Per essere una ragazza che si relaziona difficilmente con le persone – perché si fida poco degli altri – la nostra Maja è una che gioca con le parole. Di più. Se ci passate il termine ci fa l’amore… perché parafrasando qualche pensatore più bravo di noi, le parole fanno l’amore. Maja ama la vita e la vita ama Maja anche se non esiste amore senza conflitto. Maja ha percorso nella sua straordinaria peripezia generazionale questo spazio, in cui la curiosità si intreccia nella quotidianità di una provincia bella ma avara di novità. Ecco perché Maja è giunta a una sorta di frontiera, là dove la passione cessa di essere solo fuoco e diventa nome, diventa cioè un punto di consistenza, fragile e precario, ma diretto a illuminare il tuo percorso. Maja ha capito che il sogno di rompere il limite non si limita a illuminare una cosa, ma va oltre. Si materializza con l’avventura. La parola. La costruzione di una storia, la sua. Poi c’è qualcuno che parla, ed ecco allora un’altra storia. Una storia che diventa Noi. E fa senso pensare che qualcuno possa dipingere Maja come una ragazzaccia acida, fredda e decisamente poco socievole. Maja invece è una di quelle persone che a compagnie formate da false amicizie e ipocrisie preferisce pochi amici ma sinceri. Racconta: “Mi piace stare in compagnia delle persone a cui tengo, mi piace manifestare come mi sento in base al truccarmi più leggermente o più pesantemente, mi piace modificare il mio aspetto attraverso tinte e modificazioni corporee come piercing o tatuaggi. Mi piace tantissimo leggere, ascoltare la musica e recitare, sono tre cose che mi aiutano a estraniarmi dal mondo (è una cosa che amo fare)”. La parola prende forma. La parola ama il cervello. La parola è seduzione di parole. E così Maja si svela: “Spesso mi dicono che vivo in un mondo tutto mio perché magari quando sono in giro, mentre tutti chiacchierano, io mi perdo a guardare o immaginare qualcosa perdendomi completamente il filo della conversazione. Amo il sarcasmo e io sono molto sarcastica, non mi faccio problemi a dire agli altri cosa penso di loro perché ritengo che la sincerità stia alla base di ogni sano rapporto. I miei amici si fidano di me perché mi ritengono responsabile e matura, cosa che dipende probabilmente dalle mie esperienze passate, ed è la cosa che amo di più, il fatto che mi usino come punto di riferimento. Amo le lingue e le culture straniere infatti penso di riprendere gli studi e continuare con le lingue orientali, in particolare il giapponese”. E così viene da pensare a una nuova via, che qui si apre, e che deve essere percorsa: “Odio l’ipocrisia, ogni forma di razzismo, la mancanza di rispetto, l’arroganza, la presunzione e l’ignoranza”. Le righe sono finite e ovviamente non bastano per dire tutto di una persona, questo è quello che a Maja è venuto in mente. Non lo si può definire semplicemente racconto, ma viaggio sì. In viaggio con le parole nel giorno di San Valentino: si parla, si sogna, si condividono tante cose ma l’amore è molto di più di semplici parole. E’ amore!
Maja, perché hai accettato di farti intervistare da IMG Press?
Perché mi è sembrata una cosa divertente e interessante.
Come può cambiare la vita di una ragazza?
Credo dipenda principalmente dalle ambizioni e dalle passioni della ragazza in questione, personalmente ciò che potrebbe cambiare la mia vita sarebbe realizzarmi e riuscire a lavorare all’estero, sfondare come attrice o riuscire a scrivere un libro horror/fantascientifico
Chi è Maja senza la sua irriverenza?
Spero che con irriverente si intenda il fatto che dico ciò che penso senza problemi! Comunque Maja non è altro che una ragazza di diciannove anni che teme di non avere un futuro visto che sembra ce lo stiano negando, che spera in un cambiamento e spera di farne parte. Maja si rifugia in tutto ciò che la possa far scappare da ciò che non le piace quindi musica, recitazione, lettura, amici e bevute di gruppo.
Estasi e tormento per una ragazzaccia?
Personalmente trovo che l’estasi sia il non pensare assolutamente a nulla, stare così bene da non avere preoccupazioni, e anche in questo caso ciò che mi favorisce l’estasi sono le persone a cui tengo e le feste. L’estasi è rappresentata da una condizione fisica in cui il tuo corpo quasi non lo senti tanto sono forti le emozioni che provi in quel momento. Il tormento invece sono la monotonia, la noia, l’assenza di cambiamenti, il vivere secondo uno schema stabilito da qualcun’altro. Mi tormenta anche pensare al fatto che tutti nasciamo per lavorare per uno Stato che non riconosce nemmeno i nostri diritti, il tormento è non poter coltivare le proprie passioni per mancanza di tempo, di denaro o di possibilità di qualunque genere.
Che cosa vuol dire recitare in un teatro?
Recitare in un teatro non è qualcosa di descrivibile. Recitare in un teatro è un insieme di emozioni allucinanti, di lavoro, fatica, passione. Passi mesi a imparare un copione, a entrare in un personaggio, a lavorare con i tuoi compagni, ed è stupendo. Sei qualcun’altro per un po’ e sei giustificato perché quello è il tuo lavoro. Si ride, si scherza insieme, ci si aiuta, ci si incoraggia e si instaura un rapporto bellissimo con le persone più diverse. In teatro non c’è una gerarchia e credo sia questa una delle cose più belle, ognuno è importante, dall’attore protagonista al costumista, basta che manchi un solo componente e lo spettacolo rischia di crollare. E poi come si può descrivere l’emozione di uscire da dietro le quinte e trovarsi davanti una platea che è lì per guardarti? La soddisfazione a fine spettacolo, i brividi durante gli applausi. Recitare in un teatro non è descrivibile a parole, bisognerebbe viverlo.
E nella vita di tutti i giorni?
Recitare nella vita di tutti i giorni per alcuni aspetti è molto simile al teatro, per altri molto diverso. Può sembrare simile perché fondamentalmente non facciamo altro che dare vita al personaggio che più ci piace essere, o che gli altri vorrebbero che noi fossimo. Ogni giorno bisogna recitare per paura di essere sé stessi, per timore di giudizi e dita puntate, portiamo una maschera a seconda di chi abbiamo davanti, delle situazioni che stiamo vivendo e dei momenti in cui le viviamo, ma mentre finito lo spettacolo il cerone lo lavi via e i costumi, pesanti o leggeri che siano, li butti via, nella vita reale torni a casa e a malapena ti riconosci allo specchio. A volte ti tormenta la notte pensare a quante facce sei abituata a fare nelle più diverse circostanze. Recitare nella vita di tutti i giorni è pesante, per quello cerchiamo costantemente le persone capaci di farci essere noi stessi.
Che ragazza eri a sedici anni, come sei cambiata oggi?
A sedici anni ero molto più immatura, ingenua, troppo buona. Credevo ancora di poter trovare un angolino di bene anche nella persona più nera del mondo. Perdonavo tutto, ero disponibile per chiunque avesse bisogno, mi fidavo molto velocemente. Fisicamente ero più "naturale", nel senso che ancora non avevo piercing né tatuaggi, ma semplicemente perché i miei non me lo permettevano. Oggi sono molto più diffidente, più schietta, più acida proprio perché il mio essere buona mi ha portata a capire quanto le persone in realtà siano subdole e egoiste. Sono molto più responsabile, ho imparato a subire le conseguenze di ciò che faccio e anche a pensarci prima magari. Fisicamente sono dimagrita, ho cambiato colore di capelli, ho aggiunto qualche piercing e due tatuaggi e ho imparato a vestirmi meglio!
Meglio velina che disoccupata intelligente?
Credo che essere "velina" non voglia necessariamente dire essere stupide, è uno stereotipo. Non farei mai la velina (quindi mi tocca scegliere "disoccupata, ahimè) perché non mi ritengo abbastanza carina, femminile o con un fisico adatto a questo lavoro però non giudico male chi lo fa, è un lavoro come un altro e se a chi lo fa piace ben venga!
Che ne pensa del fatto che in fondo se ci pensiamo bene una Repubblica fondata sul lavoro è spaccata a metà dal lavoro delle cosiddette ragazze immagine?
Il fatto che ci siano così tante ragazze immagine, o che esserlo sia il sogno di molte ragazze, dipende dal fatto che è un lavoro in cui si guadagna molto e l’unica dote da avere è un bel viso o un bel corpo. Il problema non è che loro spacchino a metà il mondo del lavoro quanto il fatto che noi diamo così tanta importanza all’aspetto esteriore delle persone, tanto da farne un lavoro più stipendiato di quello di un comune operaio, che invece si spacca la schiena dalla mattina alla sera. Io penso che per cambiare questa situazione prima di tutto debbano cambiare la mentalità e la società, che sono diventate tristemente superficiali. Mi fa rabbia sapere che studierò per altri sei o sette anni per poi ritrovarmi probabilmente disoccupata, mentre c’è chi grazie ad un bel viso, tanti soldi, o conoscenze particolari vivrà in un villone e la sua faccia sarà su tutti i cartelloni delle più importanti città, ma la colpa non è di chi ambisce a questo lavoro quanto più di chi lo sponsorizza così tanto.
Faresti tutto per denaro o hai delle regole nella tua quotidianità?
Assolutamente no, ho dei valori e ritengo che questi non possano essere venduti. Dignità, rispetto e amore per noi stessi non hanno un prezzo, e io non mi venderei mai. Non andrei neppure contro i miei ideali per denaro, sarei un’ipocrita ed essendo la cosa che odio di più non riuscirei più a vivere bene con me stessa.
Il tempo è sempre gentiluomo o ultimamente un po’ carogna?
Attualmente il tempo con me è gentile, il karma sta facendo il suo corso con chi se l’è cercata! Ma non lo è sempre stato, ho avuto anche periodi in cui si comportava abbastanza da carogna!
In amore come siamo messi?
In amore siamo messi bene attualmente, per fortuna!
Quando scade un rapporto di coppia?
Un rapporto di coppia scade quando inizia a venir meno l’interesse da parte di uno o di entrambi i partner, o quando uno dei due non è abbastanza maturo da affrontate la cosa, questo porta a tradimenti, mancanza di affetto, indifferenza, monotonia: tutti elementi che portano un rapporto a fallire.
Un pizzico di seduzione: che cosa bisogna fare per farsi notare?
Onestamente non tendo a farmi notare, sono una tipa piuttosto riservata e non ho mai cercato qualcuno che si interessasse a me, è arrivato da solo e l’unica cosa che ho fatto per farlo interessare è stato parlarci, fargli capire chi sono veramente. L’aspetto fisico è importante ma non è tutto! Comunque credo che per farsi notare ci siano un’infinità di modi, c’è chi preferisce uscire mezzo nudo, chi truccarsi pesantemente, chi vestirsi in modo particolare, chi atteggiarsi in modi provocanti, ecc…
I tuoi vizi quali sono?
Purtroppo ho il vizio di mordermi le pellicine intorno alle unghie! Non credo di averne altri.
Le banalità che odi di più?
Odio le frasi fatte, le persone banali che non hanno mai nulla di cui parlare, che non hanno ideali e personalità. Odio la monotonia, tutto ciò che è scontato come le routine quotidiane, odio chi vive in modo comune, senza cambiamenti e senza svolte. Io odio la banalità in generale!
La tua isola segreta?
La mia isola segreta dipende dal momento, a volte è il libro che sto leggendo, altre è una serie tv, altre ancora è un letto con cioccolata calda e film sui vampiri, ancora può essere scrivere. Sono tutte cose che mi portano a rifugiarmi e scappare per un po’ dal mondo reale.
Una promessa che ci fai?
Prometto che non rinuncerò alle mie passioni e continuerò a combattere per essere come sono, e non come mi vogliono gli altri!