Cecilia Alma Levita: Al di là della bellezza c’è l’anima

Quando ho deciso di intervistare Cecilia Alma Levita, Miss Umbria 2022, mi aspettavo una ragazza diversa. Bella è bella ma non sospettavo, minimamente, che fosse così profonda nei pensieri. Alla sua età si pensa più al fashion che alla poesia. Una ragazza che non guarda solo alla moda, all’immagine ma con i suoi tacchi sottili spazia su tanti altri argomenti. Mi aspettavo un ta-ta-ta e invece mi è venuta incontro un’identità mobile e sfuggente, libera, libera da ogni cosa, come l’eroina nei romanzi d’antan di Ken Follett.

Cecilia, imperturbabile Miss, disinvolta in mezzo alla folla di fotografi e telecamere. Cecilia non è mai contro, ma si capisce da che parte stia. Non sorprende quindi scoprire il suo impegno sociale anche nel comunicare le battaglie per un Paese migliore. Che bello scoprire che nell’anima di Miss Italia non c’è lo sciupio della bellezza: intervista dopo intervista scopriamo storie piene di tenerezza, poesia, passione.

A forza di scatti, passerelle, pensereste mai che il dietro le quinte riserva queste sorprese? Partecipare o non partecipare? La storia di Cecilia ci conferma che Miss Italia è un fenomeno di cultura di massa, un viaggio nell’Italia per eccellenza, accessibile a tutti, in ogni momento e in ogni luogo. Ma non bollatelo solo come un vanity show: “La mia storia è personale, ma inseparabile dalle sfilate o una situazione spettacolare. Coesistono. Puoi sempre incrociare detrattori seriali. Individui che non rispettano il tuo operato e lo discreditano, ma avviene a chiunque e in ogni luogo… non è necessario essere una modella… Si può essere medico e avvocato e trovarsi in situazioni difficili. L’ esistenza è fatta di continui giudizi esasperati… ma non è un mio problema poterli controllare. Bisogna imparare onestamente a fare meglio che si può: il resto scorre! Pantarei”.

Alla fine la nostra Cecilia riesce a cogliere il lato filosofico meglio di noi. Insomma, vita da Miss senza effetti collaterali.

 

Cecilia Alma Levita si dice che i nomi raccontino i destini: aiutaci a capire il tuo… Il tratto principale del tuo carattere?

L’ascolto… il confronto… la lentezza… perché mi piace guardarmi intorno.

Lo scorso anno eri una ragazza che sognava di diventare la più bella d’Italia. Dodici mesi dopo che cosa resta di quella esperienza?

In verità semplicemente, mi sono iscritta per far contenta la nonna Orsola. Il sogno era il suo da ragazza e le ho promesso che avrei tentato. La nonna in quel periodo aveva pessime condizioni di salute, e durante le tappe di Miss Italia la sua felicità era alle stelle. Io ho iniziato per gioco senza competizione ed era divertente… Ogni tappa del concorso è stata un’esperienza di crescita, di incontri e di evasione di fronte alla routine, ma non mi immaginavo o sognavo di poter diventare Miss Italia, sono per mia natura modesta. Dodici mesi dopo mi restano gli eventi spettacolari con la musica, le presentazioni, gli shooting, il rapporto rispettoso, professionale  e gentile con gli organizzatori regionali, le presenze ai programmi televisivi, ma soprattutto una nuova amica in ogni regione d’ Italia. Ho imparato a relazionarmi con la parte migliore degli umani… a condividere le fragilità o le potenzialità in un mondo dove nessuno si salva da solo e ciò innalza la misera condizione umana.

Come è nata l’idea?

Da mia nonna materna, lei ha avuto una lunga malattia, con tanta sofferenza… e amava il Concorso. Quando ne parlava si illuminava e il suo entusiasmo mi ha spinto a partecipare. La nonna mi ha lasciato il 29 gennaio 2023… e il fatto di vedermi tra le 21 finaliste Nazionali e in carica come Miss Umbria 2022 è stata per lei una gioia.

I tuoi genitori hanno compreso la scelta di sfilare come Miss?

In realtà i miei genitori erano già abituati a vedermi sfilare, avevo già cominciato molto tempo prima di Miss Italia a lavorare come modella. Hanno valutato che poteva essere una nuova possibilità. Hanno riconosciuto nel Concorso il rispetto e l’integerrima organizzazione pulita e leale, dove tra gli agenti regionali e la finale Nazionale con Patrizia Mirigliani, noi ragazze eravamo tutelate perennemente e nulla mai andava a ledere o compromettere la nostra serenità o la nostra immagine. Tra l’altro per l’età che mi compete hanno creduto che potevo valutare liberamente i miei percorsi.

Quanta c’è nel mettersi in posa e quanta umiltà nel riconoscere i propri limiti?

Mettersi in posa è una professione. Ci si mette a servizio del brand o del fotografo o dello stylist, nel rispetto della loro idea di lavoro. Ciascuno di noi ha limiti e difetti ma semplicemente si lavora per interpretare al meglio il mood o l’editoriale, o la sfilata. I set fotografici, in questo tempo sono molto simili a quelli cinematografici… e quando dopo un casting si è scelti significa che il team di lavoro ha finalità precise e ti spiega come ottenere il loro obiettivo a prescindere dai difetti che abbiamo… che a volte per loro sono anche possibilità. Non è un esposizione o mostra egocentrica di sé stessi ma un interpretazione al fine della campagna pubblicitaria o quello che ti è richiesto. A volte diviene un fotogramma al pari di un frame cinematografico. E i backstage sono storie o cortometraggi.

Entrare nel mondo della moda o della televisione è come salire sulle montagne russe: devi essere molto stabile per non cadere in tentazione. A chi va il merito della tua stabilità?

Non ho mai avuto tentazioni… Sono cresciuta osservando la disciplina dei musicisti, degli atleti, degli attori e degli artisti… Prove ed impegno costante. Il successo è solo l’ incontro di un tirocinio di studio e la fortuna di avere possibilità di mostrarlo. Quando sei preparato ti esprimi con la consapevolezza. Sono le solide basi che la mia famiglia mi ha mostrato sin dalla tenera età. La mamma mi allattava alle prove in Teatro e giocavo spesso con le costruzioni a terra sulla coperta improvvisata, mentre si allestivano le scene o si montava una mostra di pittura del mio papà. La stabilità viene dall’umiltà e la coerenza.

Non hai paura che le foto, le sfilate, la pubblicità mediatica non rispettino la tua storia?

La mia storia è personale… ma inseparabile dalle sfilate o una situazione spettacolare. Coesistono. Puoi sempre incrociare detrattori seriali. Individui che non rispettano il tuo operato e lo discreditano, ma avviene a chiunque e in ogni luogo… non è necessario essere una modella… Si può essere medico ed avvocato e trovarsi in situazioni difficili. L’ esistenza è fatta di continui giudizi esasperati… ma non è un mio problema poterli controllare. Bisogna imparare onestamente a fare meglio che si può… il resto scorre! Pantarei!

Spesso si usa l’espressione avere tempo. Tuttavia il tempo corre veloce e non ha barriere né padroni. Per non sprecarlo come vivi il tuo tempo?

Si sono occupati del tempo Nietzsche, Schopenhauer, Einstein, Sant’Agostino… Lo spazio e il modo che intercorre dagli avvenimenti è soggettivo e psicologico. Sono gli stati d’ animo che mi guidano. Posso vivere con quella leggerezza necessaria e quella “levita’” che non è superficialità, di cui trattava Calvino nelle sue “Lezioni americane”, oppure posso correre velocemente come il vento e scalare le montagne. Ma nessuna delle due ipotesi è sprecata oppure errata, ma congeniale alla vita e alle scelte.

E’ giusto portare sul palco di Miss Italia messaggi di impegno sociale e politico?

Certamente, l’impegno sociale e politico sono legati al nostro quotidiano. Bisogna trovare le condizioni per raccontare e ragionare insieme, al fine di condividere ed esaltare i bisogni di ciascuno.

Il tuo eroe nella vita reale?

La senatrice Liliana Segre, perché quando poteva uccidere il suo aguzzino ha scelto e deciso di essere diversa e non perpetuare la vendetta nella stessa spirale di violenza. La sua forza di sopravvissuta all’Olocausto dopo tante sofferenze nei campi di concentramento, mostra un coraggio da eroi… Insegna la Fiducia negli uomini, il Senso Civico e la Speranza.

La disgrazia più grande?

Quando non sai più ridere di te stessa: l’ironia ci salva.

Se potessi cambiare qualcosa in Italia che cosa cambieresti?

Mi piacerebbe che i bambini sollevassero gli sguardi dagli smartphone e sapessero ancora gridare agli adulti quando “il Re è nudo”. Ritrovare la loro verità nella realtà senza le manipolazioni fuorvianti, mediatiche e imbarazzanti.

Le colpe che ti ispirano maggiore indulgenza?

Non sono indulgente con le colpe. Sono severa anche verso me stessa. Credo che le pene debbano arrivare senza sconto, permettere al colpevole di pagare con giusta pena gli offre possibilità concreta di redimersi e avere nuove possibilità con la sua coscienza, ma anche verso la società perché potrebbe rieducarsi ed essere accettato. In tal modo la giustizia può ancora vivere.

La cosa più importante che hai imparato ultimamente?

Ad analizzare i contesti per giustificare i contenuti degli individui. Accettare le differenze e l’unicità come ricchezza preziosa.

L’obiettivo da centrare, adesso, qual è?

Studiare e laurearmi entro il 2024… e… Praticare la poesia con ferocia!