE S.r.l., entrambe controllate da FINTECNA S.p.a. e appositamente costituite per la cessione dei patrimoni di società in liquidazione coatta amministrativa che facevano parte dei gruppi EFIM e ITALTRADE o erano riconducibili a Enti soppressi.
Nella mattinata odierna sono stati condotti in carcere: – Riccardo TADDEI, classe 1958, romano, già direttore generale di FINTECNA S.p.a. e presidente del Consiglio di Amministrazione della LIGESTRA DUE S.r.l.; – Vincenzo Eugenio DI GREGORIO, classe 1953, genovese, amministratore delegato della SAGEST S.p.a., mentre sono finiti agli arresti domiciliari: – Alessandro LA PENNA, classe 1953, romano, già amministratore delegato della LIGESTRA S.r.l. e consigliere delegato della LIGESTRA DUE s.r.l.; – Domenico ZAMBETTI, classe 1945, barese, già collaboratore a contratto della LIGESTRA S.r.l.
L’indagine trae origine dalle risultanze di un’attività ispettiva svolta dall’Unità di Informazione Finanziaria della Banca d’Italia nei confronti di un istituto di credito, dalla quale erano emerse anomalie nella gestione e riscossione di crediti delle “società di scopo” sopra menzionate.
Gli investigatori del Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria di Roma hanno accertato che gli indagati, i quali non fanno più parte degli organi direttivi delle imprese pubbliche, hanno acquistato partecipazioni societarie e crediti a condizioni tanto vantaggiose per la parte acquirente, quanto assolutamente diseconomiche per le società cedenti, a vantaggio del solo imprenditore DI GREGORIO. Quest’ultimo ha avuto accesso al patrimonio di informazioni riguardanti il vasto portafoglio di società acquisite dalle LIGESTRA, potendo in tal modo valutare l’appetibilità di eventuali operazioni di acquisizione, sfruttando due contratti di consulenza e collaborazione conclusi con le due “società di scopo”.
Osserva il Giudice che accordi così congegnati appaiono caratterizzati da un’intrinseca posizione di conflitto, incompatibile con lo scopo dichiarato di soddisfare l’interesse esclusivo delle LIGESTRA. Una delle progettualità illecite più rilevanti è riferibile a una di serie di operazioni attraverso le quali LIGESTRA è stata privata, in concreto, di una partecipazione in SAFIM FACTOR S.p.a. (ex gruppo EFIM) poco prima che quest’ultima – circostanza nota agli indagati – diventasse titolare di un credito pari a circa 40 milioni di euro in virtù del favorevole esito di un contenzioso. Anche grazie alle indagini tecniche esperite, è stato possibile impedire la riscossione del credito milionario da parte di DI GREGORIO, oggetto di sequestro disposto in via d’urgenza dalla Procura della Repubblica di Roma alla fine del 2016 e poi confermato nei vari gradi di giudizio (la Corte di Cassazione si è espressa in via definitiva nel luglio 2017). La sottoscrizione dei contratti “capestro” è stata resa possibile, oltre che dalla connivenza degli indagati e dai ruoli chiave rivestiti da ciascuno, soprattutto dalla stretta amicizia, risalente nel tempo, tra TADDEI e DI GREGORIO, tale da portarli ad aprire un sito web in cui, celandosi dietro i nomignoli di “CRIC & CROC”, si sono attribuiti i ruoli di “Responsabile Acquisti-legale-contrattualistica-controllo gestione, …, Partner di Croc” (TADDEI) e “Irresponsabile Vendite, Creatività-Corruzione-Immagine-Compulsive Buyer, Partner di Cric” (DI GREGORIO). Oltre ai 4 soggetti destinatari delle misure cautelari, sono indagate, per un danno patrimoniale complessivo di oltre 64 milioni di euro, altre 9 persone