Parole chiave di questo viaggio sono femminilità e glamour. Due componenti che è facile trovare in Giulia, modella romana ma originaria di un paesino sperduto tra le colline marchigiane. Giulia ama Roma e non vorrebbe vivere da nessun’altra parte. E’ diventata modella per gioco: “Durante l’università mi divertivo con le amiche a partecipare alle fiere del fumetto e dei videogiochi in Cosplay, e grazie ai fotografi che mi ritraevano con i miei costumi ho scoperto la passione di posare, che ora è diventata il mio lavoro. per questo mi ritengo una persona molto fortunata. A questo ho affiancato ben presto la passione per la fotografia. Non credo che passerò mai dall’altra parte dell’obiettivo, ma cerco di dedicare almeno una parte della mia giornata a studiare il lavoro altrui, di grandi maestri o di artisti nuovi di cui si parla in siti di nicchia. Sono affamata di bellezza, di sentimento, emozioni e comunicazione, e cerco sempre, di riversarne il più possibile nel mio lavoro”. Nessuno può tenere la contabilità dell’anima: siamo tutti prigionieri della vanità, i danzatori reali in scena si confondono con quelli virtuali in un gioco di illusioni ottiche. La tecnologia ci consente di camminare attraverso le proiezioni, danzare con loro, intorno a loro. Nella scena della quotidianità spesso appaiono due persone, ma soltanto una è reale, quale? Giulia è reale, molto reale non è come quelle illusioni, in cui è facile imbattersi in certe serate alla moda, che fanno da tappezzeria alle immagini psichedeliche proiettate sui loro corpi nudi. L’illusione e la disillusione si confondono. Capita di domandarsi: e se tutto questo fosse solo un modo diverso di concepire la felicità? Per fortuna Giulia è viva, comunque, sexy… Ognuno può interpretare un suo stile, oppure giocare a inventarsene uno nuovo. Passionale lo è: ama la vita e tutto ciò che l’emoziona nell’arte. Nessuno può derubare le persone delle cose in cui credono. Privare Giulia dei propri valori vuol dire defraudarla della felicità.
Giulia finalmente arrivi sulle pagine di IMG Press: cinque parole per definirti?
Curiosa, ironica, cioccolatomane, gattara, eccentrica.
Quanto incide nella fotografia una faccia come la tua?
La faccia è un elemento generico che può essere anche insignificante all’interno di una fotografia. Quello che incide è altro: lo sguardo, quello che ci leggi, la curva di un fianco, il messaggio, o l’emozione che ti arriva guardando una foto. La mia faccia è solo un veicolo, o più spesso un elemento fra i tanti. Sarei presuntuosa a dire che, da sola, conti qualcosa
Il talento è la via che permette di arrivare a fare ciò che si sente o serve pure altro?
Secondo me serve un giusto miscuglio. Quando si lavora col proprio corpo e con la propria immagine questi due elementi contano tanto quanto il talento e/o la bravura. Spesso di più.
La perfezione?
Eva Green. So che avrei dovuto rispondere “non esiste” ma per me ecco, lei è perfetta.
Più artista o rivoluzionaria?
Non c’è niente di rivoluzionario in quello che faccio, e non ho la pretesa di essere un’artista. Non credo di essere un’artista. Sono una che sa posare e viene bene in foto, tutto qui. L’arte è un’altra cosa… se poi qualche foto per cui ho posato viene considerata un’opera d’arte (da chi, poi?) non posso che esserne felice.
Che paese osservi da dietro l’obiettivo?
Un paese che si è perso.
Scandali, proposte indecenti, darla per campare. Cosa ci salverà?
La serietà. Forse avere dei principi. Abbandonare una morale troppo religiosa per cui siamo costretti ad avere una faccia per il pubblico e nascondere quella vera. Ma sono convinta che una discreta attenzione al farsi i cavoli propri senza preoccuparsi di quello che fanno gli altri sarebbe già un ottimo punto di partenza.
Non vorremmo apparire troppo superficiali ma confessiamo che le curve in una donna garbano… perché allora le modelle sono spesso anoressiche?
Le modelle di moda devono essere degli ideali. Servono a far risaltare e adorare ciò che indossano, non possono distrarre la gente con le curve. La linea che conta è quella dell’abito. L’anoressia non c’è solo nella moda. C’è dove c’è infelicità.
Sui media va di moda il nudo, l’erotismo… ma è sempre solo arte?
Se fosse solo arte nessuno si scandalizzerebbe… Come ho già detto prima l’arte non possono farla tutti. La differenza sta nell’intento. Un corpo nudo può suscitare istinti o emozioni, e nel secondo caso secondo me si può parlare di arte. Il problema sorge quando c’è una disparità tra ciò che il realizzatore vuole evocare e ciò che l’osservatore percepisce. Chi ha ragione? Quando succede, credo che il realizzatore abbia fallito nel suo intento. Perché (provare a) fare qualcosa di artistico se non per suscitare un’emozione?
Chi è un bravo fotografo secondo te?
Banalmente, chi fa belle foto. E belle foto non significa foto a una bella donna, o a un bel panorama, ma una foto che sia bella, che ti lasci dentro qualcosa. Non è da tutti perché è la fotografia a non essere da tutti. Non è solo mettere a fuoco e fare click. È un modo di vedere, un linguaggio.
Le modelle sono sempre le più belle?
Non serve sempre essere le più belle. A volte, per fortuna, bisogna essere anche brave.
Giulia è matura per fare cosa?
Le scelte giuste, o quelle sbagliate. Per mangiare due fette di torta e non sentirsi in colpa. Per passare una notte intera a leggere e non accorgersi del tempo che passa. Per volere altro dalla vita piuttosto che la normalità.
Un finale originale…?
È impossibile essere originali al giorno d’oggi, quindi farò calare il sipario con la frase finale del rocky horror picture show “And crawling on the planet’s face, some insects called the human race. Lost in time. And lost in space, and meaning“.