L’attesa non è finita. Emmanuel Tjeknavorian debutta come Direttore Musicale dell’Orchestra Sinfonica di Milano domenica 15 settembre nell’ambito del concerto inaugurale della Stagione 2024/2025. Ma c’è un’anteprima: domenica 30 giugno alle ore 20 all’Auditorium di Milano, Tjeknavorian e la Sinfonica aprono le porte della prova generale dei Carmina Burana di Carl Orff, pezzo forte dell’impaginato che sarà portato in torunée in Germania.
Quello di domenica 30 giugno è un evento speciale, perché mentre la Stagione Sinfonica 2023/2024 volge verso il suo termine, l’Orchestra Sinfonica di Milano ha lanciato una campagna di raccolta fondi finalizzata all’acquisto dei nuovi timpani, il cuore pulsante di ogni orchestra sinfonica, fondamentali per dare profondità e dinamismo a ogni esecuzione, e per caratterizzare i momenti più solenni o drammatici dei grandi capolavori del repertorio.
Così come il cuore deve sempre battere in maniera ineccepibile, dando la vita all’intero organismo, allo stesso modo l’assoluta affidabilità dei timpani è una condizione fondamentale per la salute di un’orchestra sinfonica. E quando i timpani iniziano ad avere qualche anno di troppo, per poter continuare a essere il “cuore” di un’orchestra necessitano di essere sostituiti. Per questo, l’Orchestra Sinfonica di Milano lancia la campagna di raccolta fondi intitolata “Un battito vitale – i nuovi timpani per un suono che fa battere il cuore”.
Chi dona ha diritto a partecipare alla prova generale dei Carmina Burana diretta da Emmanuel Tjeknavorian, domenica 30 giugno alle ore 20. Pagina sinfonica in cui, del resto, i timpani ricoprono un ruolo preminente. Un’occasione unica per assistere al capolavoro di Carl Orff in preparazione della tournée al Rheingau Musik Festival.
La prova generale di domenica 30 giugno all’Auditorium di Milano è il preludio alla tournée al Rheingau Musik Festival
Martedì 2, mercoledì 3 e giovedì 4 luglio l’Orchestra Sinfonica e il Coro Sinfonico di Milano, insieme al Direttore Musicale Emmanuel Tjeknavorian, atterrano sulle rive del Reno, nel cuore della Germania, per esibirsi al Rheingau Musik Festival, rassegna musicale estiva tra le più interessanti e di qualità a livello europeo.
E lo fanno per il secondo anno consecutivo, dopo il grande successo riscosso l’anno scorso, come hanno commentato i due critici tedeschi Ingeborg Fischer und Karl-Heinz Stier (“Una serata perfetta, scrosci di applausi per l’Orchestra Sinfonica di Milano”), e Guido Holze, del Rhein-Main-Zeitung (“Il fatto che il suono possa diventare molto ‘grande’ nel riverbero della basilica del monastero di Eberbach è noto a tutti, ma il furore scatenato al Festival di Rheingau dall’Orchestra Sinfonica e Coro Sinfonico di Milano è stato eccezionale”). Un cartellone di assoluto prestigio internazionale, all’interno del quale la Sinfonica di Milano si trova in compagnia dei più grandi nomi della scena, da Bruce Liu a Julianna Avdeeva, da Daniel Müller-Schott alla Deutsche Kammerphilharmonie Bremen.
Dunque, la Sinfonica fa doppietta a Rheingau, e, proprio nella suggestiva basilica di Kloster Eberbach, e ci torna con un programma dal forte impatto sonoro ed emotivo. Innanzitutto, il Prelude & Liebestod dal Tristan und Isolde di Richard Wagner, brano che forse più di ogni altro, nel programma di debutto di Tjeknavorian come Direttore Musicale designato, nel mese di febbraio 2024, ha suggellato l’amore tra orchestra e direttore. Del resto, si tratta di una storia appassionata e senza tempo, in cui l’amore stesso mette in crisi alcuni dei parametri di base della musica, dall’armonia, per come era stata concepita fino a quel momento, al tempo, che scorre quasi in una dimensione interiore più che esteriore, fino alla melodia, che pare avvilupparsi in sé stessa senza mai estinguersi, aprendosi e richiudendosi, diventando, appunto “melodia infinita”.
Il piatto forte dell’impaginato, tuttavia, arriva quando il Coro Sinfonico di Milano sale sul presbiterio (insieme al suo Maestro, Massimo Fiocchi Malaspina), e Anna Nekhames (soprano), Agustín Gómez (tenore), Mario Cassi (baritono) occupano la scena: i Carmina Burana di Carl Orff.
Il legame con il luogo, se vogliamo, risiede nella genesi dell’opera: 500 km più a sud di Francoforte, al convento di Benediktbauern, in Baviera, fu rinvenuto il Codex Latinus Monacensis, contenente i Canti di Bura. Si tratta di un manoscritto contenente parole e musica di canti studenteschi inneggianti alla sorte buona e cattiva (“O Fortuna”), al vino, alla lussuria e al gioco. La diffusione dei Carmina Burana è da attribuirsi ai Clerici Vagantes, studenti girovaghi che, nel Basso Medioevo, si spostavano in varie parti d’Europa per poter seguire lezioni presso diverse Università.
Alcuni di questi testi furono musicati nel 1937 da Carl Orff. L’opera non ha una trama precisa, ed è strutturata in un prologo e tre parti. Nel prologo c’è l’invocazione alla dea Fortuna intesa però come sorte che a volte è favorevole e a volte avversa, variando continuamente come la Luna. Nella prima parte si celebra il lieto aspetto della Primavera (“Veris laeta facies”); nella seconda parte (“In Taberna”) si inneggia a Bacco e al gioco, definendo i tratti fragili dell’uomo che lo porta a cedere ai vizi e al desiderio di arricchirsi a spese degli altri. Nella terza parte (“Cours d’Amour”, ossia Le Corti dell’Amore) si inneggia all’amore con il Coro “Ave Formosissima” che è un tributo alla dea Venere e alla bellezza.