La Rassegna letteraria “Libriamoci – Incontro con l’Autore” dell’Istituto Superiore “I. e V. Florio” di Erice, in collaborazione con la Libreria Galli Ubik-Erice, ospiterà martedì 16 maggio il giornalista Giacomo Di Girolamo che, con la tradizionale formula del doppio appuntamento, presenterà il suo libro dal titolo “Matteo va alla guerra” – La mafia e le stragi del ’92. Come tutto ha inizio. L’autore incontrerà gli studenti, al Plesso centrale in via Barresi, a Erice Casa santa, alle ore 11.30, e nel pomeriggio, alle ore 18, i lettori e la cittadinanza, alla Libreria Galli Ubik Erice in via Manzoni, a Trapani.
Non si tratta della biografia di Messina Denaro, né di un libro di storia; non si parla di depistaggi, di trattative. Questo libro individua un preciso periodo, i primi anni Novanta, un preciso luogo, la Sicilia occidentale, e lì scava in profondità per raccontare il punto cieco in cui nasce una delle pagine più nere della nostra storia recente. Racconta la stagione delle stragi da un’altra prospettiva: quella dei boss. A partire da Messina Denaro. L’autore fa raccontare l’intera vicenda, con tanti particolari rimasti ancora nell’ombra, a una voce narrante che altri non è che un fedelissimo del boss.
Giacomo Di Girolamo, è direttore del portale Tp24.it. Per le sue inchieste su criminalità organizzata e corruzione ha vinto nel 2014 “il Premiolino”. È autore di vari libri: ‘Gomito di Sicilia’ (Laterza, 2019) e per il Saggiatore: ‘L’invisibile. Matteo Messina Denaro’ (2010, 2017), ‘Contro l’antimafia’ (2016), ‘Dormono sulla collina’ (2014), ‘Cosa Grigia’ (2012), finalista al “Premio Piersanti Mattarella”.
“Siamo ormai al penultimo appuntamento della nostra Rassegna culturale – dice la Dirigente Scolastica, Pina Mandina – che anche quest’anno ci ha regalato bellissimi momenti di condivisione, sia con gli alunni che con la cittadinanza, occasioni di riflessione, emozioni e soddisfazioni. Ci apprestiamo a concludere un’edizione davvero ricca, di temi e argomenti attuali e interessanti. Con Giacomo Di Girolamo avremo modo di parlare di una parte importante della storia del nostro Paese e del nostro territorio, flagellato dalla criminalità organizzata che ha purtroppo seminato morte e paura. Offriamo ai ragazzi uno spaccato duro ma necessario alla loro conoscenza perché a scuola, e con maggiore forza e determinazione nelle scuole siciliane, non ci si può esimere dal parlare di mafia con gli studenti”.