SANTA TERESA DI RIVA – L’edizione 2022, la settima di un appuntamento che riscuote enormi consensi, ha calato il sipario.
Zabut, con in programma 27 cortometraggi provenienti da 17 nazioni e con la new entry della Palestina, ha ufficialmente alzato il sipario il 28 luglio e in una carrellata ricca di attese ed emozioni ha spento i riflettori ieri sera. Location di prestigio è stata per tutte le quattro serate, il Parco Unità d’Italia della Villa Crisafulli-Ragno.
A presentare la settima edizione di Zabut Festival Caterina Limardo, componente dell’Associazione Taglio di Rema, nonché organizzatrice dell’evento insieme a Cinzia Bongiorno; Nello Calabrò; Carmelo Casale; Antonello Mantarro; Stefania Pasquale; Cristina Totaro.
Il concorso dell’edizione 2022 di Zabut Festival, ha presentato 11 prime italiane e una prima mondiale.
Il “Premio esterno Cinit- Cineforum Italiano” è andato al corto che «meglio rappresenta i valori della solidarietà e dell’inclusione»: “Promised Land” di Andrea Pierri, Italia.
LA TRAMA DI Promised Land (8’42’’) di Andrea Pierri – ITALIA:
Ogni giorno moltitudini di persone rischiano la vita nel Mar Mediterraneo per raggiungere le coste meridionali dell’Europa, la nuova Terra Promessa. Il mare, che un tempo si aprì per consentire il passaggio di Mosè, ora si chiude con indifferenza sulle storie e le vite di innumerevoli vittime. Una realtà quotidiana che riguarda tutti noi.
Il “Premio miglior cortometraggio Zabut 2022” è andato a
“Night” di Ahmed Saleh, Palestina, con la seguente motivazione: «Un’opera capace di imporsi fin dal primo sguardo per la sua potenza emotiva e immaginifica, e per la notevole maturità artistica, tecnica ed espressiva. La matericità della stop motion si fa immagine concreta di un dolore atavico e irredimibile, scolpito nei volti stremati eppure indomiti di adulti e bambini, orfani raminghi smarriti in un labirinto di rovine silenti, e in quello, cieco e desolato, di numi tutelari ormai incapaci di consolarli. Un diorama di struggente pietà che trascende anche le proprie istanze contingenti per farsi autentica parabola universale».
LA TRAMA DI
“Night” (15’57’’) di Ahmad Saleh – PALESTINA (Opera prima) – (Iˆ Italiana):
La polvere della guerra tiene gli occhi insonni. La notte porta pace e sonno a tutte le persone nella città distrutta. Solo gli occhi di una madre di un bambino scomparso rimangono vigili.
La giuria, composta da Elena Chiesa, Eric Rittatore e Cristiano Travaglioli, ha voluto sottolineare la qualità della selezione con tre menzioni speciali:
Menzione n. 1:
“Your bad Animals” di Ido Shapira e Amit Cohen, Israele, con la seguente motivazione: «Una grafica da fumetto underground che si abbina a un sound design adeguatamente straniante nel descrivere con grande efficacia la “selva oscura” di sentimenti e paure di una giovane donna alle soglie dell’età adulta, in cui desiderio e abuso, protezione e possesso, perdono i netti confini dell’infanzia per rivelare l’intrinseca, ferina violenza insita nelle relazioni umane».
LA TRAMA DI
“Your bad animals” (11’15’’) di Ido Shapira, Amit Cohen – ISRAELE (Opera prima); (Iˆ Italiana):
Rachel, giovane topo ribelle, vive da sola con sua madre in una tana. La sua unica connessione con il mondo esterno è un’app come Tinder, dove può guardare gli animali che vivono nella città sopra di lei. Quando il suo telefono si guasta, si ritrova inaspettatamente in un viaggio in cui esce con gli animali più pericolosi della città, nonostante la madre non voglia e la controlli. Esce con una giraffa carismatica, una tigre seducente e, infine, con un piacevole coniglio. Scoprirà che il mondo esterno non è quello che si aspettava e troverà nuova compassione nel suo rapporto con sua madre.
Menzione n. 2:
“Yalla!” di N.Nassar, E. Pitula, R.de Saint Albino, C. Adant, A.Sassatelli, C. Behague, Francia, con la seguente motivazione: «Tra echi neorealisti e slanci felliniani, un rigenerante inno all’ottimisimo e alla resistenza, che rifugge il patetismo mettendo in scena una coppia di eroi slapstick degna di Charlot e Buster Keaton nell’opporre ostinatamente alla violenza bruta l’irriducibile potere dell’immaginazione».
LA TRAMA DI
“Yallah!” (7’03’’) di Nayla Nassar, Edouard Pitula, Renaud de Saint Albin, Cécile Adant, Anaïs Sassatelli, Candice Behague – FRANCIA (Progetto studentesco / opera prima):
Beirut, 1982. Mentre Nicolas si prepara a fuggire dalla sua città natale, dilaniata da una guerra civile senza fine, incrocia il cammino di Naji, un adolescente spericolato determinato ad andare in piscina. Cercando di proteggere il giovane, Nicolas si ritrova trascinato in una surreale corsa contro la guerra, tutto per la pura libertà di andare a nuotare.
Menzione n. 3:
“Ailín en la luna” di Claudia Ruiz, Argentina, con la seguente motivazione: «Un piccolo-grande conflitto famigliare declinato sull’esile filo di una filastrocca infantile, che prima allontana e infine riunisce madre e figlia: pianeti talora in opposizione ma sempre capaci di riconciliare le proprie orbite”».
LA TRAMA DI
“Ailín en la luna” (5’00’’) di Claudia Ruiz – ARGENTINA:
Lavorare, fare la spesa, cucinare, pulire, stirare, prendersi cura di Ailín: questa è la routine di Vilma, madre di 40 anni, sopraffatta dalla fatica e dall’intolleranza della pelle. Un giorno Ailín, richiede l’attenzione della madre e ne provoca uno scoppio emotivo. La routine che le allontanava deve essere interrotta e questo permette loro di avvicinarsi di nuovo.
Il “Premio Migliore colonna sonora originale” è andato a
“The night Watch” di Julien Regnard, Belgio, con la seguente motivazione: «In una narrazione che rimanda talora esplicitamente alle atmosfere di Kubrik e David Lynch, questa colonna sonora riesce ad assecondare perfettamente la scansione circolare del dramma coniugale: le musiche, ipnotiche e ‘disumanizzanti’ sono appannaggio dell’ingannevole “Overlook Hotel” della memoria, con le sue grottesche maschere ferine che inutilmente provano a nascondere o stravolgere il rimorso e la colpa; alla realtà, livida e fredda come la neve che cade sui due protagonisti, restano solo silenzio e le grida dei corvi, guardiani di una notte (forse) irrimediabile».
LA TRAMA DI
“The night watch” (12’00’’) – (Iˆ Italiana) di Julien Regnard – BELGIO:
Una coppia si precipita fuori da una festa glamour. Sulla strada di casa, una discussione porta a un brutale incidente d’auto. Quando George riprende conoscenza, Christina è scomparsa. Sperimenterà quindi una vera e propria discesa all’inferno.
Infine, il “Premio del pubblico” è andato a “Umbrellas” di Jose Prats e Alvaro Robles, Spagna.
LA TRAMA DI
“Umbrellas” (12’00’’) di Jose Prats, Alvaro Robles – SPAGNA:
In una terra lontana dove la pioggia non si ferma mai, Kyna, una bambina di sei anni, trascorre le sue giornate giocando con noncuranza sotto la protettiva “barba a ombrello” di suo padre, Din. Una notte, l’amato cane di Kyna, Nana, scompare. Per trovarla, Kyna si imbarcherà in un’avventura alla scoperta di sé e affronterà la sua grande paura, la Pioggia.
A fare da ciliegina sulla torta, l’invio del toccante video da parte del vincitore per il miglior corto, Ahmed Saleh, in cui l’autore ha narrato il suo incontro con la madre protagonista del racconto.
Un successo di tutti e da condividere con tutti, quello della settima edizione di Zabut il Festival dei corti di animazione. Un evento che rende onore e regala uno spazio di prim’ordine a Santa Teresa di Riva.
ZABUT International Animated Short è un Film Festival Festival competitivo internazionale dedicato al cortometraggio d’animazione. È organizzato dall’Associazione Culturale Taglio di Rema (TdR) con il patrocinio del Comune di S. Teresa di Riva.
Il progetto grafico e immagine coordinata del Festival è a cura di Antonello Mantarro (www.antonellomantarro.it);
L’allestimento spazio festival è a cura dell’Arch. Carmelo Casale.
Il “Premio Zabut miglior corto” è di €1000 e il “Premio Zabut miglior colonna sonora” è di €400.