Muoversi su due ruote è un efficace antistress, migliora forza, resistenza ed equilibrio, aiuta a bruciare i grassi, e in più non inquina e non costa nulla. I nostri protagonisti Alessandra e Pierpaolo hanno fatto molto di più: hanno usato le due ruote per attraversare la storia e raccontarci tante vite. Ma, stavolta, più che un viaggio nello spazio, sarà un viaggio nel tempo e nell’anima italiana.
Lo spiegano con dovizia di particolari sul blog:
Il viaggio inizia in una bottega immaginaria, quella di Beccaris, meccanico mantovano, che ripara bici da cinquant’anni, e che prosegue raccontando le storie vere di personaggi che hanno fatto delle due ruote la loro scelta di vita: ciclisti sportivi, cicloviaggiatori estremi, cicloturisti amanti delle vacanze organizzate, cicloattivisti, imprenditori, pianificatori urbani.
Dalla fantasia e dal sogno, alla realtà. “La bicicletta è quella cosa che un giorno, forse, ci salverà” dice il telaista trentino Dario Pegoretti nella sua intervista, l’ultima rilasciata prima della sua scomparsa e come lui parlano gli altri protagonisti: Frans Timmermans vicepresidente della Commissione europea convinto che “la bicicletta ha un romantico passato e un glorioso futuro”, la ex campionessa Alessandra Cappellotto con il sogno “che tutte le donne del mondo possano pedalare libere”, Paola Pezzo la regina della mountain bike, Norma Gimondi figlia di Felice, Rudie Campagne che ha trasformato una piccola azienda di Brembate in una multinazionale di gomme e copertoni, Paola Santini della storica maglieria di Lallio, Sergio Basso, l’inseguitore dei ladri del bike sharing, Pinar Pinzuti attivista e ideatrice del movimento Fancy Women Bike Ride, Ludovica Casellati esperta di comunicazione e madrina dell’Oscar italiano del cicloturismo…
Alessandra Schepisi, giornalista professionista, lavora nella redazione romana di Radio24 dal 1999, anno della sua fondazione. Dal 2018 conduce la trasmissione radiofonica settimanale dedicata alla bici A Ruota libera (qui puoi riascoltare le puntate in podcast). Patente B, usa la bici come mezzo di trasporto quotidiano per svicolare tra le scatolette di lamiera intrappolate nel traffico, ma ama anche il ritmo lento e cadenzato del viaggio a pedali.
Pierpaolo Romio, vicentino, da oltre vent’anni al timone di Girolibero principale tour operator italiano specializzato in vacanze facili in bicicletta. Patente C, ex autostoppista incallito, ex crocerossino, ex proiezionista è appassionato oltre misura di qualsiasi mezzo meccanico a pedali e scopre oggi la scrittura come salvagente scacciapensieri.
Autore della foto di copertina Enrico Caracciolo, giornalista e fotografo direttore del mensile di viaggi “Itinerari e luoghi”. Di origini partenopee, vive in Toscana a Castagneto Carducci.
E così incuriositi abbiamo incontrato Alessandra.
24 STORIE DI BICI: IL LIBRO DI ALESSANDRA SCHEPISI E PIERPAOLO ROMIO. LA BICI HA QUALCOSA DI TENERO E INFANTILE EPPURE NON PASSA MAI DI MODA. CHI SONO I PROTAGONISTI DELLE STORIE?
I protagonisti sono tutti personaggi per i quali la bici in un modo o nell’altro rappresenta una risorsa significativa della propria vita. Ci siamo rivolti a loro, al loro vissuto per selezionare le 24 storie secondo noi più significative e organizzandole in capitoli e sottocapitoli quasi con suddivisione matematica parlare di tutti gli aspetti della bici che abbiamo diviso in quattro macro aeree: la bici come prodotto, la bici in città, la bici come sport, la bici come viaggio. Il nostro intento è stato quello di abbracciare il mondo della bici a 360 gradi e cercando di colpire l’interesse dei profani senza mai essere banali nei confronti degli appassionati. La nostra idea è che ciascuno di noi bene o male ha una storia da raccontare sulla bicicletta, un mezzo che ci riporta all’infanzia e alla spensieratezza.
CHE COSA VI HA CONVINTO A RACCONTARE LE DUE RUOTE?
Il mio è stato un naturale prolungamento al lavoro che dal 2018 porto avanti con il mio programma su Radio24 dedicato alla bici, “A Ruotalibera” in onda ogni domenica dopo le 16 e in podcast: storie legate alla bicicletta: dalla mobilità sostenibile, al cicloturismo, dalla passione sportiva. La bicicletta è anche tecnologia, innovazione, creatività, cultura. Sono mille le declinazioni di questo mezzo antico ma che si apre al futuro. Pierpaolo invece l’ho convinto io. Doveva essere una delle 24 storie del libro, poi gli ho chiesto di sviluppare insieme a me l’idea della voce narrante. Il collegamento tra tutte le 24 storie, Beccaris, questo immaginario meccanico di biciclette prossimo all’età della pensione.
CHE COSA TI È PIACIUTO NEL CONFRONTO CON PIERPAOLO?
La sua visione a tutto tondo della bicicletta, che poi corrisponde alla mia. Quindi più che un confronto è stato un rincorrersi sui mille modi di fare bici e farli stare in 24 storie.
CHE COSA HAI APPRESO CHE PRIMA NON SAPEVI?
Non sapevo, ma avevo intuito e ora però è diventata una certezza. Tutti abbiamo un meccanico del cuore, un meccanico da ricordare. Che come il saper andare in bici, può saltare fuori improvvisamente nitido nei ricordi anche se da secoli non si prende in mano un manubrio. La stesura del libro mi ha poi confermato come la bici sia davvero una incredibile macchina di storie, di sogni e di ricordi.
DIETRO QUESTO MEZZO DI TRASPORTO C’E’ UN MONDO POPOLATO DA TANTE ANIME: DAI RAGAZZINI AI PIU’ MATURI, DALL’OPERAIO AL MANAGER RAMPANTE, DALLO SPORTIVO PIU’ CONVINTO AL SEMPLICE AMATORE DOMENICALE. COSA LI UNISCE?
Beccaris li unisce. Scegliendo come narratore il meccanico mantovano di biciclette Beccaris abbiamo proprio voluto sottolineare questo minimo comune multiplo che accomuna tutti coloro che vanno in bici. Caratterizzando il meccanico poi come sintesi di semplicità, trasparenza, passione, saggezza, timidezza, amicizia, libertà, sudore, umiltà il gioco è stato facile. Il filo rosso è proprio la bottega dove si custodisce e si accudisce la bicicletta. Da lì partono le storie che il meccanico racconta. E’ nella sua bottega che entrano alcuni die personaggi . E anche gli autori alla fine del libro si ritroveranno inaspettatamente a tu per tu con lui.
DAVVERO LA BICICLETTA E’ QUELLA COSA CHE UN GIORNO CI SALVERA’?
La frase non è mia, non è nostra. È di Dario Pegoretti, mani e testa d’artista di telai scomparso nel 2018. La sua ultima intervista fu proprio quella concessa al programma A Ruota libera e che abbiamo riportato nel libro. E se lo ha detto lui, ne siamo convintissimi. Si sa, gli artisti vedono più lontano…
PURTROPPO NEGLI ULTIMI ANNI L’IMMAGINE ROMANTICA DELLA BICICLETTA E’ STATA SPORCATA DAI TANTI, TROPPI CASI DI DOPING. COME SE NE ESCE DA QUESTO INCUBO?
Qui non saprei cosa rispondere, rischierei veramente di fare la tuttologa. L’aspetto più agonistico della bici l’abbiamo raccolto nelle sei storie del capitolo “bici e sport”, le abbiamo declinate tutte al femminile per cercare nuovi spunti poco conosciuti. A pensarci ora, non abbiamo mai scritto niente di doping, forse un caso, o forse perché è uno spunto già troppo conosciuto e sviscerato, così come molti aspetti specialistici che già si trovano su giornali e riviste di settore.
LA PRIORITA’ PIU’ URGENTE?
Riassegnare lo spazio. Mi spiego meglio. Il mondo esterno, piazze, strade, marciapiedi, campi da calcio e calcetto, fontane, plateatici, in sintesi metri quadri di spazio pubblico, dovrebbero essere redistribuiti. Fermare questa attuale assegnazione fatta più o meno a caso, accontentando solo chi fa la voce più grossa.
Volendo dirla con altre parole, invertire questa tendenza tipica nei paesi mediterranei che ha posto e pone l’auto privata al centro della mobilità. Invertire senza inventare nulla di nuovo, basta copiare quello che già da anni si sta facendo nel Nord Europa.
QUAL E’ IL TUO RAPPORTO CON LA BICI?
Normalissimo, la uso perché è il modo più veloce per muoversi a Roma. La uso se ne ho l’occasione anche per muovermi in altre città, quindi ben vengano oltre la mia tutte le pieghevoli, quelle in prestito, in bike sharing, anche elettriche. Mi piace anche viaggiare nella natura ed esplorare il mondo al ritmo di bici. Il ricordo più bello una dozzina di anni fa, con il figlio piccolo per una settimana in vacanza sulle ciclabili austriache e lui nel trasportino.
E CON LO SPORT IN GENERE?
Se non mi muovo non sto bene. Faccio sport da sempre e non mi sono mai fermata. In questo periodo le maggiori soddisfazioni arrivano dallo yoga e dai due giri di pista che cerco di controllare stando sotto i 3 minuti.
PROSSIMA TAPPA?
Più che altre 24 storie di bici, trovare il modo di continuare a far parlare il meccanico Beccaris della bellezza della bici su un altro filo conduttore.
Di fili da seguire ne abbiamo almeno un paio, ma è presto per svelare la seconda serie.