Charles Schulz l’avrebbe soprannominato Pig Pen. Io, che ho meno fantasia del papà di Linus, mi limitai a chiamarlo “l’ascella di Dio”, non aveva frequentazione con saponi e docce. Nonostante questo non trascurabile afrore e il fisico sgraziato che il suo Signore malignamente gli aveva messo addosso, convinto di aver raggiunto il successo, si mise in testa che quello ancora gli mancava erano le donne.
Una voglia morbosa, ma puzzo e pinguedine rendevano impossibile qualsiasi conquista. Incurante degli insegnamenti del suo venerato don Giussani, decise che quello che non gli veniva dato se lo doveva prendere. Così, convinto d’essere una specie di Alain Delon, una notte si presentò con una bottiglia di champagne a casa di una giovane e ingenua stagista che non potè fare a meno di aprire la porta a un suo capo.
Come un Fregoli del sesso, dopo un attimo che era nell’appartamento, il ridicolo presunto seduttore era già in mutande. La ragazza scoppiò a piangere, ma soprattutto iniziò a urlare come la sirena di una volante. Questo non se l’aspettava e, spaventato pure lui, scappò dalla casa della giovinetta, rivestendosi in qualche modo ma lasciando sul luogo del misfatto orologio e telefonino. Che il fidanzato della signorina gli fece riavere in una busta, con lettera d’accompagnamento, alla portineria de il Giornale. Mio malgrado, lo scandalo fu messo a tacere per il buon nome della testata. Peccato. Ma è anche vero che scandali ben più grossi lo travolsero dopo.
Vi ho raccontano questa triste storia perché non si creda che il professore arrestato ieri sia una incredibile eccezione. Ripeto, in Comunione e liberazione c’erano tanti bravi ragazzi. Ma ai vertici della “setta” non tutti erano bravi.
Nicola Forcignanò