I finanzieri del Comando Provinciale di Livorno hanno concluso una specifica progettualità, con il coordinamento e l’indirizzo del sovraordinato Comando Regionale Toscana, finalizzata a contrastare l’evasione fiscale nel settore immobiliare.
445 sono state le irregolarità emerse a carico di altrettante persone fisiche/giuridiche. Tre le direttrici sulla cui base sono state svolte le attività ispettive: La prima è consistita nell’individuare eventuali “residenze fittizie”, anche ai fini del contrasto all’evasione dei tributi locali. All’esito dei controlli svolti, è stata segnalata ai competenti Enti locali una base imponibile ai fini I.M.U. sottratta a tassazione, determinata mediante il valore catastale delle unità immobiliari, pari ad oltre 24 milioni di euro, da cui è derivata un’imposta evasa stimata in circa 1,1 milioni di euro, cui applicare interessi e sanzioni. In tale ambito, presso gli uffici tributi di numerosi Comuni della provincia labronica, sono stati rilevati i nominativi dei cittadini che, sebbene “anagraficamente” ivi residenti, avevano espressamente richiesto che i bollettini di pagamento della tassa sui rifiuti o di altre imposte comunali fossero recapitati presso un indirizzo diverso da quello di dichiarata residenza. Successivamente, tramite consultazione delle banche dati disponibili, oltre a riscontrare la congruità dei consumi delle relative utenze con l’uso dichiarato, si è proceduto a rilevare se l’indirizzo di domiciliazione fornito coincidesse con quello di residenza del coniuge o di altro prossimo congiunto nonché ad individuare il luogo di esercizio dell’attività lavorativa del soggetto e ad acquisire ogni ulteriore notizia di interesse (ad esempio, omessa richiesta di un medico di base nel distretto sanitario livornese), anche mediante l’effettuazione di mirati sopralluoghi ed interviste. Rosignano Marittimo, Cecina, Castagneto Carducci, Bibbona, Sassetta, San Vincenzo, Suvereto, Portoferraio, Capoliveri, Rio, Marciana e Capraia Isola sono stati i Comuni presso i quali sono state complessivamente individuate 235 persone le quali, al fine di usufruire indebitamente delle agevolazioni in materia di tributi locali, avevano dichiarato di essere ivi residenti mentre, di fatto, sono risultate risiedere in altre località, unitamente ai propri congiunti. Tra le “fittizie residenze” individuate, si segnala, a titolo esemplificativo, quella relativa ad una villa di pregio con sedici vani e relative pertinenze, sita nella frazione di Castiglioncello, del valore catastale di 450.000 euro ma dal valore di mercato di ben oltre un milione di euro, di fatto utilizzata esclusivamente dai proprietari nel solo periodo estivo. Particolarmente prezioso, in tale contesto, è risultato essere stato il contributo fornito dagli uffici comunali interessati che, nella maggior parte dei casi, hanno già provveduto ad emettere i conseguenti avvisi di accertamento per il recupero dei tributi evasi, anche con riferimento alla tassa sulla raccolta e smaltimento dei rifiuti urbani che dovrà essere, conseguentemente, rideterminata. La seconda direttrice su cui si sono incentrate le attività ispettive ha avuto la finalità di A tal fine, sempre presso i diversi Enti locali, sono stati richiesti ed acquisiti i dati relativi ai cittadini proprietari di più immobili sul territorio comunale. Successivamente si è proceduto a verificare la reale destinazione degli appartamenti non risultanti “abitazioni principali”, mediante l’analisi dei dati concernenti i consumi delle relative utenze (acqua, gas, luce), al fine di riscontrarne la congruità rispetto all’uso dichiarato. In molteplici casi sono stati effettuati anche mirati sopralluoghi presso le suddette unità abitative, invitando le persone ivi presenti a dichiarare a che titolo occupassero le stesse. Presso i Comuni che avevano istituito apposite zone a traffico limitato ovvero zone di particolare rilievo urbano, sono stati richiesti i nominativi di coloro che, per la stagione estiva, avevano richiesto i pass di accesso per motivi di lavoro o di domicilio, in qualità di conduttori di unità immobiliari locate. Tali soggetti sono stati destinatari di appositi questionari con cui sono stati invitati a fornire notizie in ordine al rapporto di lavoro ovvero alla locazione immobiliare, sulla base di quanto dagli stessi dichiarato a suo tempo per la richiesta dei pass. individuare unità immobiliari concesse in locazione, ancorché per brevi periodi, per le quali non fossero stati dichiarati, in tutto o in parte, i relativi canoni percepiti. In taluni casi si è proceduto alla diretta audizione degli interessati. All’esito delle risposte fornite, tramite banche dati, è stata riscontrata la regolarità/effettività o meno del rapporto di lavoro ovvero l’avvenuta o meno registrazione dei contratti di locazione e dichiarazione dei relativi canoni, procedendo, se del caso, alle relative constatazioni. Analoghe attività di controllo sono state avviate nei confronti di agenzie immobiliari di primaria importanza, nel corso delle quali sono stati rilevati i dati della clientela che aveva fruito dei servizi di mediazione connessi alle locazioni di unità abitative, suscettibili di successivi approfondimenti finalizzati a riscontrare la corretta dichiarazione dei canoni percepiti. Si è, inoltre, proceduto al monitoraggio attento e sistematico dei molteplici siti internet che pubblicizzano offerte/richieste di locazioni immobiliari e alla successiva analisi dei dati acquisiti. Le diverse incongruenze emerse hanno reso necessari ulteriori approfondimenti che, in molti casi, sono consistiti in audizioni degli utilizzatori degli appartamenti individuati. 144 sono i proprietari di unità immobiliari (ubicate a Livorno, Rosignano Marittimo, Cecina, Castagneto Carducci, San Vincenzo, Campiglia Marittima, Piombino, Portoferraio, Campo nell’Elba, Capoliveri, Rio, Marciana e Marciana Marina), residenti nella provincia labronica, che pur avendo regolarmente percepito canoni di locazione per circa 1,7 milioni di euro, hanno omesso di dichiararli al Fisco, mentre per ulteriori 54 contribuenti residenti fuori dalla provincia di Livorno, resisi responsabili della medesima condotta, sono stati interessati i Reparti del Corpo competenti per territorio, per canoni non dichiarati, in quest’ultimo caso, di oltre 500.000 euro. Gli immobili complessivamente locati in nero sono stati 209. Tra i casi sopra evidenziati, è stata riscontrata, inoltre, la fittizietà di contratti aventi solo formalmente la natura di “comodato d’uso”, mentre dagli usuari era stato corrisposto un canone di locazione in “nero” per complessivi 170.000 euro. Le attività poste in essere ai fini del recupero delle imposte sui redditi per “affitti in nero” potranno avere riflessi, naturalmente, anche in ordine all’imposta di soggiorno, ove prevista. La terza “direttrice” è consistita nell’individuare eventuali vendite immobiliari con corrispettivi maggiori rispetto a quelli dichiarati in sede di rogito notarile. A tal fine, si è proceduto ad analizzate le compravendite immobiliari di maggior pregio, con riferimento ai corrispettivi dichiarati dalle parti, tenuto anche conto di realtà immobiliari analoghe nelle medesime zone (eventualmente attingendo ai dati di interesse dalle banche dati in uso al Corpo): sulla base di tali dati iniziali, sono state svolte interviste e/o più approfonditi controlli. In tale ambito, a seguito di attività ispettive condotte nei confronti di aziende operanti nel comparto delle costruzioni di edifici e compravendite immobiliari, sono state rilevate