Il Monk Jazz Club di Catania, tra le attività parallele all’attività concertistica, ha anche quello della formazione. A cominciare da un corso dedicato ai bambini della scuola che avrà il suo compimento domenica 30 ottobre, a mezzogiorno, in piazza Scammacca a Catania con il primo evento de “La Polis delle Arti, un percorso alle periferie della cultura, fra musica e teatro”, iniziativa sostenuta dal progetto “Palcoscenico Catania, la bellezza condivisa” del Comune di Catania, e condivisa tra la capofila Associazione culturale Darshan, e le associazioni culturali Algos, Officine Culturali e Areasud.
Questo primo evento de “La Polis delle Arti” è un concerto di improvvisazione jazz dell’Orchestra per la pace e l’inclusione, formata dai ragazzi della scuola Parini di Catania, diretta dal M° Giuseppe Privitera ed è il risultato di un laboratorio d’improvvisazione dove è stato possibile per i giovani studenti imparare ad ascoltare e riconoscere la materia musicale, favorendo così lo sviluppo di un clima sociale positivo e valorizzare le intelligenze multiple dei giovani anche al fine di prevenire o intervenire sul fenomeno della dispersione scolastica e della disgregazione sociale.
Tramite il partner Associazione Algos, la direzione artistica di questo corso è di Giuseppe Privitera, insegnante della Parini e socio del Monk, che ha visto la partecipazione come docenti dei musicist Dino Rubino, Nello Toscano, Giuseppe Mirabella, Giuseppe Asero, tutti soci del Monk, e il coordinamento organizzativo di Francesca Santangelo.
Oltre a Rubino, al concerto finale di domenica suoneranno anche il trombettista sardo Paolo Fresu, in questi giorni a Catania per il debutto di stagione del Monk Jazz Club, e la moglie, la violinista Sonia Peana, vice presidente dell’Associazione nazionale “Il jazz va a scuola”. Fresu e Peana consegneranno una targa ai ragazzi. Paolo Fresu: «Io, e soprattutto mia moglie Sonia con l’associazione “Il jazz va a scuola”, da una decina d’anni siamo attenti al mondo della scuola. Ben vengano queste iniziative, è importante che il Monk non sia solo una sala da concerti ma che si proponga come volano per altre attività. Vedo che i soci del club sono molto attenti a tutto ciò che accade intorno alla musica e questo è molto importante e noi siamo felici di collaborare».