Un’opportunità straordinaria per vivere momenti culturali di gioia e divertimento in un contesto stimolante. Torna il Ginesio Fest, uno degli eventi più attesi della stagione festivaliera teatrale. La sua quarta edizione – la seconda diretta da Leonardo Lidi – si svolgerà dal 18 al 25 agosto presso la splendida città di San Ginesio, in provincia di Macerata.
Il Ginesio Fest, diventato un punto di riferimento nella geografia teatrale italiana, vedrà la cittadina di San Ginesio trasformata in un palcoscenico incantevole, circondato dalle storiche mura medievali. Uno dei borghi più belli d’Italia, che nel 2016 è stato gravemente danneggiato dal terremoto, ma che ha saputo sin da subito dimostrare la forte volontà di rinascita sociale culturale ed economica. Un festival diffuso e originale i cui spettacoli, residenze artistiche, seminari e laboratori per professionisti, bambini e adolescenti si intrecciano con gli spazi della cittadina.
Punta di diamante dell’intero programma è il Premio San Ginesio “All’arte dell’Attore”, anch’esso alla quarta edizione, assegnato da una giuria presieduta da Remo Girone e composta dal giornalista Rodolfo di Giammarco, dall’attrice Lucia Mascino, dalla poetessa Francesca Merloni e dal regista Giampiero Solari. Il premio celebra ogni anno un attore e un’attrice che si sono distinti nel corso delle loro carriere. Le edizioni precedenti hanno visto il premio assegnato a Federica Fracassi, Massimo Popolizio, Carolina Rossi, Michele Di Mauro, Paolo Pierobon, Lino Guanciale, Petra Valentini. “San Ginesio è il Patrono della gente di teatro, ed è anche il Patrono del Borgo di San Ginesio. – afferma Remo Girone – il Premio San Ginesio All’arte dell’Attore, non poteva che nascere qui”. I vincitori saranno annunciati ad agosto.
“Vogliamo onorare l’arte dell’attore e celebrare coloro che con il loro lavoro incantano il pubblico e trasformano le storie in esperienze indimenticabili – ha dichiarato Isabella Parrucci, direttrice generale del Ginesio Fest – Il Premio San Ginesio all’Arte dell’Attore rappresenta il nostro riconoscimento nei confronti di quegli attori straordinari che portano magia e profondità sul palco. Il Ginesio Fest offrirà agli artisti, ai professionisti della scena e agli appassionati uno spazio unico per esplorare il mondo della recitazione attraverso spettacoli, workshop, incontri con attori e registi di fama nazionale e molte altre attività speciali e allo stesso tempo sarà garante per la rigenerazione sociale, culturale ed economica di un intero territorio”.
La straordinaria bellezza di questo borgo ha ispirato il pensiero artistico di Leonardo Lidi in funzione del cartellone della stagione 2023 del Ginesio Fest.
“Il primo giorno che ho messo piede a San Ginesio – afferma Leonardo Lidi – la mia attenzione è stata rapita, come credo accada alla maggior parte dei turisti, dalla Chiesa di Santa Maria Assunta, detta anche Collegiata. Isabella Parrucci, nel mostrarmi le bellezze territoriali, mi ha portato davanti alla famosa Formella raccontandomi la diatriba tra le possibili raffigurazioni. San Ginesio assieme alla sua maschera o Pipino il Breve assieme alla testa della moglie Bertrada?
Per me, uomo di teatro e Direttore Artistico del Ginesio Fest, la scelta è stata facile: La maschera del Santo sarà la maschera del nostro Festival e dovremmo organizzare un’edizione tutta incentrata sul tema della Maschera! Protezione o Esposizione? E soprattutto, perché indossarla ancora? C’è davvero qualcuno, oltre ai supereroi, che ancora utilizza una Maschera?
Nel 2023, dove posso elaborare in ogni minuto della mia esistenza un contenuto e spargerlo nel mondo, che posso condividere cosa ho nel piatto, chi ho nel letto, i dentini persi da mio figlio. In questo 2023 che più sono Vero e più ricevo consenso, che distribuisco pagine del mio diario segreto e spiattello senza filtri gioie e dolori, teorie e convinzioni, dove i Like si moltiplicano sotto necrologi di pessimo gusto, oggi dove la fragilità è un’arma per raggiungere popolarità, che mi importa della Maschera? L’errore sta alla base. Le considerazioni che esterniamo nell’ Instamondo non sono nostre, ma di Lui. Quel Lui che parla per noi e con il nostro nome, che tanto ci somiglia ma che non siamo noi. Il nostro Avatar. Presente in un mondo che non è il nostro pianeta. Fuori dal reale. Dove tutti litigano e nessuno respira. Un lui che indossiamo, che ci mettiamo addosso. E un domani immediato sarà nel virtuale, dove indosseremo una maschera sugli occhi per sparire. Per dare vita all’altro, che viaggia ovunque senza visitare nulla, che mangia tutto senza sentirne il gusto. Maschere per sparire e mascherine per proteggersi, per salvarci la vita, per tenerci distanti, maschere che nascondono un sorriso. Sì, la maschera è un concetto di assoluto interesse oggi, e soprattutto domani. E che San Ginesio ci protegga”.
Nella costruzione di questo percorso teatrale incentrato sulla maschera, la direzione artistica punta sempre la sua attenzione sulla drammaturgia contemporanea, una drammaturgia che affronta il linguaggio del presente.
“La prima artista a cui ho pensato – racconta il Direttore Artistico Lidi – per avviare questa ricerca attorno alla maschera è Giuliana Musso. Da spettatore mi sono emozionato nell’incontrarla così diversa e così credibile nelle varie dimensioni che ha abitato negli anni. Maschere inaspettate. “La Scimmia” (18 agosto ore 21.00) è il nostro inizio. Primordiale e mostruosa, può indossare la maschera del Buffone. Trasformazione, evoluzione ed involuzione della specie, tornare bestie e ritrovarsi in gabbia, in una involontarietà volontaria. Il nostro anno Uno non poteva che essere questo spettacolo. Per condividere con il pubblico Ginesino il mio stupore nel vedere gli artisti abitare più maschere e più mondi e per sottolineare il trasformismo come forma d’arte in questa edizione vedremo alcuni attori indossare più abiti. È il caso di Giuliana Musso che, come secondo spettacolo presenterà “Mio Eroe” (20 agosto ore 21.00), spettacolo che racconta le maschere di dolore delle madri durante la guerra. Una guerra specifica e allo stesso tempo generica. Una guerra lontana che ci tocca da vicino. Un’esperienza collettiva imprescindibile in questo momento storico. Altro pianeta da esplorare insieme è quello proposto da una compagnia di cui posso definirmi un tifoso rumoroso: La Piccola Compagnia Dammacco. Le loro maschere del presente sanno essere divertenti e paradossali, concrete e sulla Luna. Empatici, non temono il pop e sanno raggiungere vette di drammaturgia altissime con storie semplici e mai facili. “Esilio” (19 agosto ore 21.00) è la storia di un Omino e della sua Anima obbligati ad affrontare la perdita del lavoro e la conseguente perdita dell’identità. “La buona educazione” (21 agosto ore 21.00) è la storia di una zia zitella costretta a ricoprire il ruolo di Madre per l’amore di un nipote juventino. Perché ancora oggi “la maschera”? Due momenti nella stessa sera ci aiuteranno a rispondere a questa domanda. Si parte con lo spettacolo “Sulla morte senza esagerare” (22 agosto ore 21.00), spettacolo di esordio della Compagnia dei Gordi. Originali e coerenti i Gordi hanno saputo imporsi nel teatro italiano in un battito di ciglia. Partendo dalla maschera hanno costruito una poetica solida e fantasiosa. Seguirà un momento di riflessione, una novità che non vedo l’ora di condividere con il nostro pubblico. Francesco Mandelli vi aspetta per Talk Mask (22 agosto ore 22.30). Chi ha saputo raccontare attraverso la Maschera il paese negli ultimi quindici anni? Chi ha indossato il volto dell’Italiano e l’ha portato all’estremità delle sue contraddizioni nel nuovo secolo? Francesco Mandelli, nella parentesi dei Soliti Idioti con Fabrizio Biggio, ha creato maschere in grado di coabitare in cinema, teatro e televisione. Ma quando indossare una maschera? E quando la maschera, come nel meraviglioso film con Jim Carrey, diventa schiavitù e trappola? In questo viaggio attraverso la maschera non potevamo certo rinunciare al pensiero produttivo e alla formazione, tasselli fondamentali per la nostra realtà che non dimentica la ricostruzione come punto di partenza. Dopo la fortunata esperienza dello scorso anno di “Concerto per Vitaliano” di Di Mauro/Visioli e il laboratorio di scrittura di Bellani/Baglioni dovevamo cercare un altro artista di rara sensibilità, una persona capace di comprendere i nostri obiettivi e trasformarli, grazie alla forza di una febbrile creatività, in arte. Sono orgoglioso di comunicare che l’artista residente di quest’anno sarà Filippo Timi. Filippo creerà insieme al laboratorio e al borgo due momenti fondamentali per questa speciale edizione.
Qui le parole di Filippo Timi:
“Il laboratorio che terrò al Ginesio Fest porta un titolo molto evocativo: Per te farò sanguinare i fiori del paradiso (la maschera del desiderio). Questo nasce perché, riscrivendo Il paradiso perduto di Milton ho immaginato che da sempre questi angeli hanno gli occhi chiusi perché qualcuno gli ha detto che se li avessero aperti, sarebbero rimasti accecati. Satana, candendo in tentazione, apre gli occhi e scopre che nessuna luce divina lo sta accecando. Ne deduce che Dio non esiste. A quel punto il suo grande desiderio è quello di far aprire gli occhi all’ Arcangelo Gabriele di cui è innamorato, solo che l’Arcangelo si trafigge gli occhi per punirsi e per non vedere l’amore che anche lui prova, mentre Satana si lascia cadere. Questo è per me una sorta di risveglio di primavera”.
L’idea della serata/spettacolo del 23 agosto (ore 21.00) nasce da una suggestione che parte da Koltès. “One shot show” di Filippo Timi e Lorenzo Chiuchiù con Filippo Timi, Matteo Prosperi e tutti attori della scuola dello stabile di Torino. Lo spettacolo nascerà dal percorso laboratoriale tra Filippo Timi e gli studenti dello Stabile di Torino. Uomini e animali, un crepuscolo incerto è l’ora in cui si svolge l’azione. Un uomo insoddisfatto di essere uomo e insoddisfatto di essere animale davanti a un uomo insoddisfatto di essere uomo e insoddisfatto di essere animale. lo stesso rapporto che c’è tra attore e spettatore, è imprescindibile uno all’altro, ricchi allo stesso modo e allo stesso modo poveri… lo spettacolo diventa un esorcismo, una invocazione al miracolo, gli attori come geroglifici. I ruoli come simboli.
La programmazione del Ginesio Fest 2023 prosegue il 24 agosto (ore 21.00) con Roberto Latini: “Un bellissimo ritorno chiuderà i giorni di spettacolo – dichiara Leonardo Lidi – un amico del Ginesio Fest che non poteva mancare nell’edizione dedicata alla maschera: Roberto Latini. Nipote della Commedia dell’Arte, tra Arlecchino e Pinocchio, Latini è Metamorfosi. Il suo lavoro guidato da una ricerca personale e costante è per me stimolo e confronto continuo. Con il suo “Venere e Adone” non potevamo garantirci un finale migliore. La nostra carta degli Imprevisti, dopo il successo dello scorso anno di “Chiamami” di Annamaria Troisi, abbiamo deciso di pescarla a Torino con la compagnia Asterlizze di Alba Porto e Mauro Bernardi. Partendo dalla maschera come strumento tecnologico Asterlizze ti invita ad un viaggio personale: indossando un visore ci si catapulta nella cameretta di una ragazzina. Considero il metaverso nemico del teatro e sono convinto sarà sicuro argomento di discussione delle tavole rotonde dei prossimi 30 anni – evitarlo è impossibile, affrontarlo è d’obbligo”.
Uno spazio speciale del festival sarà dedicato all’infanzia e all’adolescenza. Non un mero momento di animazione ma un’occasione per i più piccoli per avvicinarsi al mondo delle arti performative attraverso laboratori e spettacoli. Il programma sarà curato anche in questa edizione da Vera Vaiano, artista che da anni opera con successo sul territorio nel settore del teatro ragazzi. La sezione infanzia e adolescenza di questa quarta edizione del festival, come per gli anni precedenti, viaggia su due binari paralleli, gli spettacoli e l’offerta formativa.
Gli spettacoli sono stati scelti interrogandosi su cosa è una maschera e su come diversi artisti interpretano la propria maschera in scena utilizzando tecniche diverse. Sono stati selezionati spettacoli che per linguaggi e temi possano essere fruibili e godibili da tutta la famiglia. Abbiamo immaginato il nostro pubblico fatto di bambini, ma anche di ex bambini! Bambini e ragazzi sono il pubblico di domani, ma vogliamo risvegliare anche il fanciullo sopito in ogni adulto, per condividere insieme la gioia e l’esperienza unica dello spettacolo dal vivo.
Tutte le compagnie in programma propongono all’interno del festival anche laboratori quotidiani per bambini dai 6 ai 12 anni. Un momento di incontro ed avvicinamento tra l’artista ed il proprio pubblico oltre la scena, fuori dal palco, faccia a faccia. Costruzioni di burattini, clown di famiglia, teatro dell’oggetto, la scoperta del fantastico mondo delle maschere, ogni pomeriggio è una nuova avventura.
Continua la proficua collaborazione tra il Festival e le scuole del territorio che diventano portavoce del progetto del festival ai propri allievi. Gli adolescenti tra i 13 e i 19 anni sono invitati a partecipare ad un laboratorio intensivo di 5 giorni (18/22 Agosto) che si conclude con una restituzione finale il 23 agosto. Le attrici Elena Fioretti ed Elena De Carolis propongono il meraviglioso laboratorio “Landscape”: una formazione intensiva in cui gli allievi tracceranno una mappa emozionale di San Ginesio, individuando le tappe di un percorso che sarà riempito di evocazioni e suggestioni elaborate dai ragazzi. Il pubblico grazie al lavoro di fine corso vivrà i luoghi quotidiani del borgo attraverso gli occhi straordinari della performance dal vivo.
Le compagnie ospiti della sezione infanzia e adolescenza saranno:
- Sabato 19 agosto ore 18.00 Oratorio San Filippo Neri – “Party Time. Le straordinarie avventure di un papà fuori dal comune”.
- Domenica 20 agosto 00 Oratorio San Filippo Neri – Politheater. Cappuccetto rosso e i due lupi. Teatro di figura
- Giovedì 24 agosto ore 18.00 Oratorio San Filippo Neri – Compagnia Puet. L’incredibile Circo Pouet, teatro di figura, teatro dell’oggetto
- Venerdì 25 agosto Gino il re – di e con Francesco Dendi e Edoardo Nardin
Da non perdere, all’interno del cartellone anche gli appuntamenti con le letture – all’ora del tramonto – di Remo Girone.
A fare gli onori di casa come conduttore della serata inaugurale e finale e per gli incontri con le compagnie sarà Christian La Rosa.
San Ginesio è avviato ormai ad essere un vero e proprio “Borgo degli attori”, un punto di riferimento stabile una meta privilegiata in cui non solo si celebra il mestiere dell’attore, ma dove lo si studia e approfondisce. Ora la volontà di animare il borgo non solo nel periodo estivo con le giornate d festival, ma durante l’intero anno, contribuendo, a partire dalla cultura teatrale, alla rinascita di un territorio, diventerà realtà grazie ad un piano di finanziamenti provenienti dal Pnrr Il GINESIO Fest è parte di un progetto di rigenerazione urbana, il “Borgo degli Attori”, in cui le arti teatrali sono strumenti di inclusione e accesso alla cultura, e canale di sviluppo economico. Questa prospettiva partirà con il progetto TE.TA. promosso dal Comune per la misura B.2.2. PNRR e classificatosi 4° su 12 progetti ammessi (oltre 60 presentati). Il progetto realizzerà nell’ex Istituto “Frau” una scuola di mestieri teatrali, in grado di portare tra le varie attività (masterclass, residenze, teatro-comunità, eventi, e-learning) almeno 200 discenti e 1000 ulteriori arrivi turistici annui, con sinergie aggiuntive con le altre attività previste (una struttura ristorativa e uno spazio coworking).
Promosso e organizzato dal Comune di San Ginesio in collaborazione con l’Associazione Culturale GINESIO FEST, il festival si avvale del patrocinio e del sostegno della Regione Marche, della Provincia di Macerata, della Fondazione Carima, della Camera di Commercio delle Marche, della Fondazione Aristide Merloni, dell’Unione Montana dei Monti Azzurri, di AGIS Marche, della Fondazione Marche Cultura, dell’Amat, della SVEM-Società di Sviluppo Europa Marche, del Parco Nazionale dei Monti Sibillini, dell’Università degli Studi di Camerino, dell’Università degli Studi di Macerata, dell’Università Politecnica delle Marche, dell’Università degli Studi di Urbino.