Catania – Eseguita la misura di prevenzione patrimoniale del sequestro di beni ai fini della confisca, emessa dal Tribunale di Catania, nei confronti di padre e figlio, entrambi esponenti di spicco della consorteria mafiosa dei “Cappello”.
Il provvedimento è stato emesso, ai sensi della normativa antimafia, dal Tribunale di Catania, su proposta formulata congiuntamente dal Procuratore della Repubblica e dal questore del capoluogo etneo.
L’indagine patrimoniale della Divisione anticrimine e della Squadra mobile, che ha riguardato l’ultimo decennio, ha fatto emergere una marcata sproporzione tra la complessiva situazione reddituale dei due familiari e il patrimonio direttamente o indirettamente posseduto.
La confisca ha riguardato 5 immobili, tra cui una lussuosa villa in località Ippocampo di Mare, un maneggio abusivo, 7 rapporti finanziari e 2 imprese individuali commerciali, di cui una nel settore della torrefazione e nel commercio del caffè e un’altra nel settore del commercio dei fiori, esercitata con stazionamento permanente nell’area antistante il cimitero monumentale di Catania. Il valore dei beni sequestrati è stimato in 2 milioni e mezzo di euro.
Il provvedimento è inerente alla loro “pericolosità sociale” per gli innumerevoli precedenti di polizia e condanne definitive anche per associazione mafiosa.
Il capo famiglia è detenuto dal gennaio 2017 quando, nell’ambito dell’operazione “Penelope”, era stato arrestato dalla Squadra mobile di Catania, insieme ad altre 31 persone.
Nel 2021 anche il figlio è stato arrestato insieme ad altre 16 persone, durante l’operazione “Minecraft” e recentemente condannato a 20 anni di carcere.