La protagonista della nostra storia, si chiama Claudia, Claudia Germanò. Una ragazza nata a Reggio Calabria, ha studiato arte ma ha proseguito gli studi alla facoltà di Storia e Filosofia dell’Università di Messina. I suoi ritratti sono particolari: li trovo olfattivi e musicali. Quello che osservi va diritto al cuore quasi fossero le note che compongono linguaggi universali. Che altro aggiungere?
Platone avrebbe detto: la bellezza è mescolare in giuste proporzioni il finito e l’infinito… perché parte tutto dalla mente in fondo la vita va presa per quello che è: senza ansia. La bellezza non sfiorisce e un ritratto di Claudia può essere un dono. Per chiudere il cerchio la nostra artista vive in Piemonte.
Claudia: artisti si nasce o si diventa?
Credo siano entrambe delle possibilità. L’arte accade: puoi nascere con un dono, capacità innate che ti definiscono come artista oppure lo puoi diventare approcciandosi all’arte per semplice passione, facendola tua. Dal momento che l’arte è espressione, tutti possono esprimersi attraverso i suoi canali che sono innumerevoli.
Se dovessi spiegare a qualcuno il tuo stile?
Forse mi racconterei come ritrattista, quello che sono principalmente. Mi piacciono le persone, i volti, i sentimenti e l’anima che viene fuori dai loro occhi. Fare un ritratto è un po’ come fare una fotografia e bloccare istanti vissuti. Però c’è anche il mare… e non riesco a far a meno di dipingerlo. Qui, invece, ci sono i miei di sentimenti… E’ un legame viscerale e dipingerlo, per me, è come fare ogni volta una dichiarazione d’amore! Tecnicamente, ho sempre realizzato ritratti a matita (grafite o matite colorate) ma da qualche anno ho iniziato a dipingere ad olio, su tela o legno, ed è sicuramente la tecnica pittorica che preferisco.
Cosa ti differenzia dagli altri artisti?
Non saprei, forse questo lo lascerei dire a chi osserva ciò che faccio. Io, riferendomi a me stessa come artista, potrei essere più critica che altro! Ogni artista differisce dall’altro per unicità.
Dipingere è ormai diventata una moda ma il problema di fondo è capire a chi è destinato ciò che uno crea. Come cambia il rapporto con la tela?
Il rapporto con la tela, o qualsiasi altro supporto utilizzato, segue il flusso del proprio vissuto e delle proprie esperienze. Quello che ti accade, che senti, che sei… si relaziona inevitabilmente con ciò che stai realizzando; che sia una tela o un foglio di carta. Dipingere può diventare moda se lo si fa per semplice guadagno o “perché lo fanno tutti”. Sono sicura che non è sempre così. Per molti, e per me, l’arte è come una doccia calda quando hai tanto freddo: avvolgente e liberatoria!
Quando e come hai cominciato a esprimerti attraverso i disegni?
Ho sempre disegnato. Da piccolina adoravo i cartoni animati (in realtà ancora adesso!) e li riproducevo. Ho iniziato così e non ho mai smesso.
Il colore preferito?
Verde. Probabilmente smeraldo, come il mare!
I tuoi artisti preferiti?
L’elenco potrebbe essere infinito! Adoro Botticelli, Michelangelo ma anche Hayez, Van Gogh, impressionisti ed espressionisti, Frida Khalo…
Un’icona del passato?
L’ultima appena nominata: Frida. Coraggiosa e geniale!
I tuoi eroi nella vita reale?
Nella vita reale guarderei molto vicino a me, nella mia famiglia.
Il dolore e la speranza di un uomo o di una donna in quale opere li hai ritrovati?
Tornando a Frida Khalo, sicuramente in “Le due Frida”. Qui puoi sentire entrambe le condizioni emotive, a volte strettamente legate l’una all’altra: il passaggio dalla sofferenza, che poi ha contraddistinto quasi tutta la sua vita, alla speranza che possa accadere sempre qualcosa di nuovo e di buono.
Quale opera ha il tratto principale del tuo carattere?
Sono due in realtà:
– uno dei miei ultimi ritratti a olio: “Simbiosi”
– un dipinto a olio del mare che rappresenta casa mia
Anche nell’epoca dello smartphone e della playstation i ragazzi possono appassionarsi all’arte?
Certamente. L’arte non ha epoca.
Cosa faresti per migliorare gli spazi artistici e i luoghi d’incontro per i giovani?
Forse, più che migliorarli, bisognerebbe creare di più e lasciare loro libertà creativa.
Cosa bisogna fare per debellare il flagello dell’ignoranza politica verso tutto ciò che arte, cultura, storia e memoria?
L’ignoranza, laddove si manifesta, andrebbe combattuta con la cultura stessa. La conoscenza ti libera dall’ignoranza.
Come sarebbe bello se la Tv anziché un’arma di distrazione di massa diventasse un innesco per lettori in erba o aspiranti pittori…
E’ che oggi vogliamo un po’ tutti essere distratti dalla realtà e la TV, come l’arte, può essere evasione per molti.
Tra tante certezze effimere che cosa attendersi in chiave culturale per il prossimo futuro?
Maggiori opportunità, più occasioni, più eventi che consentano di mostrarsi e relazionarsi liberamente. Nel mio caso, più spazi espositivi ai quali poter partecipare per poter raggiungere più persone possibili attraverso l’arte. Non c’è chiave culturale migliore del confronto con gli altri.