Palermo – I finanzieri del Comando Provinciale Palermo hanno eseguito un’ordinanza emessa dal G.I.P. presso il Tribunale alla sede (su richiesta della locale Procura della Repubblica), con cui sono state disposte misure interdittive nei confronti di 12 soggetti e il sequestro preventivo di beni e di disponibilità finanziarie per oltre 7 milioni di euro nei riguardi di 21 società (e, per equivalente, dei relativi rappresentanti legali e di fatto).
Le indagini, condotte dal Nucleo di Polizia Economico – Finanziaria di Palermo, hanno consentito di disvelare l’operatività di un gruppo criminale promosso da due soggetti palermitani e dedito principalmente alla commissione di frodi ai danni dell’I.N.P.S. e dell’Erario.
Secondo la ricostruzione compiuta dalle Fiamme Gialle, la truffa in danno dell’I.N.P.S., finalizzata all’indebito conseguimento dell’indennità di disoccupazione – c.d. “NASpI”, avrebbe generato profitti per circa 4 milioni di euro e sarebbe avvenuta mediante l’utilizzo di società di comodo (di fatto già cessate e non in regola con gli obblighi dichiarativi/previdenziali).
Più nel dettaglio, le stesse, dopo aver fatto emergere l’esistenza di oltre 700 lavoratori asseritamente in nero, ne avrebbero fittiziamente regolarizzato la posizione per poi interrompere il rapporto d’impiego, costituendo così artatamente i presupposti di legge per il riconoscimento della citata indennità.
La seconda tipologia di frode, perpetrata ai danni dell’Erario e diretta all’evasione fiscale e alla truffa contributiva, si sarebbe basata sulla costituzione di c.d. “società cartiere” (sempre, di fatto, dirette dai citati promotori dell’associazione), che avrebbero emesso fatture per operazioni oggettivamente e/o soggettivamente inesistenti volte a documentare cartolarmente:
- fittizie forniture di manodopera in favore di altre società, allo scopo di “sollevare” queste ultime da tutti gli adempimenti e gli oneri fiscali e previdenziali derivanti dal rapporto con i propri lavoratori, procurando così alle stesse un illecito profitto quantificato in oltre 1 milione di euro;
- cessioni di beni o prestazioni di servizio mai avvenute o avvenute con soggetti diversi rispetto a quelli documentati dalla contabilità, per un importo di oltre 2 milioni di euro.
I descritti e ipotizzati meccanismi fraudolenti avrebbero così cagionato un danno alle casse dello Stato che, tra provvidenze pubbliche non spettanti e omessi versamenti degli oneri dovuti, è stato quantificato in oltre 7 milioni di euro, cifra oggetto del provvedimento ablativo disposto.
Agli indagati sono contestati, a vario titolo, i reati di associazione per delinquere, truffa aggravata per il conseguimento di erogazioni pubbliche, nonché illeciti di natura tributaria.
L’odierna attività, eseguita nell’ambito delle indagini delegate dalla Procura della Repubblica di Palermo, testimonia la costante attenzione e il perdurante impegno profuso dalla Guardia di Finanza nel contrasto ai più perniciosi illeciti perpetrati nei confronti dello Stato, al fine di tutelare le imprese che operano nel rispetto della legge, nonché i soggetti bisognosi di reale sostegno assistenziale.