A Bari, sono stati oltre mille i poliziotti che questa mattina hanno eseguito 137 misure cautelari nei confronti di persone appartenenti o collegate all’organizzazione mafiosa Parisi – Palermiti, ritenuti i responsabili di estorsioni, porto e detenzione di armi, spaccio di droga, turbata libertà degli incanti, estorsioni collegate a manifestazioni sportive e ingerenza elettorale, tutti reati aggravati dal metodo mafioso.
Nel corso dell’operazione, condotta dagli investigatori della Squadra mobile di Bari e del Servizio centrale operativo della Polizia di Stato, sono state condotte in carcere 110 persone, 25 sono state sottoposte agli arresti domiciliari mentre, nei confronti di altri 2 indagati sono state applicate delle misure alternative alla detenzione.
Durante le indagini, durate oltre 8 anni, sono state documentate le attività dell’organizzazione mafiosa, come ad esempio le cerimonie di affiliazione, mutuate da quelle di stampo ‘ndranghetistico, le estorsioni consumate, le ingenti disponibilità di armi e le ingerenze dei criminali in diversi settori della vita sociale ed amministrativa del territorio, che hanno portato a pesanti interferenze nei confronti di alcune società sportive, tanto da alterare gli esiti di due incontri di calcio dei campionati di promozione e eccellenza.
In particolare, durante le elezioni del sindaco di Bari del 2019, grazie ai voti indirizzati dall’organizzazione criminale era stato eletto un consigliere comunale a loro fedele.
Le infiltrazioni dell’associazione nei settori della vita amministrativa e politica della zona arrivavano fino ad avere rappresentanti in una società partecipata comunale, in una nota società automotive e, soprattutto. Il clan poteva inoltre fare affidamento su un ex consigliere regionale e sua moglie, attualmente consigliere comunale di Bari, entrambi arrestati durante l’operazione.
Nelle perquisizioni effettuate dagli investigatori nel corso delle indagini sono state sequestrate 30 armi da fuoco, tra pistole e mitragliatrici, 3 silenziatori e oltre 700 cartucce, stupefacenti, somme di denaro con arresti in flagranza e, grazie alle attività di intercettazione e osservazione, è stato possibile sventare un progetto di omicidio.
Contestualmente ai provvedimenti cautelari personali sono stati eseguiti sequestri patrimoniali nei confronti di 16 persone indagate, per un valore di circa 20 milioni di euro, tra capitali, immobili, autovetture e beni di lusso.