L′oro luccica e a volte abbaglia la vista, confondendo le idee. Donald Trump ha promesso agli Americani una nuova età dell′oro, nella quale il piombo democratico lasciato come scoria woke sarà trasformato in oro. Una nuova rivoluzione industriale sarà indotta dall′inarrestabile spinta che viene dalle innovazioni digitali, dalla corsa verso Marte, dalla comunicazione su X e Tik Tok. Trasformare piombo in oro è una cosa da alchimisti, da maghi, che però non sono altro che illusionisti. Quella che stiamo vivendo è veramente l′età d′oro dei maghi digitali, che usano i nuovi mezzi di comunicazione per farci vivere illusioni tanto meravigliose da sembrare vere, scintillanti e alla portata di tutti. Fatti molto simili sono già successi in America non più di un secolo fa.
La Gilded Age, l′Età dorata dell′economia Americana, dal 1865 ai primi decenni del Novecento, concise con un′altra Età dell′oro dei maghi da palcoscenico, personaggi affascinanti che indossavano eleganti abiti di scena, in frack e cilindro. In quel periodo storico la società americana subì cambiamenti drammatici grazie a fantastiche innovazioni tecnologiche. La rapida industrializzazione e l′urbanizzazione spinsero molte persone ad abbandonare la vita rurale per cogliere facili opportunità offerte dai salari più alti delle città. Diversi diventarono ricchi, molti furono delusi. Il capitalismo industriale creò profonde disuguaglianze sociali, con l’emergere di conflitti di classe tra lavoratori e dirigenti, con operai bianchi che organizzavano sindacati che escludevano neri e non americani dai diritti lavorativi. La società cambiò del tutto, ma fece crescere una classe media più ricca di soldi e di tempo libero da dedicare ad attività ricreative. La nuova classe media imitava comportamenti e gusti della classe alta, alla ricerca di un’identità distintiva. I nuovi arricchiti, che avevano frequentato i saloon, cantavano canzoni popolari, scherzavano, fumavano e bevevano a più non posso, cambiarono comportamento andando nei music hall e nei teatri, dove esibivano nuovi gusti e abitudini più raffinate. La distinzione sociale si ostentava preferendo attività considerate classiche che arrivavano dal Vecchio Continente.
In questo periodo, i maghi o illusionisti da palcoscenico occupavano un posto molto speciale nel sistema dell’intrattenimento. La figura del mago era in grado di combinare le antiche tradizioni popolari con sorprendenti tecnologie moderne. Gli illusionisti rappresentavano un elemento emergente della cultura di massa nell’intrattenimento, capace di superare qualsiasi linea di divisione sociale. Portavano sul palcoscenico, per ogni tipo di pubblico, la sorpresa, lo spettacolare, l’esotico, il dominio sulle tecnologie, controllavano le scosse elettriche, fermavano con i denti i proiettili delle pistole, si rendevano invisibili. Tutto quello che era strano e quasi impossibile, proveniente dall’estero era digerito e reso spettacolare negli Stati Uniti. Molti maghi e illusionisti europei attraversarono l’Atlantico per guadagnarsi da vivere sui palcoscenici americani e molti furono anche i performer nati negli Stati Uniti. Negli anni Trenta, Lee Falk e Phil Davis ne hanno fissato l′immagine nel personaggio di Mandrake the Magician, sempre elegante in frack e cilindro, in grado di battere qualsiasi nemico fermandolo con il solo gesto delle mani, facendogli vedere una realtà che non c′è.
Elon Musk non veste in frack e cilindro, ma è l′uomo più ricco del mondo. I suoi gesti sono ipnotici, tipici del più grande illusionista dei nostri giorni. Gli basta tendere un braccio in aria per essere sulla bocca di tutti, sorprendendo il mondo intero, scandalizzando gli avversari e facendo innamorare ancora di più i seguaci già fanatici. Il generale Vannacci ha detto che sono movenze per enfatizzare la comunicazione. Il gesto di Musk è invece magia vera, perché una gran massa di persone ci ha visto qualcosa di reale oltre il controverso simbolismo. Ci vede la capacità geniale di realizzare cose che gli altri nemmeno immaginano. Che sia un saluto nazista o il lancio del cuore ai seguaci non importa più di tanto. Quello che conta è che il potere dell′illusionista Musk affonda le radici nelle fiabe e nei racconti popolari che tutti conosciamo e che gli Americani hanno trasformato nel mito del Supereroe dotato di poteri mentali soprannaturali.
Gian Luigi Corinto, docente di Geografia e Marketing agroalimentare nell’Università di Macerata, consulente Aduc