Rho – Buste con domande da sottoporre all’attore, distribuite agli spettatori. Pubblico protagonista, le scuole al mattino, gli adulti la sera. Al Teatro Civico de Silva le iniziative per la Giornata della Memoria hanno preso il via con lo spettacolo “In quelle tenebre”, storia di Franz Stangl, l’unico comandante di campi di sterminio portato davanti a un tribunale. Nella sua cella in Germania, nel 1971, Gitta Sereny, una giornalista inglese ebrea, lo intervistò per 70 ore, scendendo con lui in quella oscurità.
Perché è stata possibile la Shoah? Cosa pensavate mentre uccidevate migliaia di persone? Ha mai pensato “e se questo accadesse a mia madre, a mia figlia”? C’era Dio nel campo di sterminio? E’ il pubblico a chiederlo: la comunità. “Una comunità che interroga il passato lo rende vivo”, dice il regista Rosario Tedesco, affiancato da Nicola Bortolotti, che interpreta Stangl.
Lo spettacolo è stato proposto dall’assessora a Cultura e Teatro Valentina Giro e dalla Fondazione Teatro Civico, con il presidente Fiorenzo Grassi. Al mattino gli assessori Paolo Bianchi e Valentina Giro hanno accolto al Teatro gli studenti degli istituti superiori Mattei e Cannizzaro, mentre in Auditorium Carmen Meloni di Aned preparava gli studenti delle superiori sulla storia dei campi di concentramento in vista dello spettacolo e della mostra “Vite Spezzate” che aprirà i battenti oggi in Villa Burba.
Stangl fu riconosciuto complice dell’uccisione di novecentomila persone al castello di Hertheim (sede della Aktion T4 per la “eutanasia” di persone con disabilità intellettive e psichiche), a Sobibòr e Treblinka. Davanti ai giudici la sua risposta fu “Non ho fatto altro che obbedire agli ordini”, riteneva di avere “la coscienza pulita”. Il dialogo con Gitta Sereny lo portò a prendere coscienza delle proprie responsabilità: “La mia colpa – disse – è di essere ancora qui”. Morì a poche ore dall’ultimo incontro con la giornalista.
Lo spettacolo si conclude con una domanda che chiama in causa pubblico e l’intera comunità: “Chi tra noi avrà il coraggio di raccontare ai propri figli la verità?”. Un interrogativo che scuote le coscienze, invita a non dimenticare e a farsi testimoni per chi non ha più voce.
“Occasioni come questa esortano a riflettere sulle guerre oggi in corso, sulle atrocità che oggi si compiono e su tutto quello che di disumano stiamo leggendo in questi mesi – ha ricordato Valentina Giro – Parliamo del passato e del presente. Sono contenta della presenza delle scuole, anche questa sera abbiamo con noi classi di Puecher-Olivetti e IT Mattei: ringrazio i docenti che credono nell’importanza di condividere questi momenti insieme, attivandosi anche fuori dall’orario scolastico. Nostro obiettivo è tenere viva la fiamma di una storia che non possiamo dimenticare”.
Questa sera ore 21 a Villa Burba inaugurazione della mostra “Vite spezzate” con le foto di Paolo Mansolillo e un convegno che vedrà ospiti il direttore del Centro studi ebraico e rappresentanti del Cdec. In mattinata omaggio alle pietre di inciampo.
Sabato 27 gennaio, Giornata della memoria, una mostra organizzata dalle scuole a palazzo comunale e, la sera a Teatro, “Destinatario sconosciuto” con il Teatro dell’Armadillo e la partecipazione di Matteo Oscar Giuggioli, già sold out.