Per incontrare Barbara Boffelli ho dovuto sfruttare un bellissimo articolo della mia amica Monica Antonelli che ne ha pubblicato un bel ritratto nella sua fortunata rubrica Donne di Crema. Monica è indubbiamente una delle migliori artiste in circolazione i suoi scatti sono molto accattivanti e non poteva essere altrimenti anche il racconto di Barbara. Quello che mi colpisce della storia di questa bravissima cantante è il suo timbro di voce che cattura l’attenzione e ovviamente emoziona.
Vi consiglio di andare su spotify e resterete sorpresi sulla bravura di Barbara. https://open.spotify.com/artist/1FjEoUDnpF01FkZdiK2bbg?si=3fxaZRJSRQiUIvSx2tV3tg&fbclid=IwAR2YZFDpUqylIBAgy3oxiopYYeLN0aoE2i7vh9RgdaaKLICUp74z_l0GIzY&nd=1
Mi piace immaginare che ognuno di noi nel corso della sua vita abbia le sue occasioni per fare quel salto che lo gratifichi e lo renda felice per ciò che crea. Sia esso un poeta, uno scrittore, un compositore, uno sportivo. Perché la felicità non è solo denaro o successo ma fare qualcosa di relativamente normale che però ti riempie di orgoglio. In realtà la storia di Barbara – come ha ben scritto Monica nel suo blog – racconta molte storie: è una narrazione continua che sarebbe limitativo svelare in poche battute. Ecco perché mi piace immaginare che anche Barbara abbia trovato la sua felicità nel rileggere quelle righe come un piccolo grande premio per la sua tenacia nel portare avanti, con tanti sacrifici, la passione della musica, del ballo, dell’arte in genere in un luogo dove è difficile vivere di cultura.
Mi piace raccontare questa storia perché anche se Barbara non sarà mai ricordata nella storia della musica italiana – io comunque faccio il tifo per lei – ha diritto a un ritratto tra quelle donne che ciononostante hanno fatto di tutto per ritagliarsi uno spazio con fatica, sudore, passione, e amore. Sono comunque ottimista che nell’epoca dei social e della comunicazione di massa ci sarà più di uno che apprezzerà il suo stile, la sua voce, il suo originalissimo modo di interpretare i testi. Quindi che altro aggiungere? Ah, ecco: senza passione né amore cosa ci rimane se non il rifugio di un sogno nel cassetto?
Barbara, la tua è una personalità intrigante, poliedrica: più vantaggi o svantaggi nella vita sociale?
Nella vita sociale un po’ e un po’, nel senso: ho tantissime conoscenze e tanta stima con affetto, genero però anche qualche invidia e un distacco che genero nelle persone, che mi vedono “di un’altra pasta“ e hanno ragione. A volte non ho voglia di parlare di cose futili, preferisco rinchiudermi a studiare un brano o sviluppare le mie doti artistiche.
Musica, ballo, creatività è anche mettersi a nudo. Tutto questo ha colmato la tua curiosità?
La mia curiosità non si colmerà mai: troverò sempre qualcosa che mi lascerà incantata come una bambina con un gioco nuovo dove mettersi a nudo, senza paure.
Quanto coraggio ci vuole per mettersi sotto i riflettori?
Ci vuole coraggio, ci vuole l’orgoglio di mostrarsi anche nelle proprie paure o debolezze, oltre che per le proprie doti.
Quando sali sul palco per esibirti che messaggio vuoi lanciare?
Quando salgo lo faccio più per me, credo, per il bisogno che ho avuto sin da bambina, che qualcuno mi vedesse, mi guardasse, volevo piacere alla gente (ho una storia famigliare di abbandoni), ora sono riuscita a conquistare anche la mia stima, di riflesso da quella degli altri.
Perché le opportunità che vengono offerte a una ragazza sono così ripetitive e solo di spalla al protagonista maschile?
La donna è da sempre più emotiva, vulnerabile, l’emozione rompe la voce, fa abbassare lo sguardo. Spesso quando canto, chiudo gli occhi. Non reggo tanti sguardi.
Dopo ogni esperienza che cosa ti riprometti di migliorare?
Spero sempre di essere più sicura, più completa, più preparata, più esibizionista, più impavida, più serena.
Che cos’è oggi per te l’eleganza, la seduzione, il fascino?
L’eleganza è un portamento regale dietro una tranquilla personalità; la bellezza è uno sguardo che porta con se tanto bagaglio ma la luminosità; il fascino è quando cammini e lasci una scia di curiosità anche quando porti una tuta perché è il carisma che ti contraddistingue
Quanto contano immagine e comunicazione per la tua professione?
Contano moltissimo ma non fatico, sono innate, voglio vedere brillare gli occhi alla gente quanto canto ballo o imito.
Ce l’avevi un piano B, caso mai non fossi diventata una star?
Non mi sento una star, ma ho sempre un piano B, ho fatto i lavori più impensabili per permettermi di vivere, e ho rinunciato a ore di sonno per portare in giro la mia comunicatività artistica.
La solitudine di Barbara in che cosa consiste?
Consiste in uno scrigno di Aladino, dove entrano solo le persone di fiducia, lo stare sola mi rilassa, mi riempie, mi aiuta ad andare avanti, dopo una vita a cercare di avere al mio fianco qualcuno, ora ho di fianco me stessa, ed è tutto ciò che serve per sentirsi completa.
La felicità è una cosa possibile?
La felicità è possibile: è fare ciò che ti piace, ti fa stare bene. Per me è la musica, una sala prove, una sala da ballo, un pavimento di parquet dove poter volteggiare, un microfono che permetta alla mia voce di uscire, un canale social dove trasmettere le mie emozioni. Tutto ciò mi rende felice!
Che cosa ti manca ancora?
Mi manca poter vivere solo di quello e con quello, ma sono comunque felice di ciò che ho costruito, felice di avere avuto passioni nella vita, perché una vita senza passione è una vita vuota!