Il Governatore Rosario Crocetta ha deciso di non decidere chi deve indossare la divisa del Megafono come candidato a sindaco di Messina. Una volta di più Crocetta conferma la sua confusione politica e oggi fare ricorso alla dietrologia contro la non decisione è voler sospendere il giudizio. Crocetta sarà pure un combattente nella lotta alla mafia ma non è utile a risanare la politica. La città dello Stretto poteva essere un banco di prova importante per il Governatore ma lui ha preferito la melina al gioco d’attacco. E presto si saprà se la rivoluzione del Megafono è una battuta elettorale non meno di quella che affligge i messinesi con il Ponte sullo Stretto: verrà fatta, oppure no? Far eleggere un sindaco dovrebbe essere l’obiettivo primario di un partito/ movimento. Indicare un nominativo per concorrere a una competizione elettorale non può essere frutto del caso: i cittadini hanno il diritto di ambire al meglio del meglio. Non c’è quindi politico, nel nostro caso Governatore che abbia uno spettro di competenze tanto vasto e, se possibile, di tale peso economico e sociale. Ecco perché la non decisione di Crocetta è grave: ci sono così tanti problemi che chi amministra la Sicilia non può non decidere. La campagna elettorale per le Regionali è finita da mesi ma Crocetta sembra non volerlo comprendere. Mentre i cittadini si disperano lui gioca a far l’indiano. Sono molte le non scelte che hanno lasciato il segno. Un colpo al cerchio, l’altro alla botte. Crocetta gode forse, anzi sicuramente, di buona stampa: ma da quando i rivoluzionari sono diventati più democristiani di Giulio Andreotti?