Escono, per Mimesis Edizioni, tre nuovi saggi filosofici, impreziositi dalla postfazione della filosofa Francesca Nodari e frutto delle più recenti edizioni del festival Filosofi lungo l’Oglio. Le opere, scritte da tre pensatori di rilievo internazionale – Catherine Chalier, Jean-Luc Nancy, Salvatore Natoli – sono parte della collana Chicchidoro, diretta dalla stessa Nodari.
Queste pubblicazioni rappresentano un lavoro di ricerca profonda e attuale, che esplora il tema della Speranza, un concetto fondamentale e urgente nell’epoca di incertezze che stiamo vivendo. La speranza, infatti, diventa non solo una risposta alle crisi globali, ma un’urgenza per affrontare le sfide della contemporaneità, che spaziano dall’incertezza politica alla crisi climatica, dall’isolamento sociale alla ricerca di nuovi significati esistenziali. Chalier, con Partire, Rinnovare, Sperare, Nancy con Pane nostro quotidiano e Natoli con Nonostante tutto. La costanza come laboratorio di speranza, offrono riflessioni che ci invitano a non perdere la fiducia nel domani, pur rimanendo profondamente radicati nel nostro presente.
Francesca Nodari, filosofa e saggista italiana, è fondatrice e presidente della Fondazione Filosofi lungo l’Oglio e direttrice scientifica dell’omonimo festival nonché autrice di numerosi studi incentrati su etica e pensiero contemporaneo. Con una vasta esperienza nel campo della filosofia morale e della divulgazione culturale, rappresenta una delle voci più autorevoli nel panorama intellettuale italiano, nota per la sua capacità di collegare le riflessioni filosofiche alle sfide sociali e culturali odierne.
Catherine Chalier ci invita a compiere un viaggio che ha per oggetto la plurivocità dell’osare e per meta un’instancabile ricerca di se stessi. Chalier insiste sul suo valore positivo esaminando tre figure del limite in cui l’osare va di pari passo con il rischio, il coraggio e la determinazione. Per un verso, la decisione di partire fuggendo da guerre, persecuzioni e violenza. Una decisione che, nella Genesi, ha per protagonista Abramo stesso allorché viene raggiunto dalla chiamata del Creatore. Per l’altro, il desiderio di rinnovare la propria maniera di comprendere e di leggere i testi, ma anche la propria vita, scoprendo la propria irripetibile unicità, piuttosto che ancorarsi a un’identità fissa. Ma, a tal fine, occorre ‘non avere paura’ e fare leva su quell’audacia che permette di avanzare su un ponte stretto, teso tra due abissi, come diceva il rabbino chassidico, Nahman de Bratzlav. Infine, la tenacia indispensabile per sperare senza attendersi delle ragioni di sperare, rifiutandosi di concludere che, in un mondo tenebroso, le tenebre sono la verità.