Udite, udite il Pdl messinese è pronto a far la rivoluzione. Il Pdl targato Buzzanca & Garofalo non solo farà un sol boccone dell’antipolitica, ma darà una lezione di stile a quanti lo criticano. Sarà pur vero, saranno animati da bellissimi principi però i conti delle tessere non quadrano. A esempio: quante ne ha sottoscritte Giacomino Caci e quante Angelo Burrascano? Quante Roberto Corona e Nino Beninati? Insomma, quanta voglia c’è delle gante di sostenere il rinnovamento di Angelino Alfano? Non ci permetteremmo mai, tanto più se non richiesto, di dare suggerimenti ai capi tifosi messinesi di Berlusconi. Ma la ricostruzione di un partito, di una classe dirigente specie in una realtà come quella di Messina, è un discorso troppo importante per lasciarlo scadere, come è accaduto, a consulto fra addetti ai lavori. Cioè non basta sollevare da capo gruppo al Comune Pippo Capurro per abbracciare Giovanni Cocivera, per dirsi innovativi. Come non può essere modello di trasparenza l’aver svelato a scoppio ritardato quanto costano alla gente amministratori e consiglieri. La politica costa, eccome se costa, e non sarà l’indignazione a comando di falsi paladini a farcela vedere diversa solo ora. Il discorso, infatti, andrebbe ampliato con consulenze e incarichi professionali e sulle scelte di pianificazione urbana: si potrebbe scoprire che anche senza aver fatto nulla ci sono professionisti che guadagnano solo con progetti studio. Insomma, mentre il cittadino piange miseria perché afflitto dai debiti, loro – la società illuminata di Messina – se la suonano e se la cantano. Ma torniamo alle famose tessere del Pdl: ci troviamo di fronte a una situazione inquietante. Escludendo i fedelissimi del sindaco che per ovvi motivi devono tenere alta la quota gli altri si aiutano come possono e spesso lo fanno in maniera folcloristica. Uno su tutti Giacomino Caci ex Pd franzantoniano, ed ex ragazzo prodigio del Consiglio comunale. Una volta transitato nel Pdl si è dato da solo i gradi di grande elettore. Grandezza che nei numeri oltre che nei fatti non dimostra: una ventina forse trenta tessere consegnate alla corrente Germanà che il buon Giacomino spaccia in pubblico per cinquecento se non ottocento, magari in vista delle prossime amministrative. Un film già visto che sembra prodotto dalla Disney. In cambio di questo modesto contributo alla causa Pdl però Giacomino ottiene abbastanza (buon per lui!!!): visibilità e persino incarichi per la consorte. Direte, tengono famiglia: è la politica! Ed avete ragione, e avrebbe ragione pure Giacomino. Però, questa è la politica che non ci piace. Che non piace a moltissima gente, come dimostrano le ultime tornate elettorali. C’è un solo modo per combatterla: immettere anticorpi. E ciò è possibile solo tenendo alto lo standard professionale di chi la fa. Gli alibi, le giustificazioni, gli ingarbugliamenti non servono. Neppure per aiutare la nobile causa di quelli come Giacomino Caci.