Al castello di Milazzo, domenica scorsa, il concerto della Taberna Mylaensis, ha incantato una copiosa platea di ammiratori. Nelle ore precedenti, un vento inquietante sembrava foriero di cattivi presagi, ma appena la luna è apparsa Eolo ha abbassato il capo in segno di sottomissione, come narrano le leggende dei marinai tanto care alla storica band milazzese. Luci accese sul mitico Luciano Maio e su i tre bravissimi musicisti: Antonio Putzu, sax, clarinetto e fiati etnici, Lorenzo Profita, fisarmonica e piano digitale, Francesco Bongiorno, percussioni.
Il primo brano “ Lu diamante” ha evocato d’incanto le atmosfere inconfondibili della Taberna Mylaensis, con un sentimento di nostalgia e speranza che si è mantenuto intatto durante le due ore del concerto concluso, secondo la scaletta, con il brano
“Cantu l’amuri”. Il pubblico tutto in piedi ha chiesto a gran voce il bis, accontentando con gioia e commozione da Luciano Maio, un leone sul palco, e dai tre musicisti che hanno curato arrangiamenti nuovi e mirabili.
Sulle note di “San Giuseppi” è calato il sipario sulla scommessa azzardata e vinta di “U tempu passa“ Tour, nella certezza di nuove e coinvolgenti repliche per diffondere la bellezza della lingua siciliana coniugata a un sound inconfondibile.