Dopo il concerto d’inaugurazione di domenica 15 settembre, appuntamento che ha dato il via nel migliore dei modi alla nuova stagione dell’Orchestra Sinfonica di Milano, venerdì 27 (ore 20) e domenica 29 settembre (ore 16) è il momento del primo programma sinfonico della Stagione all’Auditorium di Milano, che rappresenta in qualche modo un omaggio all’Italia, e che vede protagonista Luigi Piovano, che dal ruolo di primo violoncello dell’Orchestra dell’Accademia Nazionale di Santa Cecilia ha intrapreso una eccellente carriera direttoriale, mettendo a servizio delle orchestre tutta la sua esperienza. Piovano si esibisce nella doppia veste di direttore e solista: il Concerto per violoncello e orchestra n. 1 op. 33 di Camille Saint-Saëns, l’Ouverture da L’italiana in Algeri di Gioachino Rossini e la Sinfonia n. 4 Italiana di Felix Mendelssohn.
Quello di Luigi Piovano è un graditissimo ritorno all’Auditorium di Milano. Nel novembre del 2022, due stagioni fa, saliva sul podio della Sinfonica, sempre nella come solista e direttore, allora abbinando Šostakovič (Concerto n. 1 per violoncello e orchestra) a Beethoven (Sinfonia n. 7), riscuotendo un grande successo. Si legge in una recensione, a proposito della sua esecuzione solistica, “una disarmante disinvoltura con cui ha affrontato la partitura” e, a proposito della sua lettura da concertatore, “un costante lavoro per far emergere le intenzioni dell’autore, per una Settima che più beethoveniana di così non si può”.
Su queste eccellenti premesse, il primo concerto della stagione 24/25 in Auditorium mette insieme un impaginato di grandissimo interesse, attraversato da un fil rouge dedicato all’Italia.
E’ infatti durante il soggiorno nel Belpaese, nel 1831-1832, che Felix Mendelssohn compone il suo grande omaggio all’Italia, la Sinfonia n. 4 in La maggiore op. 90 “L’Italiana”, un compendio eccezionale delle suggestioni avute a Venezia, Napoli e Roma, dove il compositore abitava a Piazza di Spagna, e, come si evince dalle lettere, dove Mendelssohn si innamora letteralmente della Trinità dei Monti, del Pincio, del Ponte Nomentano. Ne risulta una musica luminosa, piena di gioia, come scrive il compositore: “Si tratta della musica più gaia che io abbia composto”, carica di quella felicità che travolge l’ascoltatore nell’infuocato incipit dell’Allegro vivace e che domina tutto il movimento, e che culmina nel celebre Saltarello finale della sinfonia, una tarantella che si dipana a partire dal turbinio di terzine degli archi, fino ai vertiginosi passaggi in staccato dei legni. Un brano sinfonico che è tutto ritmo.
Ancora Italia, con la sinfonia da L’italiana in Algeri di Rossini, composta venti anni prima rispetto a “L’Italiana” di Mendelssohn, un’opera che si sviluppa lungo un contrasto netto fra l’idilliaco e il grottesco, che, magicamente, finiscono per convivere in armonia. Proprio a partire dal primo tempo della Sinfonia, l’Andante, si percepisce immediatamente il clima dell’intera opera, con il tema enunciato dell’oboe. Ma è nel celebre Allegro che emerge il carattere luminoso e scattante, più italiano, se si vuole, “con la lucente sonorità della strumentazione e la perentorietà dei crescendo”, per dirla con Rodolfo Celletti.
Un salto in avanti di sessant’anni, nel 1872, e ci troviamo di fronte al Concerto n. 1 per violoncello e orchestra in La minore op. 33 di Camille Saint-Saëns, con cui Piovano apre l’impaginato da solista, con una partitura magnifica composta espressamente per esaltare le qualità di Auguste Tolbecque, eccellente violoncellista del tempo, a cui il lavoro è dedicato. Una pagina solistica considerata fin da subito una delle opere più affascinanti della letteratura per lo strumento e accolta con entusiasmo dai violoncellisti.
Con questo appuntamento si apre la stagione 2024/2025 dell’Orchestra Sinfonica di Milano all’Auditorium di Milano, una stagione per tutti, che non esclude nessuno, e che, come afferma Emmanuel Tjeknavorian, “garantisce in ogni sua parte che tutti coloro che saranno in sala, da settembre a giugno, saranno toccati emotivamente da ciò che ascolteranno.” Ognuno è invitato a vivere la sua personale esperienza con l’Orchestra Sinfonica di Milano. E, proprio per questo, da quest’anno è disponibile l’Abbonamento mosaico, componibile in base alle proprie necessità.
Abbonamento mosaico: la formula ideale per costruire la propria esperienza con l’Orchestra Sinfonica di Milano
All’Abbonamento classico, un abbonamento fisso a 30 o 15 concerti, si affianca quest’anno l’Abbonamento mosaico, una formula di abbonamento a 15 o 10 concerti, componibile a proprio piacimento scegliendo gli appuntamenti al momento dell’acquisto da tre diverse categorie in cui sono raggruppati i concerti della Stagione Sinfonica. Un’opportunità in più per costruire la propria esperienza all’Auditorium di Milano, modellando un percorso d’ascolto a piacere in base ai propri gusti e alle proprie esigenze. In vendita da lunedì 17 giugno.
Conferenza introduttiva
Venerdì 27 settembre alle ore 18.30 si terrà una conferenza introduttiva nel Foyer della Balconata, intitolata Classicismo, Romanticismo, Belle Époque, relatrice Anna Rastelli: “Camille Saint-Saëns è uno dei compositori (come Franck, Debussy, Satie) che nella Francia della Belle Époque chiudono l’Ottocento sinfonico dei grandi maestri tedeschi e russi. A lui si dovette anche l’avere risvegliato e valorizzato la produzione nazionale francese. Eppure – e nonostante anche i grandi successi nel campo dell’opera – la sua musica restò a lungo incompresa. L’Ottocento si era aperto, all’insegna del classicismo, con la rivoluzione operistica attuata da un Rossini “nel fiore del genio e della giovinezza”, come lo descrisse Stendhal proprio per L’italiana in Algeri. Felix Mendelssohn, a sua volta. segnò il punto di passaggio fra il Classicismo e il Romanticismo, in cui occupa una posizione centrale grazie alla ricchezza dei motivi di ispirazione, all’ampiezza di cultura letteraria, e insieme per il suo cosmopolitismo.”