Padova: cooperativa sfruttava stranieri senza alcuna retribuzione

Padova – Sfruttava come operai i migranti ospiti di un centro di accoglienza straordinaria, nella cooperativa di cui era presidente.

La sede delle due cooperative, quella che si occupava dei migranti e quella dove invece gli stessi venivano impiegati nelle attività di assemblaggio ed etichettatura, erano nello stesso capannone a Vigonza in provincia di Padova.

Il presidente della cooperativa, un uomo di 48 anni, è stato denunciato dai poliziotti della Squadra mobile per caporalato, estorsione e violazione delle norme sull’immigrazione e la cooperativa stessa è stata sequestrata.

Le due cooperative erano praticamente riconducibili alla medesima persona, oggi indagata: una erogava servizi di ospitalità e il denaro del pocket money grazie all’appalto con la Prefettura, l’altra si occupava di gestire uno stabilimento nel quale si effettuavano attività di stoccaggio di merci.

In quest’ultimo, almeno 19 stranieri venivano impiegati irregolarmente senza presidi antinfortunistici, in condizioni di alloggio precari, con carenza di medicine, cibo e vestiario. Sfruttando lo stato di soggezione dei migranti, il presidente della cooperativa faceva firmare accordi aventi ad oggetto un “patto formativo di inclusione sociale” a titolo di “volontariato” senza alcuna retribuzione.

Lo sfruttamento era accompagnato anche a forme di ricatto legate alla distribuzione del pocket money e alla trattazione delle pratiche di regolarizzazione presso la questura di Padova con iter più o meno rapidi, a seconda della disponibilità fornita dal singolo migrante.

Nella cooperativa erano assunti anche stranieri già espulsi dall’Italia e rientrati clandestinamente.