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Dall’11 febbraio al 2 giugno, Palazzo Bonaparte a Roma ospiterà la mostra “Munch. Il grido interiore”, con 100 opere provenienti dal Munch Museum di Oslo. L’esposizione offrirà uno sguardo approfondito sulla vita e sull’arte di Edvard Munch, noto per essere l’autore de “L’Urlo”, esplorando le emozioni umane più profonde come tristezza, solitudine, morte e amore. Il percorso artistico dell’autore, caratterizzato da un uso innovativo del colore, si prospetta un viaggio introspettivo tra le emozioni dell’animo umano, il tutto in una splendida location neoclassica nel cuore di Roma.
Le più profonde inquietudini dell’animo umano arrivano a Roma per mostrarsi in tutta la loro intensità, attraverso le splendide opere realizzate dal noto artista norvegese Munch. Dall’11 febbraio fino al 2 giugno, Palazzo Bonaparte ospiterà 100 opere provenienti dal Munch Museum di Oslo, regalando alla Capitale una delle più grandi mostre dedicate al maestro dell’espressionismo psicologico. La mostra dal titolo “Munch. Il grido interiore”, realizzata grazie anche al patrocinio della Reale Ambasciata di Norvegia a Roma, offrirà ai visitatori una prospettiva privilegiata sulla vita e sul pensiero di Edvard Munch, conosciuto principalmente per la sua celebre tela “L’Urlo“. L’autore, considerato un precursore dell’Espressionismo e uno dei più grandi esponenti simbolisti dell’Ottocento, ha avuto una vita difficile, segnata da diversi lutti e rapporti complicati che lo hanno portato ad esplorare le emozioni più intime e profonde dell’animo umano tra cui la tristezza, la solitudine, la morte e l’angoscia ma anche la gioia, la frenesia e l’amore.
La potenza delle emozioni, che Munch cerca di trasmettere attraverso i colori vibranti, i contrasti e le pennellate, ha attraversato i secoli e ispirato molti giovani artisti contemporanei. Il suo è un linguaggio universale che osserva la realtà da un punto di vista psicologico, indagando in profondità l’essere umano, senza aver paura di mostrarne le fragilità e il conflitto interiore. Il suo stile si distaccava dalla tradizione accademica della sua epoca, cercando di esplorare e rappresentare emozioni e stati d’animo profondi attraverso un utilizzo innovativo del colore, spesso vibrante e simbolico, ma anche attraverso forme distorte e stilizzate che creavano un impatto visivo intenso.
A distanza di 20 anni la mostra, curata da Patricia G. Berman che è una delle più grandi studiose al mondo di Munch, racconterà tutto l’universo dell’artista, il suo percorso umano e la sua produzione, mostrando anche delle versioni litografiche custodite a Oslo del celebre L’Urlo (1895). Tra i dipinti più famosi non mancheranno anche La morte di Marat (1907), Notte stellata (1922–19249), Le ragazze sul ponte (1927), Malinconia (1900–1901) e Danza sulla spiaggia (1904).
A rendere ancora più affascinante e suggestiva questa mostra sarà poi la splendida location di Palazzo Bonaparte a Piazza Venezia: si tratta di un elegante edificio storico di architettura neoclassica, costruito nel XVIII secolo, che in origine fu residenza della madre di Napoleone Bonaparte e che oggi ospita invece diversi eventi culturali. E se la bellezza delle sale non dovesse bastare, il viaggio artistico tra le opere di Munch arriva a Roma nell’anno del Giubileo: un 2025 che promette di vestire di sacralità la Città Eterna, attribuendole un’atmosfera unica e irripetibile.