Si fa un gran parlare di mafia. Giustamente. Di alta professionalità dei paladini dell’antimafia. Di personaggi (vivi) venerati, di testimoni (?) considerati maestri del pensiero. Fondatamente. Salvo che sulla veridicità di certi racconti, fatti, carriere c’è qualcosa che non ci convince. Niente di personale ma luoghi, episodi, carriere fanno a pugni con la logica e, soprattutto, mancano di rispetto ai morti, loro sì, eroi, da ricordare per non dimenticare cosa significa la parola mafia! Ne abbiamo avuto la dimostrazione ogni volta che ci apprestiamo a vivere, con profonda commozione, il terribile ricordo delle stragi di Capaci e via D’Amelio.
In tempi diversi abbiamo puntato l’indice contro quei furbacchioni che del dolore dei familiari provano a ricavarne pubblicità. Onori e gloria immorali: ci sono persone che si credono speciali. Altre, silenziosamente, lo sono!
Dopo aver dato alle stampe “La bacinella delle menzogne” Mastro Geppetto & Pinocchio Co – autore Sebastiano De Salvo torniamo in libreria.
“Cosa c’è di vero in tante storie che ci raccontano eroi, intrepidi condottieri? Quasi niente. Mille avventure frutto di pura fantasia. Capita perché con il passare del tempo, quelli che le raccontano ci mettono tutto quello che gli passa per la mente. Per far sembrare più dignitosa una vita passata a non scontentare anima viva. La sola cosa vera è che, come mastro Geppetto voleva avere un bambino e non potendolo fare, da bravo falegname, realizzò un burattino, chiamandolo Pinocchio, loro hanno pensato che se il mondo è pieno di stupidi creduloni perché non far credere a tanti di loro di essere stati pure dei super eroi?
Penserete perché sono così bravo a scoprire i tanti Pinocchio che ho incontrato lungo il cammino? Penso come loro e scopro le loro menzogne. E poi, diciamoci la verità, come Arlecchino, Pinocchio è la maschera fondamentale per la storia di questo Paese. In fin dei conti, come le ciliegie, una bugia tira l’altra…”.
Come si chiamerà la nuova pubblicazione? U RINALI! Sì avete, letto bene, Orinale, ovvero, Vaso da notte, in quanto poteva servire per depositarvi anche le feci, nel nostro caso le menzogne metabolizzate dai diversamente eroi.
Cosa svelerà il libro?
C’è sempre uno personaggio che spunta a distanza di anni, come per miracolo, che ha quasi rischiato la vita in quei terribili avvenimenti. Quasi. Sono gli eroi del quasi. Decisi a consumare la loro vita (e la nostra attenzione, quando li guardiamo in televisione o li leggiamo sui giornali) in una impresa quasi del tutto impossibile. Tanto da indurci a credere che la nostra esistenza, ha tutta l’aria della riffa: un sorteggio, testa o croce, una scommessa, insomma. Qualche volta, nel bene e nel male, esce il numero di un altro. Poi tutto si disperde nel tempo fino al momento del quasi eroe. Per questi personaggi il compito è dimostrare che gli uomini che sono morti (loro sì, lo ripetiamo, da veri eroi) sono quasi identici a loro che l’hanno scampata bella.
Chiariamo subito: ricordare le persone che hanno versato il loro sangue per l’Italia è una cosa buona e giusta. Fin qui va bene. Per il resto, no. Questo accanimento mediatico, questa pretesa forsennata di dimostrare che i protagonisti del nuovo libro “U Rinali” sono – o possono rivelarsi, o possono diventare – uguali a chi è morto nelle stragi, è soltanto un segno della loro debolezza. Dell’incapacità di accettare la loro diversità e perché no, passateci il termine, la loro mediocrità. Vogliamo con questo porre dei limiti alla ricerca della verità sulle stragi? Giammai. Chissà che cosa hanno raccolto dalla vita? Chissà che cosa racconteranno, a chi li ascolta ingenuamente. E così ogni stagione dell’antimafia produce nuovi testimoni con una sola ossessione: spodestare quelli in sella. Ecco perché storie e verità contano fino a certo punto. Epperò, ci sono persone che si credono speciali. Altre, silenziosamente, lo sono! U Rinali, la rivincita delle persone normali.