Perugia: arrestato 18enne per istigazione al suicidio

I poliziotti della Squadra mobile di Perugia e del Centro operativo per la sicurezza cibernetica Umbria hanno eseguito un’ordinanza di applicazione degli arresti domiciliari nei confronti di un 18enne per istigazione o aiuto al suicidio ai danni di uno studente universitario, trovato privo di vita lo scorso 29 gennaio in un appartamento di Perugia.

La scomparsa del giovane era stata denunciata il 24 gennaio dalla sorella, anche lei iscritta all’università di Perugia perchè lo studente aveva fatto perdere le sue tracce dopo aver lasciato l’ostello in cui alloggiava.

È stato poi il proprietario dell’appartamento in cui è stato ritrovato il cadavere  che, non riuscendo a mettersi in contatto con l’affittuario per discutere del pagamento dell’affitto e, avendo appreso dai social network la notizia di un ragazzo scomparso a Perugia, ha deciso di contattare nel pomeriggio del 29 gennaio la Polizia di Stato, temendo si trattasse della stessa persona e consentendo così agli agenti di trovare il corpo senza vita del giovane.

All’interno del monolocale sono stati rinvenuti alcuni blister, anche vuoti, di farmaci oppiacei, un pc portatile, cinque telefoni cellulari e 46 sim-card.

Grazie all’analisi di questi dispositivi gli investigatori sono riusciti a ricostruire i rapporti che il ragazzo intratteneva in rete con altre persone e soprattutto con una, alla quale aveva confidato i suoi problemi, le sue ansie ed insofferenze rispetto alla vita universitaria e il pensiero di togliersi la vita.

Le chat estrapolate durante le indagini hanno fornito informazioni utili ad accertare come l’arrestato avesse confortato e incoraggiato la vittima a compiere il suicidio e consigliato su come compiere il gesto estremo in maniera indolore, con l’assunzione di specifici farmaci.

A quel punto, la studente, dopo essersi informato con alcuni contatti Telegram sulle modalità di acquisto e spedizione, è riuscito ad acquistare il farmaco da un altro utente della chat, facendosi spedire il tutto in un locker nei dintorni.

Il 24 gennaio quindi si è recato nell’appartamento preso in affitto e attraverso un colloquio online ha manifestato all’amico di non aver il coraggio di compiere il gesto, chiedendogli quindi un ulteriore incoraggiamento a ingerire i farmaci e a togliersi la vita.

Una volta risaliti all’indirizzo Ip dell’indagato, i poliziotti hanno richiesto una misura cautelare nei suoi confronti soprattutto per il pericolo di reiterazione, essendo il 18enne molto presente in rete e partecipe in molti gruppi e canali social.

Grazie all’esame delle chat è stato inoltre possibile individuare il venditore dei farmaci utilizzati per il suicidio, un ragazzo anch’esso molto giovane che è stato destinatario di un decreto di perquisizione, durante la quale sono stati sequestrati due telefoni cellulari e oltre 10mila euro in contanti.