18.000 WORLDS di Saodat Ismailova (2023, Uzbekistan, Paesi Bassi, 30′)
Prima mondiale
Secondo il mistico del XIIesimo secolo Shihab al-Din Yahya al-Suhrawardi, il mondo in cui viviamo è solo uno dei 18.000 che compongono l’universo. Il film 18.000 Worlds è concepito come un racconto video che richiama l’attenzione su un mondo che perde il contatto con gli antenati, e dove il pericolo di perdere forme di conoscenza è reale.
ABATTOIR U.S.A.! di Aria Dean (2023, Stati Uniti, 10′)
Prima mondiale
Abattoir, U.S.A.! esamina l’interno di un mattatoio vuoto progettato utilizzando un motore di tecnologia 3D per videogiochi (Unreal engine), presentandolo come un luogo in cui viene prodotto il confine tra l’uomo, l’animale e la macchina e in cui viene messa a nudo l’intimità del modernismo con la morte.
BANEL & ADAMA di Ramata-Toulaye Sy (2023, Francia, Senegal, Mali, 87′)
Prima italiana
Banel e Adama sono perdutamente innamorati. Questa giovane coppia sposata vive in un villaggio isolato del Senegal. Tuttavia, il loro amore perfetto si scontra con i costumi della loro comunità. Perché in questo mondo non c’è posto per la passione, tanto meno per il caos.
CAPITAL di Basma al-Sharif (2023, Egitto, Italia, Germania, 17′)
Prima italiana
Un ventriloquo, canzoni e spot pubblicitari ritraggono un periodo fascista apparentemente passato.
EL AUGE DEL HUMANO 3 (THE HUMAN SURGE 3) di Eduardo Williams (2023, Argentina, Portogallo, Brasile, Paesi Bassi, Taiwan, Hong Kong, Sri Lanka, Perù, 121′)
Prima italiana
Diversi gruppi di amici vagano in un universo buio, piovoso e ventoso. Trascorrono del tempo insieme, cercando di sfuggire ai loro deprimenti lavori e di imboccare la strada verso nuovi orizzonti.
HOW I BECAME A COMMUNIST di Declan Clarke (2023, Irlanda, 55′)
Prima italiana
Con un racconto popolare europeo, il film evoca la scomparsa del movimento politico della sinistra unificata. Descrive anche la vita quotidiana di una donna anziana che gestisce una fattoria al confine tra l’Irlanda del Nord e la Repubblica d’Irlanda.
LA IMATGE PERMANENT (THE PERMANENT PICTURE) di Laura Ferrés
(2023, Spagna, Francia, 94′)
Prima italiana
Antonia, madre adolescente, scompare nel cuore della notte, abbandonando il suo neonato. Cinquant’anni dopo, Carmen, introversa direttrice di casting, è alla ricerca di persone che condividano le loro esperienze. Nella sua ricerca, Carmen incontrerà Antonia.
MAST-DEL di Maryam Tafakory (2023, Iran, Regno Unito, 17′)
Prima italiana
Canzone d’amore che non supererebbe mai la censura, Mast-del parla di corpi e desideri proibiti, sia all’interno che all’esterno del cinema iraniano del dopo rivoluzione.
MON PIRE ENNEMI di Mehran Tamadon (2023, Francia, 81′)
Prima italiana
Mojtaba, Hamzeh, Zar e altri hanno subito interrogatori ideologici in Iran, in diversi periodi della loro vita. Mehran Tamadon, il regista, chiede loro di sottoporlo a un interrogatorio nel modo in cui potrebbe condurlo un agente della Repubblica islamica.
NAFURA di Paul Heintz (2023, Francia, 27′)
Prima italiana
Un road movie che si svolge una sera d’inverno in un luogo non meglio precisato della penisola arabica. Tre amiche, per ingannare la noia, si lanciano in una lotta verbale che porta a una riflessione sul potere e sui divieti.
PACIFIC CLUB di Valentin Noujaïm (2022, Francia, 16′)
Prima italiana
Nel 1979, viene inaugurato il Pacific Club nei sotterranei de La Défense a Parigi, e diventa il primo nightclub ad accogliere gli arabi della periferia. Azedine, che all’epoca aveva 18 anni, ci racconta la storia dimenticata di questo club.
REVOLUTION DER AUGEN (REVOLUTION OF THE EYES) di Friederike Pezold (Pezoldo) (2022, Austria, 75′)
Prima italiana
Immagini, troppo numerose, troppo rapide, troppo forti, che disperdono il nostro sguardo, silurano la percezione e accendono il cervello. Revolution of the Eyes prescrive dei “LOOK-PAUSES” per contrastare il “sovradosaggio di immagini digitali di merda”: concentrazione dello sguardo attraverso immagini ridotte all’essenziale, immagini celebrate per il loro stile e la loro durata. |