Vi racconteranno che nella grotta, nel secolare bosco della Quisquina, c’è un’epigrafe che ricorda che qui si ritirò Santa Rosalia. E che un mercante genovese lasciò tutto per venire in Sicilia e costruire, con le sue sostanze, l’eremo che oggi si visita con Borghi dei Tesori. Dopo avere edificato la chiesa, le cellette, la cucina e una stalla, decise di ritirarsi e di vivere qui con altri tre uomini, fondando il primo nucleo di una congregazione indipendente di frati devoti a Santa Rosalia.
Nel corso del Settecento l’Eremo della Quisquina venne visitato da vescovi, principi e cardinali, divenne sempre più potente ma fu anche ambito come rifugio di malfattori che si nascondevano tra i frati. L’ultimo, fra’ Vicè eremita scomparso nel 1986 a 98 anni, ha vissuto gli ultimi da eremita. Da qui parte l’Itinerarium Rosaliae che lo collega al santuario di Monte Pellegrino. E’ soltanto una delle tante storie che saranno raccontate durante questo secondo e ultimo weekend di Borghi dei Tesori, il festival che ha riunito 57 piccoli centri siciliani – salta dalla programmazione Godrano ma si aggiungono in questo fine settimana Pollina e Blufi, quest’ultimo partecipa dopo essere stato colpito pesantemente dagli incendi – in un’unica rete di condivisione di bellezza.
E’ la prima volta in assoluto che i borghi dell’isola hanno deciso di mettere sul piatto i rispettivi “tesori” e far rete, sotto l’egida della Fondazione Le Vie dei Tesori che già da anni punta sulla coesione e collaborazione tra istituzioni e privati, per aprire e “raccontare” i siti della cultura. Che in questo caso viene declinata soprattutto sull’esperienza, sull’immersione nella vita del borgo, sulla conoscenza delle tradizioni spesso tramandate di generazione in generazione, sulla scoperta di mestieri dimenticati, di botteghe artigiane inattese, ma anche delle ricette del posto. In tutto apriranno e verranno “raccontati” dalle guide in presenza o tramite audio guida da ascoltare sul proprio smartphone circa 250 luoghi e sono state organizzate un centinaio tra passeggiate, trekking, attività come degustazioni, visite ad atelier di artisti e botteghe di artigiani, tour nei borghi fantasma e una trentina di esperienze speciali. Borghi dei Tesori Fest è promosso dalla Fondazione Le Vie dei Tesori in collaborazione con tutti i Comuni e Fondazione Con Il Sud, ed è sostenuto da IGT e Fondazione Sicilia con il supporto di Planeta. Dentro il festival, ogni piccolo centro ha scartabellato tra tradizioni, luoghi, aneddoti, ma anche ricette delle nonne, artigiani di una volta; e organizzato passeggiate in luoghi sconosciuti, rocche impervie, cascate inattese, grotte di solito inaccessibili dove invece si potrà ascoltare il suono di un sitar. E’ una vera immersione a 360 gradi in un mondo ancora immune al turismo di massa, che tiene tantissimo alla sua storia, radicato sul territorio. E ogni borgo – o gruppo di borghi magari legato ad una zona precisa – è profondamente diverso dall’altro: non si riuscirà mai a visitarli tutti, ma ognuno è pronto a raccontare una storia.
Sabato e domenica (4 e 5 settembre) si potrà fare veramente di tutto: basta collegarsi al sito www.borghideitesori.it, scegliere il centro, il sito, o prenotare l’esperienza o la passeggiata, acquistare i ticket e presentarsi sul posto: tutto facile, smart, veloce. Non servirà altro, se non abbandonarsi e lasciarsi trasportare dalla bellezza. Anzi, visto che lo scorso finesettimana si sono riversati moltissimi visitatori anche nei borghi di solito lontani dai circuiti turistici, molte amministrazioni hanno deciso di ampliare l’orario di visite e inglobare spesso anche la mattina: sono infatti Isnello, Naro, Bompietro, Castellana Sicula, Castelbuono, Montemaggiore Belsito, Petralia Soprana e Sottana, Pollina, San Mauro Castelverde, Burgio, Geraci Siculo, Mirto, Sambuca, Buccheri, San Marco d’Alunzio, Sant’Angelo Muxaro, Montalbano Elicona e Portopalo di Capopassero. Per gli altri, visite dalle 16 alle 22, e un’unica immersione nella bellezza.
Si potrà per esempio partire alla ricerca dei castelli medievali e non: sono tantissimi, più di venti, disseminati su tutta l’isola, di alcuni restano solo pochi resti, altri sono perfettamente conservati: ecco Licodia Eubea, Montalbano Elicona, la straordinaria Sperlinga, ma anche Naro, Palazzo Adriano, Geraci, Vicari, Giuliana, Caccamo, Castelbuono, e non finiscono qui. Se invece preferite il mare, raggiungete Portopalo di capo Passero e salite su uno dei pochissimi fari rimasti. Di eremi ce ne sono tantissimi, di conventi i numeri si sprecano, ma quello che Borghi dei Tesori scopre, lo racconta: ecco le chiese rupestri, le cappelle dimenticate, senza dimenticare i tantissimi siti archeologici che in alcuni casi sono veramente una scoperta.
Raggiungete per esempio Centuripe e visitate (con un trasfert visto che è lontano dalla strada di accesso) Riparo Cassataro, unico con per i graffiti misteriosi che nasconde e, visto che è in un terreno privato, visitarlo sarà un’esperienza unica. Volete capire come un tempo si provvedeva alla sepoltura di monaci e notabili del paese? Raggiungete la chiesa dei cappuccini di Burgio per il museo delle mummie o i “morti ‘nta nnicchia” di Savoca, ma scoprirete che anche la chiesa dell’Immacolata di Santa Lucia del Mela ha addirittura una scuola mummiologica. Altre esperienze: raggiungere un mulino nel bosco e ascoltare l’acqua che ancora batte sulla pietra, sedersi tra i banchi di legno di una classe antica (a Vallelunga Pratameno, è una scuola degli anni Trenta ricostruita e vi daranno perfino una pagella in stile), salire su un calessino e viaggiare per i vicoli, o montare a cavallo e percorrere sentieri; scoprire come si costruisce un tamburo di pelle di capra (a Vicari e a Gangi, e sono piaciuti tanto che li hanno voluti anche i Dire Straits) o un bastone da passeggio, o ascoltare una ricetta antica dalla viva voce delle nonnine di paese. Lanciarsi da una rupe attaccati a un filo d’acciaio o scendere in un canyon? Fatto! O magari pronti a farlo. Non dimenticate i borghi fantasma: con Ascosi Lasciti se ne visitano quattro – Borgo Guttadauro vicino Butera, Borgo Schisina e Borgo Morfia vicino Graniti e Borgo Riena a pochi chilometri da Castronovo di Sicilia -, furono tra quelli che in era fascista, furono disegnati a tavolino per ripopolare vallate impervie: ma i contadini non vollero mai trasferirsi e oggi esistono solo gli scheletri dei caseggiati mai abitati.
DEGUSTAZIONI E LABORATORI LEGATI AL GUSTO.
Sarà una domenica ricca di tantissime passeggiate ed escursioni, ma a farla da padrone al festival dei Borghi dei Tesori saranno di certo le esperienze legate ai piatti tradizionali. Sarà una vera immersione tra ricette di una volta, dolci, zuppe o pizze, quasi un rito collettivo senza contare le aziende enogastronomiche che partecipano a un progetto satellite, Terre dei Tesori, e apriranno cantine, vigneti, frantoi, caseifici, vivai, aziende di coltivazioni di frutti tropicali, in collaborazione con il dipartimento Agricoltura della Regione siciliana. Biscotti e dolci si sprecano, ma a a Baucina imparerete a infornare il cuddiruni, la pizza rustica che piace a tutte le Madonie. A Contessa Entellina basta entrare nel “borgo artigiano”– il Comune ha affidato alcuni spazi creando un vero e proprio “villaggio” – per assaggiare il miele delle api nere e un bel bicchiere di vino, prima di iniziare la lunga passeggiata che porta fino al Castello di Calatamauro. Restiamo nel Palermitano: a Vicari, c’è sì il laboratorio di zampogne di Etan Calato ma vi faranno assaggiare i passavolante, i dolci di mandorle inventati nel ‘700; a Bompietro c’è il caseificio fatto rinascere da un avvocato che ama sperimentare; a Castelbuono, i vini biologici dell’Abbazia di Sant’Anastasia, olio e manna all’Azienda Bergi, i dolci artigianali di Sferruzza e della pasticceria Naselli, e i celebri biscotti Forti; a Gangi si potrà gustare un ottimo macco di fave “il piatto del buon auspicio” offerto dai proprietari terrieri ai contadini; a Giuliana, vi insegneranno come “ricamare” il “pane di San Giuseppe”; a Petralia Soprana si scoprirà la storia dello “sfoglio”, il dolce conteso delle Madonie. A Bivona, i vini naturali Di Salvo, insieme alla dolcissima pesca Igp; a Sambuca di Sicilia, per i cannoli a regola d’arte o un buon piatto di pasta alla Norma; a Santo Stefano Quisquina, per i formaggi locali, da gustare all’interno dell’eremo di Santa Rosalia. Nisseno: a Butera, due degustazioni speciali: la tipica pasta col miele, preparata soprattutto per la festa di San Giuseppe e un viaggio sensoriale tra i vini del territorio; a Vallelunga Pratameno, si scoprirà il ciclo del grano, con una degustazione di pane “cunsatu”. A Graniti, potrete assaggiare la stranissima salsiccia alle ciliegie e andar per vecchi palmenti; se a Monforte San Giorgio il trekking porta sulle regie trazzere, a Montalbano Elicona, tappa obbligata alle misteriose Rocche dell’Argimusco, e a Militello Val di Catania non si possono perdere le cascate Oxena, a San Piero Patti, si può visitare il quartiere Arabite, e assaggiare prodotti tra i vicoli. E a Piedimonte Etneo, un tour nella piccola frazione di Borgo Presa, terminerà con la visita alle cantine Gelsomina.