Bari – Su delega della Procura della Repubblica presso il Tribunale di Trani, Finanzieri della Tenenza di Molfetta e dei Reparti dipendenti dal Gruppo Barletta, coadiuvati da altro personale del Comando Provinciale di Bari, hanno dato esecuzione, nelle province di Bari, Barletta-Andria-Trani e Foggia, a un’ordinanza applicativa di misure cautelari personali, emessa dal G.I.P. presso il Tribunale di Trani. I destinatari dell’ordinanza sono, complessivamente, sedici, di cui dieci sottoposti alla custodia cautelare in carcere e sei alla misura degli arresti domiciliari.
Tra i soggetti attinti da misura figurano l’ex assessore ai lavori pubblici, una consigliera comunale (nel frattempo dimessasi dalla carica) e un funzionario del Comune di Molfetta (tutti sottoposti alla custodia cautelare in carcere) nonché diversi imprenditori, indagati per molteplici ipotesi di corruzione oltre ad altre tipologie di reato. Il provvedimento costituisce l’epilogo di una complessa indagine di polizia giudiziaria, effettuata dalla Tenenza della Guardia di Finanza di Molfetta attraverso l’esecuzione di appostamenti, pedinamenti e intercettazioni telefoniche ed ambientali. L’inchiesta ha messo in luce un sistema basato su accordi corruttivi tramite i quali svariati appalti pubblici del Comune di Molfetta venivano affidati da pubblici ufficiali “compiacenti”, a una cerchia ristretta di imprenditori, in cambio di denaro e altre utilità (smartphone, computer e lavori privati).
Numerosi gli appalti finiti sotto la lente degli investigatori: i lavori di riqualificazione delle strade (asfalti e basolati) e delle piazze “Immacolata” e Aldo Moro”, la messa in sicurezza delle ciminiere dell’ex cementificio, la progettazione del nuovo teatro comunale, la ricostruzione della scuola per l’infanzia “Gianni Rodari”, i lavori di riqualificazione della biblioteca comunale e della “Cittadella degli Artisti”, la realizzazione del nuovo stadio di atletica leggera. La sistematicità delle condotte delittuose è emersa anche dalle modalità relative al pagamento delle “tangenti”, documentate con operazioni di intercettazioni ambientali audio-video: l’imprenditore di turno, una volta salito a bordo dell’autovettura del funzionario arrestato, senza proferire parola, lasciava la busta con i soldi all’interno del vano portaoggetti o nelle mani del medesimo. Singolare il fatto che le condotte siano state poste in essere anche durante il primo lockdown nazionale.
Gli elementi investigativi raccolti hanno consentito di acquisire forti elementi probatori, sulla base dei quali sono state iscritte, nel registro degli indagati, complessivamente, trentaquattro persone fisiche. Inoltre, è stato possibile iscrivere anche sette persone giuridiche, affidatarie degli appalti, in quanto prive di un modello di organizzazione idoneo a prevenire la commissione di reati, così come richiesto dal decreto legislativo nr. 231/2001. La presente operazione costituisce un’ulteriore testimonianza del costante presidio alla legalità esercitato dalla Procura, in stretta sinergia con la Guardia di Finanza, e per la repressione della corruzione nel sistema di gestione degli appalti pubblici, premessa indispensabile per la ripresa economica, messa a dura prova anche dalla persistente emergenza epidemiologica.
In tali contesti, la Guardia di Finanza, quale forza di polizia con competenza generale in materia economico – finanziaria, rappresenta un punto di riferimento per gli imprenditori rispettosi delle regole nella lotta a forme di concorrenza sleale, con evidenti ritorni anche dal punto di vista occupazionale, delle entrate fiscali e della qualità ed economicità delle offerte, valorizzando anche i profili di meritocrazia, requisito che deve essere alla base delle aggiudicazioni degli appalti pubblici.