Viaggio nel mondo della seduzione: Gea Martina Landini, Wow, mica male la ragazza!

Attrice protagonista

Gea Martina Landini: intuitiva, emozionale, sognatrice, spirituale, creativa, riservata, la parte che mette tutta se stessa in quello che ama fare e le piace, la stessa cosa nelle relazioni, sia in amicizia che in amore. Ma pure trasgressiva, anticonformista, aggressiva, ribelle, tenace, in grado di rischiare, menefreghista, in grado di tagliare fuori il mondo quando vuole rimanere sola con se stessa. E anche altruista, leale, corretta, onesta, sensibile, generosa, rispettosa, umile, dolce, è anche la parte razionale, energica, vivace, allegra, semplice, trasparente, immediata, curiosa, spensierata, vitale, dinamica, determinata. Da non dimenticare mai: odia la quotidianità, si stanca presto di ogni cosa che all’inizio è una novità, sempre alla ricerca di qualcosa di nuovo, è la parte che è in grado di farla scivolare in una profonda tristezza, farle sentire in modo intenso le paure della vita, ma la stessa che ha una gran forza di tirarla fuori da tutte queste cose “negative”, la parte più impulsiva, quella che cerca continuamente di spezzare l’equilibrio emotivo per poi darsi da fare a ritrovarlo, quella più tormentata, indecisa, vulnerabile.

Prologo
Tutto è cominciato quando Gea Martina Landini si è stancata di insegnare le buone maniere. Ricordo l’inizio del travaglio molto bene perché fu uno dei momenti migliori della sua vita. Aveva appena finito la scuola e di leggere tutta quella filza di libri che ti inchiodano, senza scampo, alle tue responsabilità. Era rimasta colpita da una serie di personaggi che, poco a poco, erano divenuti parte di lei. Gea si chiedeva quale tipo di persona potesse nascondersi dentro una bugia per sempre. Dove fosse andata a finire, in altre parole, la necessità universale di liberarsi delle ipocrisie quotidiane e confessare tutto. E poi c’era il fatto che non aveva mai avuto la piena padronanza della sua esistenza. E Gea invece voleva sapere come fossi giunta a questo punto. Mentre pensava questo, in modo magico, ha sentito non una voce, ma tante voci nella sua mente. Tutte quelle voci, non sono uscite fuori… Una lunga confessione che dava inizio al viaggio interiore, anche se, in quel momento non sapeva neanche/nemmeno se quelle voci fossero totalmente pronte a rivelarle la verità: l’ingannevolezza dell’apparenza è il sentiero (infido) che ci conduce a una vita invisibile. Un luogo dove l’apparenza inganna. E di colpo capisci, anche grazie al suono di quelle voci, che non c’è niente da nascondere e la realtà è una sola: tante persone nel corpo di una donna. Ecco un originale, sarcastico, irriverente diario di vita.

Gea Martina i tuoi segni distintivi?
Mi piacciono i Panda e i T-rex. Vivrei a Sushi e Pizza. Do nomi assurdi a tutte le cose che mi piacciono o che trovo interessanti. Ma forse intendevi altro…

Adori le tue forme?
Come per tutte le donne, il rapporto con il mio corpo è qualcosa di complicato… Solitamente al mattino mi sveglio, mi alzo, mi guardo allo specchio e penso "Wow, mica male la ragazza!". Poi, più andiamo verso il pomeriggio, più la cosa va scemando fino ad arrivare alla sera, momento in cui mi attaccherei alla canna del gas. La verità è che di base mi piaccio e pure molto; ma viviamo in un mondo che ogni minuto che passa, qualsiasi cosa tu stia facendo, ti pone davanti a qualcuno o qualcosa che ti ricorda quali siano gli standard "giusti" per essere considerati belli oggi; ti piaci pur non rispettando tali canoni? Sei tu che sbagli/non hai voglia di impegnarti/ti pesa il culo. Basta vedere quanta polemica per questa storia delle curvy (usando sempre immagini di plus size tra le altre cose, vi fa paura mostrare una vera donna curvy?). Poi, che si suoni l’una o l’altra campana, tutti ne fanno una questione di salute, quindi va bene per forza, è una critica costruttiva fatta da gente che si prende a cuore le cose. Che ansia. Ho visto persone grasse toniche e sode e altre secche rifinite con dei culi molli ed inesistenti. Ora prendete la frase che ho appena detto e capovolgete soggetti ed attributi. E’ così. Non esiste la bellezza assoluta o la perfezione, comunque si sia fatti. Potremmo cercare di sentirci tutti bene e a posto con noi stessi, ma perchè farlo se possiamo insultarci a caso tramite pc? Secondo me è tutto quest’odio made in internet che ha incasinato le cose… Nei termini descrittivi che facevo alle elementari c’erano i magri, i grassi e i normali, quelli nella media, che se ne stavano tranquilli in mezzo ai due e andavano d’accordo con tutti. Ora i normali si sono estinti, o sei magro o grasso. Ma sempre e comunque devi rompere le balle alla squadra avversaria. Boh. Al momento comunque non è un problema mio: è mattina presto e il mio fisico a clessidra mi fa impazzire. Un bacio dall’ultima rappresentate della categoria dei normali.

Questo è un Paese dove qualcuno è mandato da qualche altro: a te chi ti raccomanda?
Il mio ragazzo: è il mio fan/manager/promoter numero uno. Compensa la mia mancanza di autostima con una dose più che eccessiva di orgoglio e fiducia nelle mie capacità. Non combinerei un quarto di ciò che faccio se non ci fosse lui a supportarmi e darmi la spinta.

Sembri fragile come l’acciaio: quanto ti rivedi in questa affermazione?
La prima idea che mi è venuta leggendo questa espressione, che per inciso mi è piaciuta molto, è stato di qualcosa di incredibilmente forte e duro con un minuscolo e invisibile difetto strutturale, un vero e proprio tallone d’Achille, che lo rende in quindi debole e delicato. Se lo intendiamo in questo senso, veramente tanto. Ok, lo so che il senso non era proprio quello, ma sono famosa per i voli pindarici.

Osservando alcune foto ci sembri una bad girl: non è che da piccola ti vedevi come Alien?
In realtà, più che come Alien mi vedo come Predator! Ma da piccola era una vera principessa. Deve essere andato storto qualcosa negli anni…

Oggi che personaggi interpreti?
La versione di me migliore possibile. Anche se mi rendo conto di avere ancora parecchio lavoro da fare. Ma ci arriveremo.

Chi è il fotografo che meglio ti mette a nudo?
Sicuramente Alessandro Burato, grande fotografo ma prima di tutto amico, è la persona che più ci ha provato e, in parte, ci è riuscita. Ci sono anche scatti di altri fotografi in cui "mi vedo io", come a esempio alcuni lavori fatti con Riccardo della Nina o Cristiano Paggiarin, ma la verità è che per me posare è una cosa che mi porta molto lontana dal farmi vedere nuda, anche se fisicamente non ho nulla addosso. E’ invece quando recito che moltissimo di ciò che sono viene fuori, mi rendo conto che è se con il personaggio che interpreto sento affinità tiro veramente fuori emozioni e ricordi veri per farlo vivere. Per esempio uno degli ultimi personaggi che ho interpretato, Sara (nel film "The Iced Hunter" di Davide Cancila) ha davvero molto di me… Silenziosa, un po’ schiva, con forte desiderio di cambiare e trovare redenzione. E magari parlando con dei miei amici verrebbe fuori che sono una persona solare e sempre allegra. C’est la vie.

Non c’è donna senza un book?
Al giorno d’oggi non c’è verità più assoluta di questa. Ammetto che una volta questa cosa mi metteva parecchio le mani nel sangue, ma ad oggi penso che vada bene così: io voglio esprimermi, perchè non lo possono fare gli altri? Sarebbe un po’ ipocrita da parte mia. L’importante è che si rimanga sempre nei proprio limiti, non si tenti di andare oltre a quello che possiamo fare rendendoci ridicoli e si abbia consapevolezza di quello che si fa e si è. Per il resto tana libera tutti!

Ormai siamo tutti matti per gli autoscatti?
Poco ma vero! Sinceramente non ci trovo nulla di male, nessuno è mai morto per una una giusta dose di vanità. Sottolineo e metto in maiuscolo, per l’enfasi, GIUSTA DOSE. Gli autoscatti mi piacciono, sono belli e divertenti, li facevo alle medie con le macchinette usa e getta e li faccio tutt’ora. Magari ad alcune persone andrebbe fatti fare con il libretto delle istruzioni, come per i farmaci, soprattutto per dosi e quantità… Ma a parte questo tutto ok!

In cima ai tuoi desideri che cosa c’è?
In top ten desiderio di migliorare come persona, e in seguito come artista. Riuscire finalmente a comprare casa. Prendere un gattino?

Riesci a conciliare lavoro & hobby?
Per ora reggo. E’ stancante, ma tutti i lavori che faccio hanno un difetto enorme: sono a chiamata. Spettacoli con il fuoco, posare, recitare… Un mese va bene, due benissimo, magari anche tre… Diciamocela, a me è andata bene per anni e va bene tutt’ora. Ma se un giorno mi rompessi un braccio? Starei ferma per molto. Riprenderei a pieno le capacità? E poi? E quando andrò in avanti con gli anni? E se, e se… Ci vuole sempre un piano di riserva. Un lavoro fisso, che per quanto sia fuori dalle tue corde o pesante ti dia la facoltà di fare quello che ami senza dipendere da nessuno. Nella vita non si sa mai, ed una buona dose di realismo non fa mai male. Con tutto che ho avuto la fortuna di trovare un buon lavoro che mi piace con persone che adoro.Tante persone a questo punto se ne escono con "Ah, quindi è un hobby!". No. Non si tratta di lavoro & hobby ma di lavoro per necessità e lavoro che amo. Non mi sento "meno artista" di chi si butta a capofitto su quello che vuole fare e basta, abbiamo solo due modi diversi di vedere la cosa. Si, lavoro 7 giorni su 7. Si, sono stanca e dormo pochissimo. Sono sempre in giro, vivo sui treni, rimango in casa si e no per le ore necessarie a dormire neppure tutte le notti e ho i calli della valigia nelle mani. Vedo pochissimo il mio ragazzo e i miei amici, e tra l’altro tantissimi li ho persi durante il percorso perchè non sono presente per i compleanni, per le cene o non ho tempo per chattare. Ma questa è la vita che voglio, la vita che amo. E se davvero mi ami e mi vuoi bene lo capisci, come io capisco e accetto chi amo. Altrimenti stiamo perdendo tempo in due.

Le donne sono cambiate più volte in questi anni. In direzioni diverse, forse anche contraddittorie. Hanno abbandonato il focolare domestico e l’hanno rivalutato. Hanno invaso il settore pubblico e riscoperto, esaltato il privato. E alcune giocano con il fuoco. Vero Gea?
Non so di cosa tu stia parlando… Emoticon tongue Il fuoco. Qualche mese fa ho avuto una brutta reazione allergica e mi sono ricoperta di bolle; sono stata in paranoia per settimane, fino a che tutti i segni non sono spariti, avevo davvero il terrore di rimanere segnata. In questo momento ho due grosse linee su entrambi gli avambracci ricoperte da croste e vesciche, segno che negli ultimi spettacoli ho accorciato un pò troppo una presa e che si è alzato il vento all’improvviso, eppure non mi interessa, anzi. Già guardo la bella cicatrice rosa che si nasconde sotto la pelle carbonizzata del destro piena di orgoglio. Ferita di guerra. L’amore per fuoco non si può spiegare, non saprei davvero cosa dire. E’ buffo che proprio su questa cosa io non riesca mai a esprimermi… Da una parte dipende forse dal fatto che non sento di doverlo spiegare a nessuno, so io com’è e come mi fa stare. Il complimento più bello che mi abbiano mai fatto, tanto per tornare alla tua domanda di prima, è che mentre mi esibisco si vede che E’ QUELLO ciò che mi piace fare. Ed è vero. Fino ad un secondo prima di iniziare nella mia testa c’è "che ansia, che stanchezza, amo i panda, ho fame, come si chiamava quella canzone?, dovevo mettere le altre scarpe, ho ancora fame, dove ho messo le chiavi di casa?, ho sempre fame, mi scappa la cacca, ho sonno, avrò chiuso il gas?", appena parte la musica nella mia testa non c’è più nulla. Non devo neppure pensare alla coreografia, a cosa devo fare. Lo so. Fine. Non ho bisogno di altro.

Treni da prendere e treni da non prendere
Assolutamente da evitare quelli che vogliono farti prendere gli altri. Tutti gli altri sono tutti da prendere, se davvero lo vuoi. Che sia al volo, in modo trafelato, con la borsa mezza aperta e i calzini che svolazzano rischiando di cadere da un momento all’altro o con calma, con il cestino del pranzo in una mano e la bibita nell’altra, si dovrebbe provare a fare tutto nella vita. Se poi non ti piace beh, puoi sempre scendere.

Sos amore: perché tanta infelicità ?
Perché vorremmo che la persona che amiamo ci capisse al volo e facesse tutto in automatico, ma poi non siamo in grado di metterci nei suoi panni e fare altrettanto. Non si può pretendere dagli altri quello che non siamo in grado di fare per primi… Un passo alla volta, l’uno nelle scarpe dell’altro… E piccoli gesti. Non soffocarsi ma lasciare che ognuno abbia spazio per le proprie passioni e ciò che ama. Guardarsi negli occhi tutte le notti fino a che non ci si addormenta. Ok dai, basta che mi commuovo da sola…

Il posto giusto dove vivere?
Appartamento in legno piccolo e incasinato, gusto retró e un po’ datato. Pareti verde muschio, un sacco di luce che entra dalle finestre oblique del soffitto. Scaffali polverosi con libri rilegati in pelle, candele e ninnoli. Un letto grande con un baldacchino bianco, ricami in pizzo. Magari a Londra…

Prossima fermata?
Davvero non saprei, al momento adoro il treno su cui sto viaggiando, anche se non ho controllato bene dove porti…

Per le foto si ringraziano Alessandro Burato, Cristiano Paggiarin, Erre sulla Luna & Chuli Paquin De Poulpiquet, Gianluca Martinucci, Lele Photography, Matteo Razzauti, Riccardo della Nina, Simone Scozzari.