Milano Art Week. A Palazzo Morando | Costume Moda Immagine apre la mostra “Pippa Bacca: innesti”

Milano – Pippa Bacca avrebbe oggi cinquant’anni precisi. Per festeggiarla e ricordarla Palazzo Morando | Costume Moda Immagine nell’ambito della Milano Art Week ospita la mostra “Pippa Bacca: innesti”, dove non solo sarà possibile vedere le immagini e il vestito della sua ultima performance ‘Sposa in viaggio’, ma anche, inserita nella collezione e tra le sale del Palazzo, una cinquantina di opere, alcune delle quali mai esposte prima.
La mostra, aperta al pubblico da domani, sabato 29 marzo, fino al 7 settembre, è curata da Mirco Marino e Rosalia Pasqualino di Marineo, con un’installazione di Cosimo Piovasco di Rondò, e in collaborazione con la famiglia di Pippa Bacca e il Comune di Milano.

Palazzo Morando, con il suo percorso dedicato a Milano – città da cui, l’8 marzo 2008, Pippa Bacca è partita per la sua ultima performance ‘Sposa in viaggio’ – è la sede ideale per ospitare questo progetto che si dispiega nelle sale del museo in un racconto ironico e sorprendente.

Pippa Bacca inizia la sua attività artistica intorno al 1995 e fino al 2008 produce numerose opere usando la tecnica del ritaglio o, in alternativa, realizza delle performance. Usa le forbici per creare forme da fotografie, foglie, carte diverse in colori variabili: i temi più amati sono il viaggio, la femminilità, i miti. Le sue opere spesso si fondono con i ricordi delle persone, con frammenti di esperienze e fotografie di viaggio.

Gli ‘innesti’ che danno il titolo alla mostra sono incursioni calibrate di opere contemporanee nelle sale e nel contesto del patrimonio storico di Palazzo Morando: ne è un esempio un lavoro del 2003 in cui la vela azzurra di un veliero ci conduce in un viaggio forse sul mare, prende posto tra le vedute dei Navigli e di Milano-città d’acque; così tre Sirene – in carta verde ritagliata – diventano compagne della Sirena in ghisa realizzata nel 1842, che un tempo stava di guarda al Ponte delle Sirene sul Naviglio di via Senato, ora al Parco Sempione.
Opere dell’artista si inseriscono non solo nel percorso del “Museo di Milano”, ma anche tra le sale riccamente decorate dell’appartamento Morando: tra i ritratti settecenteschi, nella Sala d’Ercole, compare il Ritratto presunto di Pippa ed Eva della fotografa Camilla Micheli, mentre nella vetrina della Saletta egizia, tra i reperti e le divinità ibride (metà umane e metà animali) collezionati da Lydia Morando, si dispongono gli scorpioni e i serpenti di Pippa, ritagliati all’interno di grandi banconote.

Quasi un fil rouge, ad accompagnare chi visita la mostra e il museo, sono le tracce della performance ‘Sposa in viaggio’. L’8 marzo 2008 Pippa Bacca è partita da Milano in autostop, diretta verso Gerusalemme, per attraversare undici paesi allora da poco usciti da guerre e tensioni. Nel percorso di Palazzo Morando, si svelano le tappe dell’itinerario e gli incontri avvenuti lungo il cammino, anche grazie alle fotografie di Sirio Magnabosco (a Istanbul) e Maja Slavec (a Lubiana). Altro apice, nella monumentale Sala dell’Olimpo, sotto l’affresco che rappresenta le nozze tra Giove e Giunone, il vestito da sposa, secondo esemplare realizzato dall’artista in collaborazione con Byblos, identico a quello indossato durante il viaggio.

“Questa mostra ci permette di rendere omaggio a una grande artista milanese, ma anche di riflettere sulla sua visione del mondo, fatta di coraggio, libertà e un’umanità profonda – dichiara l’assessore alla Cultura Tommaso Sacchi –. Pippa Bacca ha saputo trasformare il suo impegno artistico in un viaggio simbolico di incontro tra culture, un tema che oggi risuona con forza nel contesto globale. Un’eredità che Milano custodisce anche attraverso il giardino a lei dedicato, spazio di bellezza e memoria nel cuore della città”.

Un ultimo ‘innesto’ completa la mostra: nella Galleria dei busti, si accende To shine (to Pippa) di Cosimo Piovasco di Rondò, alter ego nell’universo di Pippa di Marco Brianza, il cui percorso artistico è stato influenzato profondamente da questa amicizia. L’opera è costituita da una catena di lampadine a incandescenza che rimarranno accese per tutta la durata della mostra fino a quando, una a una, esauriranno il proprio ciclo vitale, in un tempo e momento non prevedibili. Ogni ora una macchina fotografica automatica immortalerà l’opera, registrando anche i cambiamenti della luce naturale.