Sofia Manvati e il violino Antonio Stradivari Vesuvio 1727 saranno protagonisti delle prossime audizioni Il Suono di Stradivari, all’Auditorium Giovanni Arvedi del Museo del Violino. Sabato 22, domenica 23 e sabato 29 gennaio, a mezzogiorno, la musicista si esibirà in veste solistica. Domenica 30, invece, in duo con il pianista Giorgio Lazzari, terrà in un concerto breve, promosso in collaborazione con Si-Yo Music Society Foundation, con lo Stradivari Lam ex Scotland University del 1734.
Benché comasca di nascita, Sofia Manvati si è formata a Cremona, dapprima al Conservatorio Claudio Monteverdi di Cremona, dove frequenta il Biennio Accademico con Laura Gorna, quindi all’Accademia Walter Stauffer, nella classe di Salvatore Accardo. Nonostante la giovane età ha già meritati premi e riconoscimenti internazionali.
Nelle audizioni trova dunque piena realizzazione la volontà di Remo Lauricella: nel lascito testamentario aveva subordinato la donazione del Vesuvio alla città di Cremona alla condizione “che lo stesso venga usato di tanto in tanto da giovani violinisti promettenti”.
Lo strumento è espressione della tarda maturità di Antonio Stradivari. Nel 1727, infatti, il Maestro ha ormai superato gli ottant’anni di età; due matrimoni alle spalle, il dono di numerosi figli e, fra questi, Francesco e Omobono, gli unici che lavorano con lui in bottega. Il grande liutaio muore dieci anni dopo, il 18 dicembre del 1737. Gli ultimi anni vedono il suo contributo al lavoro diminuire con il trascorrere del tempo, ma in buona parte degli strumenti di questo periodo si può ancora notare, in qualche dettaglio, l’impronta della sua mano.
La particolare attenzione ai giovani musicisti è prioritaria nelle azioni di Si Yo Music Society Foundation, raccordo tra interpreti emergenti e la comunità globale di appassionati di musica. L’organizzazione, con sede a New York, ospita inoltre il Si-Yo Fine Instrument Cultural and Educational CenterTM, deputato alla conservazione, catalogazione e utilizzo di importanti strumenti ad arco. Tra questi il violino Lam ex Scotland University 1734, temporaneamente affidato al Museo del Violino.
I prossimi appuntamenti con gli Stradivari Vesuvio e il Lam ex Scotland University hanno carattere differente. Se le audizioni solistiche sono ampie ricognizioni tra repertori ed epoche per apprezzare le qualità timbriche dello strumento alla prova di autori e stili, il breve concerto di domenica 30 gennaio vedrà Manvati e Lazzari impegnati in programma tardo romantico. In Souvenir d’un lieu cher, Pëtr Il’ič Čajkovskij restituisce, con scrittura elegante e leggera, il ricordo di un sereno soggiorno a Brailov, ospite della mecenate Nadežda Filaretovna von Meck. Sentimenti di riconoscenza e di affetto ispirano i tre movimenti: uno Scherzo brillante tra due pagine liriche, Méditation e Mélodie.
Un vivido colorismo romantico irrora, invece, i tre Capricci di Paganini nella riscrittura, con pianoforte, di Karol Szymanowski. Se l’impronta virtuosistica dell’originale è pienamente conservata, la presenza del pianoforte conferisce al brano un carattere inedito, sostenuto da una filigrana armonica di minuto cesello, dove s’intuiscono ancora stilemi di Chopin e Liszt, nonché del primo Skrjabin.