“MOBBING DICK” CON CAROLINE PAGANI AL TEATRO LO SPAZIO DI ROMA

Caroline Pagani (sorella dell’indimenticato cantautore Herbert Pagani), è autrice, regista, costumista e attrice di Mobbing Dick un one-woman show che racconta la storia di una surreale e terribile audizione teatrale.

Mobbing Dick è spettacolo brillante, ironico, graffiante, uno spaccato, fra dramma, comico e tragicomico, reale e surreale-, sulla condizione delle artiste donne nel mondo dello show business.

Tra serio e faceto, comicità esilarante e surreale, una riflessione su Eros, Teatro e potere, ai tempi di Shakespeare, così come nella nostra contemporaneità.

Un teatro, un’attrice, un regista attraversano alcune scene tratte da Lucrezia Violata, Misura per Misura, Sogno di una notte di mezza estate, Antonio e Cleopatra, Romeo e Giulietta.

Un’attrice sbarcata a un’audizione con un baule pieno di personaggi shakespeariani, si imbatte in un Maestro ben diverso da come se lo immaginava.

Un regista pochissimo interessato alle sue qualità artistiche e le cui derive filosofiche ritornano eternamente “all’origine della vita”.

I due si fraintendono e i loro malintesi generano un succedersi di momenti dalla comicità esilarante e surreale, che ripropongono, in forma rapsodica, le mille facce di una realtà non certo ignota ma, ancora oggi, spesso garbatamente taciuta e rimossa.

Exit l’erotismo dei versi, l’orgasmo tramite l’estetica, i vari modi di dire il desiderio in scena.

Alla cornice drammaturgica dell’audizione – riflessione tragicomica sul mondo delle audizioni e dello star system – si sovrappone un viaggio nell’Eros attraverso alcuni personaggi femminili delle opere di William Shakespeare: Isabella di Misura per Misura, Titania del Sogno di una notte di mezza estate, Giulietta, Cleopatra e l’eroina di Lucrezia Violata.

Un girotondo femminile e fantastico, una galleria di personaggi, caratteri e passioni di sconcertante attualità. Donne, così come l’attrice, accomunate da un destino scritto dalle loro passioni, dal loro rapporto con il demone di Eros.

Nelle tristi vessazioni di un’attrice, animula alla mercé del sistema, si perpetuano e riflettono anche quelle storicamente subite dalle donne. Una riflessione sul desiderio, su l’eros, e sul fare teatro. Per sfuggire alle richieste del sedicente regista, l’attrice individua quale unica via d’uscita una full immersion nel suo mondo, quello del teatro e de l’attorialità allo stato puro, una personale ricetta per esorcizzare la dinamica del volere e del potere a tutti i costi, con finale a sorpresa. Ai versi di Shakespeare è affidato l’ultimo e insostituibile potere salvifico: al di là della scena e degli orpelli del teatro, la parola. E la sua eco.

Spettacolo vincitore del Premio dell’Unione Femminile Nazionale Italiana (2009), Premio La corte della Formica miglior attrice, premio del pubblico (2010), Napoli. Premio Teatri Riflessi (2022), miglior spettacolo e Premio Ginestre (202)2, Premio Fersen alla Regia (2023).