La guerra in Ucraina ha un impatto drammatico sull’aumento dei prezzi del cibo nel mondo. Metà del grano e dei cereali distribuiti dal World Food Programme (WFP) per gli aiuti alimentari nelle aree di crisi umanitarie provenivano da Ucraina e Russia. Una minaccia gravissima per il Corno d’Africa, dove oggi più di 13 milioni di persone tra Etiopia, Kenya e Somaliland affrontano da mesi una carestia, i danni di una prolungata siccità e hanno bisogno di aiuti urgenti. All’orizzonte la fame e la malnutrizione severa nei bambini, l’ulteriore aumento della povertà in una regione già duramente segnata dalla pandemia di Covid-19 e le devastanti distruzioni delle locuste del deserto.
La decisione del governo ucraino di interrompere l’esportazione di prodotti alimentari di base per dare priorità all’approvvigionamento della propria popolazione unita al blocco russo dell’export ucraino attraverso il Mar Nero mette ancora più in crisi Africa e Medio Oriente, principali partner commerciali di Russia e Ucraina per quanto riguarda le forniture di grano, olio di girasole e fertilizzanti.
Gli effetti di questa crisi mondiale sono già concreti: Amina Yusuf Cige ha 90 anni e vive nel villaggio di Xidhinta in Somaliland, la regione autonoma a nord della Somalia. Nella sua vita è sopravvissuta a dodici siccità, ma questa è la situazione peggiore che abbia mai visto: “Manca acqua, non possiamo coltivare i nostri campi e quindi non abbiamo cibo né soldi per comprarlo. Qui il mondo sta finendo”. In Somaliland non piove dallo scorso aprile e si stima che la siccità, la fame e la grave mancanza d’acqua metteranno in pericolo 1.2 milioni di persone nei prossimi mesi.
“È la prima volta che sentiamo sulla nostra pelle le conseguenze di una guerra che è in corso dall’altra parte del mondo. Le guerre precedenti come Iraq, Libia e Pakistan non hanno avuto questo impatto sulla nostra vita quotidiana” dice Hibo Aden, responsabile dei diritti delle donne ActionAid Somaliland.
Già prima della guerra la situazione era disastrosa: a causa della siccità nel Paese il costo dell’acqua era passato da 1 a 5 dollari per 200 litri, diventando un bene inaccessibile a molte famiglie. Con la guerra il prezzo del riso è quasi raddoppiato: per 25 kg prima si pagava 20 dollari ora ne servono 30.
“La situazione è così disperata per alcune famiglie che costringono le ragazze a sposarsi in cambio di cibo e acqua” riferisce Aden. I casi di violenza di genere sono aumentati del 24%, specialmente quelli di violenza domestica e matrimoni forzati. In forte aumento anche la percentuale di ragazze e bambine che abbandonano la scuola.
ActionAid sta rispondendo alla devastante crisi insieme alle donne delle varie comunità che, organizzate in comitati locali, si stanno formando per guidare la risposta alla crisi e per adattarsi alla crisi climatica, perché sono le più colpite dovendo percorrere lunghe distanze a piedi in cerca di acqua e assicurando la sopravvivenza dei loro raccolti e del loro bestiame. Sono stati allestiti spazi sicuri per le sopravvissute alla violenza di genere e servizi di protezione, tra cui consulenza psicosociale, supporto medico e legale.
I governi di Kenya, Somaliland ed Etiopia stanno investendo in servizi e infrastrutture nelle aree colpite dalla siccità, ma tutti i Paesi devono fornire sostegno per aiutare a costruire riserve alimentari nazionali e regionali che servano da scorte di emergenza e riducano la vulnerabilità alla carenza di cibo e all’oscillazione dei prezzi.