A New York il 17 gennaio apre “Through the Frame” di Marco Pelle, da un’idea del direttore dell’IIC Fabio Finotti

L’intelligenza artificiale ha creato una nuova osmosi tra il mondo reale e quello virtuale. Il famoso libro Attraverso lo specchio e quel che Alice vi trovò di Lewis Carroll deve essere oggi interpretato in direzione rovesciata: non è più la vita che entra nella cornice dell’immaginario, ma è l’immaginario che entra nello spazio della vita, e si confonde con essa.

Da un’idea del direttore dell’Istituto Italiano di Cultura di New York, Fabio Finotti, e grazie alla creatività artistica e narrativa del coreografo Marco Pelle, il 17 gennaio alle 19 apre a New York l’installazione di arte visiva “Through the Frame”, in cui famosi quadri, legati alla corrente del Realismo Magico ma non solo, si animano attraverso la magia del video e della danza e i loro personaggi escono (e qui siamo di fronte al mistero del Realismo Magico) dal dipinto per entrare nel mondo reale in carne e ossa. Un’esperienza immersiva che ci avvicina alla realtà e ridefinisce il modo di fruire l’arte.

I soggetti ritratti nelle opere scelte – “Hygieya” di Gustav Klimt, “Alice” di Arthur Rackham, “Il giocoliere” di Antonio Donghi, “Donna con veste azzurra” di Bruno Croatto, “Per se e per suo ciel concepe e figlia” e “Ritratto di Silvana Cenni”, entrambi di Felice Casorati – prendono vita per trasformarsi in persone reali che attraversano la cornice del quadro stesso attraverso sei video, in cui coreografia, regia e costumi sono curati dallo stesso Pelle. I balletti, interpretati da straordinari danzatori come Mara Galeazzi del Royal Ballet di Londra, Luigi Crispino dell’American Ballet Theater e da Graceanne Pierce, Prima Ballerina Ospite di fama internazionale, celebrano il potere della danza e la sua capacità di unire conscio e inconscio, fantasie e esperienza, disegno e fluidità e, soprattutto, di diventare strumento per portarci dall’onirico alla materia, di rompere letteralmente la cornice per mostrarci che il sogno non è solo nel contenuto, ma anche oltre il contenitore. È, anzi, il contenitore stesso.

«Per rappresentare la fusione tra il mondo virtuale e quello reale – spiega Fabio Finotti – abbiamo immaginato uno spazio ibrido: personaggi di quadri celebri escono dalla cornice, entrano nella nostra realtà, la esplorano con la danza. L’Istituto Italiano di Cultura di New York vuole in questo modo rappresentare l’Italia come tradizione che si rinnova, passato che si trasforma in futuro, bellezza in perenne metamorfosi».

«Come tutti i miei progetti più belli, che mi hanno dato maggior soddisfazione – aggiunge Marco Pelle – anche Through the Frame è nato per caso. Precisamente è nato da una domanda del direttore dell’Istituto Italiano di Cultura di New York, Fabio Finotti. Si può portare un dipinto oltre la cornice? Da questa idea è nato il mio viaggio artistico all’interno di sei quadri da portare oltre la cornice. Per farlo ho usato lo strumento che da sempre porta me oltre la cornice: la danza. Perché, ancora più del suono, è il movimento a essere trasformativo, a portarci dall’infinito all’immediato. Creare i sei video di Through the Frame è stata un’esperienza meravigliosa. Lavorare con ballerini della caratura di Mara Galeazzi, Luigi Crispino e Graceanne Pierce è, come sempre, un privilegio. E, se vogliamo, necessario. Perché era fondamentale che gli interpreti avessero la capacità non solo di interpretare il movimento ma ancor di più di interpretare, di diventare, il dipinto che stavano rappresentando. Negli anni ho capito che per me la danza non è solamente uno strumento di espressione. È un vero e proprio ponte, che mi porta alla ricerca di nuove terre, di collegamenti, di territori da esplorare. Che sia nel rapporto tra statuaria e danza, come in Statuesque, o tra pittura e danza, come in Through the Frame, o tra la rivisitazione del mio passato e quello che sono oggi, come in Safe from Sleep, la danza è diventata, per me, sempre più un ponte. So sempre da quale terra parto, ma non so mai in quale arriverò. E il percorso tra due continenti, alla ricerca di un approdo che mi rappresenti, è la vera e propria magia che va oltre, spaccando, ogni forma di cornice».

Ancora una volta ci troviamo di fronte a una collaborazione tra Marco Pelle e il fratello Federico Pelle, compositore e vicedirettore del Conservatorio di Castelfranco Veneto. Collaborazione che ha appena celebrato il suo ventennale. Per poterlo aiutare a comporre il più liberamente possibile, Marco Pelle si è limitato semplicemente a descrivere quella che per lui era la storia “dietro” la cornice, quella che lo spettatore non vede. Da lí, la strada per il fratello compositore è diventata il suo personalissimo volo all’interno dei ritratti. Dalla sensualità di Hygieya, alla giocosità di Alice, al mistero del Giocoliere, Federico Pelle è riuscito a dipingere un quadro sul quadro, dando vita alla visione del fratello coreografo.

Per la seconda volta, Marco Pelle ha deciso di collaborare con il direttore alla fotografia, Ernesto Galan. Galan non è nuovo alle riprese di danza (famose le sue collaborazioni con James Whiteside, con William Forsythe e con il Boston Ballet) e non è nuovo al bisogno di sperimentare che Marco Pelle chiede ai suoi collaboratori.

Graceanne Pierce interpreterà “Alice”, Luigi Crispino “Il Giocoliere”, mentre gli altri quattro ritratti sono interpretati tutti dalla danzatrice Mara Galeazzi, stella italiana della danza internazionale, abituata a portare i suoi personaggi oltre la cornice.

Venerdì 17 febbraio Through the Frame sarà inaugurata alla presenza di Fabio Finotti, Marco Pelle, Ernesto Galan, Luigi Crispino, Graceanne Pierce e Federico Pelle, quest’ultimo in collegamento dall’Italia.