Aria di elezioni in Sicilia, prime mosse di riposizionamento: il presidente del Consiglio del Comune di Messina, Giuseppe Previti (MPA), con la lettera trasmessa agli uffici di affari di Giunta e Consiglio e ai capigruppo consiliari, ha ufficializzato la sua adesione al gruppo misto. Ma il dato più singolare è che l’ufficio di presidenza non è più in mano alla maggioranza che ha vinto le Amministrative del 2008, bensì del gruppo misto: oltre Previti anche Angelo Burrascano era già transitato. Il terzo componente, Giuseppe Trischitta, eletto nel Pdl, dopo un passaggio al Misto, si trova ora al Fli. Insomma è la dimostrazione che qualcosa non fila per il giusto verso. Messina è allo sbando: la cattiva politica si combatte solo con la buona politica. Che però è poca, minoritaria, non a portata di mano. Ma comunque c’è. Ma se gli elettori preferiscono la brutta politica di chi è la colpa: della politica o dei cittadini? Della società o dei singoli? Se uno assiste a una seduta del Consiglio comunale, per esempio, prova quella rara sensazione di aver esplorato un po’ di mondo interiore, esattamente come leggere un Topolino o assistere a una comica fantozziana. Molti dei protagonisti sembrano prigionieri di un ruolo, in condizione – purtroppo – di dare il peggio di sé. E così è stato. Prima, durante e dopo. Mai sentiti tanti pettegolezzi rancorosi, mai politica fu così scarsa come quella attuale. Magari questo serve al sindaco di Messina per tenere tutti sulla sua barca; magari è invece questa la qualità della classe politica e il sindaco in questo caso è l’espressione di un sistema assai scadente, al punto che due più due per loro fa cinque o sette! Eppure proprio il confronto attivo fra l’alto e il basso ci permette di partecipare alle esequie dei nostri desideri politici. La raccomandazione vince sempre. Dinanzi al suo dominio senza falle, dinanzi alla sua sovranità senza limiti, la nostra attenzione si piega: e più uno finge di ignorarla, più finisce col sottomettervisi. Previti al gruppo misto? Ci auguriamo che resti in sella. Cavallo o somaro di razza l’importante che sia utile alla causa.
