Matteo Salvini “re” della Tv: dal 4 marzo in poi la sua presenza segna un’impennata nei servizi delle principali testate nazionali e, nel mese di giugno, doppia il collega M5S, Luigi Di Maio.
Il tema dell’immigrazione e degli sbarchi, prima delle elezioni pressoché inesistente, diventa una costante dell’agenda mediatica dopo il 4 marzo, conquistando circa 200 titoli nei Tg nazionali. Intanto, Mediaset avvia il processo di “de-leghizzazione” e si “avvicina” ai profughi.
È quanto emerge dal report semestrale dell’Osservatorio Quotidiano Tg curato dall’Eurispes. L’Osservatorio ha analizzato, minuto per minuto, il comportamento e i flussi delle sette reti generaliste (Rai, Mediaset, La7).
Il report: le presenze dei leader politici
Gli ultimi tre mesi del semestre preso in esame dall’Osservatorio Tg, sono stati interamente dominati dal lungo strascico delle elezioni politiche del 4 marzo che, dopo quasi 90 giorni di stallo e false partenze, hanno portato il primo giugno Giuseppe Conte alla formazione del 65° Esecutivo della storia della Repubblica.
Nei mesi di aprile e maggio la politica ha monopolizzato tutte le edizioni dei Tg, facendo incetta di aperture, titoli e servizi dedicati al dibattito tra i partiti.
Risulta in tal senso utile, allo scopo di indagare gli shift interni alla comunicazione politica nelle testate, confrontare le due fasi che hanno caratterizzato il semestre: quella preelettorale, e quella che ha portato alla costituzione del nuovo Governo.
Nel periodo della campagna elettorale, le testate abbiano privilegiato fin dai titoli gli interventi della “vecchia guardia”: a dimostrarlo le presenze di Berlusconi, più che doppie rispetto a quelle di Matteo Salvini.
Passando alle presenze di Di Maio, se i numeri possono far pensare al pieno adeguamento dei flussi dell’informazione ad una dinamica “tripolare” (in febbraio Berlusconi, Di Maio e Renzi sono stati citati pressoché lo stesso numero di volte), scendendo nel merito delle titolazioni ci si rende conto che, ancora nel febbraio, lo spazio del Movimento 5 Stelle nelle scalette consisteva per lo più in “interventi in opposizione” alle affermazioni di altri esponenti politici, e raramente conteneva direttamente le posizioni del Movimento.
«La situazione si ribalta a partire dal 4 di marzo, serata (e nottata) dalla quale emergono come novelli “consoli” Salvini e Di Maio: un’ascesa che si è accompagnata con il progressivo eclissarsi delle figure apicali del partito democratico. Berlusconi ha mantenuto una notevole presenza, sostenuto in larga parte dalle testate Mediaset, interpretando un ruolo di “frizione” e mediazione con le posizioni dell’alleato leghista», spiega Luca Baldazzi, direttore dell’Osservatorio Tg.
«Se nel mese di maggio la presenza di Salvini e Di Maio ha costituito per le testate una sorta di “binomio” inscindibile, quasi che i due vicepremier in pectore avessero resuscitato l’istituto consolare della Roma Repubblicana, un esame delle titolazioni di giugno attesta chiaramente come, nonostante nei sondaggi entrambe le forze di governo si mantengano “pari” attorno al 30%, nelle scalette dei 7 telegiornali nazionali sia cresciuto il peso del leader leghista.
Matteo Salvini, infatti, nel mese di giugno quasi doppia il collega pentastellato per presenza nelle titolazioni. Per molti aspetti, quindi, il primo mese del 65° Esecutivo della Repubblica è stato in larghissima parte “scandito” dalle istanze del suo Ministro dell’Interno, Matteo Salvini.
Sebbene anche Luigi di Maio abbia dimostrato un discreto attivismo (ad esempio, sul fronte dei riders), le sue azioni non hanno imposto i temi del lavoro e dell’occupazione nell’agenda mediatica».
I temi: 200 titoli su sbarchi e immigrazione
Per quanto riguarda i contenuti tematici, merita una particolare attenzione il tema dell’immigrazione. Spiega Luca Baldazzi: “Tra gennaio e maggio 2018 la tematica degli sbarchi e della condivisione dei pesi dell’accoglienza con gli altri paesi europei risultava pressoché inesistente, mentre oltre la metà delle 90 titolazioni relative al vasto tema “migranti” era assorbito da servizi che presentavano esempi di convivenza negativa, relativi per lo più a delitti o crimini che coinvolgevano stranieri o migranti. La situazione cambia completamente nel mese di giugno, che ha presentato circa 200 titoli legati agli sbarchi, ai problemi dell’accoglienza ed al confronto con l’Europa per una ridistribuzione più equa degli arrivi.
È scontato affermare che con l’insediamento di Salvini al Viminale il “problema” degli sbarchi e dell’accoglienza è tornato fortemente a imporsi sulle scalette.
Da segnalare che la sedimentata linea editoriale delle testate Mediaset minori “avversa” ai profughi e, più in generale, alla presenza di stranieri sul territorio nazionale, è risultata tra marzo e giugno alquanto attenuata. Ciò è in parte riconducibile al processo di “de-leghizzazione” avviato all’interno dell’informazione Mediaset a seguito della vittoria elettorale dell’alleato Salvini a danno dell’alleato FI, che ha prodotto tra aprile e maggio la rimozione dai ruoli di conduzione di programmi di Maurizio Belpietro, Paolo Del Debbio e anche del direttore di Tg4 Mario Giordano, ovvero delle figure che storicamente esaltavano le tematiche leghiste.
In sintesi, la comunicazione politica post-elettorale è stata marcata dal particolare attivismo di Salvini rispetto a Di Maio.
Il neo Ministro dell’Interno ha goduto di una maggiore esposizione mediatica perché si è esposto su molti fronti, in taluni casi di non sua competenza (si guardi alle esternazioni di Salvini sul tema dei vaccini, che hanno suscitato la reazione della Ministra Grillo).
Le “nuove opposizioni” hanno visto scemare le loro presenze nelle titolazioni, comparendo spesso in logica, appunto, d’opposizione alle dichiarazioni delle forze di governo. Se Forza Italia ha potuto avvalersi della disponibilità delle testate Mediaset a riprendere le dichiarazioni del suo leader, le vicissitudini e gli sviluppi del Partito Democratico hanno trovato limitato spazio nelle titolazioni, per lo più concentrato su Tg3, Tg1 e Tg La7.