A Catania, i poliziotti della Squadra mobile, coordinati dal Servizio centrale operativo della Direzione centrale anticrimine della Polizia di Stato, hanno eseguito un’ordinanza di misura cautelare nei confronti di 25 persone per i reati di associazione di tipo mafioso, estorsione, usura, porto e detenzione illecita di armi da sparo, lesioni personali aggravate dall’uso di armi da sparo, tutti reati aggravati dalla finalità di agevolare l’associazione mafiosa di appartenenza.
I criminali facevano parte delle frange di Santapaola ed Ercolano che compongono la storica “famiglia” catanese di Cosa Nostra.
Le indagini condotte con l’utilizzo di intercettazioni telefoniche, ambientali e telematiche, hanno evidenziato come gli affiliati della frangia Ercolano, divisi in due sottogruppi, il gruppo della Stazione e quello di Cibali, facessero capo ad un ergastolano che, nonostante la detenzione, esercitava potere decisionale ed impartiva precise disposizioni oltre a stabilire il riassetto dei ruoli di comando nei due gruppi.
Il ruolo di vertice della frangia Santapaola invece era ricoperto da un uomo che preferiva operare nell’ombra seguendo un rigoroso modus operandi che ne assicurasse la riservatezza e la distanza dalle posizioni più strettamente operative e quindi esposte al rischio di indagini.
Per questo aveva delegato un affiliato come “referente operativo” con il compito di coordinare l’operato dei vari gruppi cittadini e di pensare al sostentamento economico dei principali esponenti della famiglia mafiosa detenuti in carcere.
Durante l’attività sono state sequestrate diverse armi in dotazione al gruppo mafioso, tra cui 5 pistole, un fucile a pompa ed un fucile a canne mozzate.
Dei 25 sottoposti a misure 18 sono finiti in carcere, 5 agli arresti domiciliari e 2 hanno ricevuto l’obbligo di dimora.