Giovane Italia addio! La lettera di dimissioni del nostro eroe perduto Francesco Repici da Fiumedinisi (Messina) arriva via web con qualche mese di ritardo. Perché in politica la chiarezza è sempre un qualcosa di soggettivo, di strettamente personale. Repici non fa eccezione e non potrebbe farla visto i suoi punti di riferimento politici… Roberto Corona, Gigi Cartagenova ecc… O meglio ex punti di riferimento dato che anche lui come il comandante del Concordia ha deciso di abbandonare la nave che affonda. Perché è di questo che si tratta: salvare il salvabile a prescindere da tutto. E il salvabile è una carriere politica, una nuova opportunità di occupare una poltrona, una sedia fosse anche uno sgabello nella segreteria più buia della provincia di Messina. Povero Repici, deluso e abbandonato dalla politica buona di Roberto Corona… Che tenerezza di ragazzo questo Repici. Il punto più alto lo raggiunge quando senza pudore ammette che Giovane Italia non era più operativa dal febbraio 2011… e allora perché aspettare quasi dodici mesi per svelarlo al mondo intero? Perché farsi chiamare coordinatore quando non c’era più nulla da coordinare se non la propria ambizione? Giovane Italia, giovane Messina. Vecchia logica di fare politica. E’ un sintomo che comincia a preoccupare: arrivati a un certo punto della fortunata carriera i migliori talenti della società dello Stretto si fermano, la loro evoluzione si blocca. Si perde di vista l’obiettivo, la realtà, il pudore, il contatto con la gente. Ci si crede fenomenali, magici, intoccabili, titanici. E non è un caso singolo, non è un virus maledetto che ha colpito il povero Repici. Purtroppo no! E’ un virus che riguarda molti cervelli che decidono a Messina, a Palermo, a Roma. Non a caso ci informa l’Eurispes il Parlamento occupa il gradino più basso nella classifica di considerazione degli italiani. Solo il 9,5% vi ripone molta o abbastanza fiducia. Per il 71,6% degli italiani la fiducia è diminuita, mentre soltanto per il 4,1% è aumentata. Per il 21,6% è invece rimasta invariata. La serie storica dal 2004 mette in evidenza come il dato del 2012 sia, in assoluto, il più alto sul fronte della sfiducia dei cittadini. L’aumento dei delusi, tra un anno e l’altro, passa dal 68,5% del 2011 al 71,6% del 2012 e, raffrontato con il 2010 (45,8%) segna un incremento superiore al 26%. Attenzione: ad esprimere un senso di sfiducia più forte sono i giovani tra i 25 e i 34 anni (74,6%). Magari Repici ha solo la colpa di essere stato preso sul serio da coloro che avrebbero dovuto fermarlo prima ancora di nominarlo, se le nomine in politica (ne dubitiamo) hanno ancora un criterio logico. Ma forse il caso Repici è la triste conferma che non è necessario capire di politica per fare il “COORDINATORE PROVINCIALE DI "GIOVANE ITALIA", il dramma è: fingere di essere meritevoli di tale gravoso incarico. Il guaio è che finché la politica si compiace del tafazzismo – il masochismo di colpirsi l’inguine con una bottiglia di plastica e traendo chiaramente piacere da tale pratica – premiando uno diversamente meritevole per un posto all’interno del partito sono problemi loro ma quando il tafazzismo invade enti, sottogoverni, società miste, allora sono problemi di tutti, principalmente dei cittadini che pagano … alla fine, i debiti provocati dai tanti mediocri nominati dalla politica. E purtroppo questo tafazzismo non è finito. E nessuno si senta esente da colpe.