Grande successo per l’Orchestra Accademia di Santa Sofia, che con il suo virtuoso Violoncello solista Danilo Squitieri, ha entusiasmato il pubblico dell’Auditorium Sant‘Agostino di Benevento, in un superlativo concerto dal titolo “Grandi pagine strumentali” con un programma musicale dedicato a Robert Schumann e Ludwig Van Beethoven.
L’evento faceva parte della Stagione Concertistica 2023/2024, sempre sotto la direzione artistica di Filippo Zigante e Marcella Parziale e con Aglaia McClintock alla consulenza scientifica, proposta da Accademia di Santa Sofia, sempre in collaborazione con Università degli Studi del Sannio e Conservatorio di Benevento. Da quest’anno anche Banco Bpm affianca l’Accademia di Santa Sofia. Sostenere la cultura e promuovere la sua diffusione sui territori, anche attraverso iniziative musicali, rappresenta per la Banca un impegno concreto a favore delle comunità.
L’Orchestra di Santa Sofia sempre splendidamente energica, precisa, affiatata e concentrata ci ha regalato un programma di grandissima caratura.
La serata apre con Robert Schumann (1810 – 1856) e il suo prezioso Concerto in La minore per violoncello e orchestra op. 129 con una trascrizione per orchestra d’archi dello stesso Danilo Squitieri che, al centro del palco, circondato dagli altri musicisti, incanta subito il pubblico con questa spettacolare composizione resa in maniera magistrale ed emotivamente travolgente. Ovazioni e applausi scroscianti da un pubblico conquistato.
Il talentuoso violoncellista avvolto perfettamente dalle altre sezioni dell’orchestra ci regala poi un bis eseguendo un suo cavallo di battaglia, il Preludio dai Masnadieri di Giuseppe Verdi (1813 – 1901).
È il momento di Ludwig Van Beethoven (1770 – 1827) il Quartetto n. 11 in fa minore op. 95, questa volta con la trascrizione per orchestra d’archi di Gustav Mahler. Un incontro di genio musicale e personalità artistiche assolute. Un gioiello immortale di arte musicale reso in maniera eccellente dalla straordinaria compagine orchestrale che incanta e scalda ancor di più i cuori del pubblico dell’auditorium che al termine della poderosa performance ringrazia con varie standing ovation i bravissimi musicisti.
L’omaggio finale come secondo e conclusivo bis è annunciato dal Konzertmeister dell’Orchestra e Primo Violino Riccardo Zamuner che introduce senza nominarla una sorpresa celeberrima e amatissima, “O’ mio babbino caro” dal Gianni Schicchi di Giacomo Puccini (1858 – 1924).
Oltre alla star della serata Danilo Squitieri col suo violoncello, l’ensemble era composto dunque dai primi violini: Riccardo Zamuner – Konzertmeister, Lorenza Maio, Emanuele Procaccini e Christian Caiazza; i secondi violini: Elena Emelianova, Alessandra Rigliari e Francesco Norelli; le Viole: Francesco Solombrino, Martina Iacò e Paolo Castellitto; i Violoncelli: Arianna Di Martino e Alfredo Pirone; il Contrabbasso: Gianluigi Pennino.
Triplice anche questa settimana l’impegno concertistico dell’Orchestra Accademia di Santa Sofia che ha replicato l’affascinante programma, oltre che nel capoluogo sannita, anche a Roma, presso la Sala del Primaticcio di Palazzo Firenze, sede della Società Dante Alighieri, e a Napoli al Teatro Diana. Inoltre l’Orchestra, sempre più apprezzata e richiesta in Italia e all’estero, per questa particolare occasione che l’ha vista impegnata per Schumann e Beethoven con Squitieri violoncello solista, in questi giorni è stata anche impegnata nella registrazione del prossimo CD prodotto da Accademia.
Dopo i consueti saluti inziali di Marcella Parziale Direttrice Artistica dell’Accademia di S.Sofia e di Maria Buonaguro, Presidente Amici Accademia, il consueto preludio al concerto è stato curato da Paola Saracini, docente associata di Diritto del Lavoro al Dipartimento di Diritto, Economia, Management e Metodi Quantitativi (DEMM) UniSannio, con un interessante e attualissimo intervento dal titolo “Il lavoro delle donne, ancor prima di una questione di genere”.
La docente ha poi dedicato alcuni minuti alla figura di Clara Schumann, compositrice e pianista di talento, personalità di spicco nella storia della musica mondiale, non solo come divulgatrice delle opere del marito Robert, cui purtroppo per molti anni, dovendo prendersi cura di lui e della numerosa famiglia (ebbero otto figli), dovette sacrificare la propria arte posticipando personale affermazione e legittimo riconoscimento professionale.