Francesca Luna, musicista, autrice, viaggiatrice: la creatività è anche mettersi a nudo? Tutto questo ha colmato la tua curiosità?
La curiosità é il nutrimento della mente, il motore che ci spinge alla conoscenza. Niente ha colmato la mia curiosità, fortunatamente! Per quanto mi riguarda, il mettersi a nudo non é “condicio sine qua non” ai fini della creatività. Credo che non necessariamente il processo creativo debba nutrirsi del proprio “io”.
Anzi, nel mio caso non succede quasi mai, quando scrivo raramente parlo della mia vita. Ma ci sono artisti che riescono a mettersi davanti a uno specchio e proprio da lì danno vita al proprio processo creativo: questi, li ammiro tantissimo. Io sono molto timida oltre che introversa.
Qual è il senso di essere un’artista oggi? Davvero siamo fatti di parole e musica?
Quale sia il senso di essere un’artista “oggi”, non lo so. Negli anni d’oro (per la musica intendo) ci si chiudeva in studio una settimana, due settimane, tre mesi, e magari si scriveva un bel pezzo. Ci si arrovellava per scrivere melodie, per fare le armonie, per trovare il sound giusto, oltre al testo. Poi, l’etichetta lo ascoltava. Ci si metteva intorno a un tavolo, Il pezzo piaceva? Bene, le radio iniziavano a passarlo, la gente iniziava a conoscerlo e soprattutto a volerne sapere di più.
Da lì nasceva l’artista.
Oggi la situazione é questa: Io potrei aver scritto “Can’t help falling in love” ieri sera, dopo cena, e con ogni probabilità non me lo considererebbe nessuno. Perché? non ho 1 milione di followers. É la viralità che determina il successo di un brano e dunque dell’artista. E proprio questa concezione di “velocità” contrasta nettamente con la ricercatezza e con la “lentezza” che invece occorrono per poter scrivere un bel pezzo. Per una minchiata fatta al pc in 20 minuti e un testo che parla di una tipa che esce con un tipo ma poi lei lo “ghosta” e quindi “fanculo bitch” va bene anche la velocità.
Attenzione: non é tutta colpa dei social. O almeno non esclusivamente. L’altro fattore determinante per decretare il successo di un brano e quindi di un artista sono le radio.
Le case discografiche si ritrovano a lavorare in questa specie di “schiavitù” nei confronti delle radio. Prima fanno ascoltare il pezzo alle radio. Se alle radio il pezzo piace e quindi lo inseriscono in rotazione, allora – solo allora – la casa discografica lo produce.
Direi che funziona esattamente al contrario rispetto ai tempi della Motown, tanto per citarne una.
A quale progetto musicale fino a qui sei particolarmente legata?
Quello al quale sto lavorando adesso grazie (e insieme) a Cesareo (Elio e le Storie Tese), un musicista e una persona di rara passione, talento, capacità tecniche, umiltà e onestà intellettuale. Grazie a lui ho anche la possibilità di collaborare con persone altrettanto incredibili.
Quanto faccia tosta ci vuole per mettersi sotto i riflettori?
Considerando le stupidaggini che la gente è in grado di architettare proprio per la “smania da riflettori” mi va di dire che ce ne vorrebbe un pochino meno di faccia tosta! Iniziano a mancare qualità, passione, consapevolezza, anima. Al loro posto: il niente. Ma con tantissime views!
Che ne pensi di questa esaltazione del corpo, quasi fosse il pensiero unico che scandisce i tempi di una società, mettendo da parte, intelligenza, sentimenti, merito, anima…?
C’é sempre stata. É un messaggio stantio, niente di nuovo. Dispiace solo per un aspetto: l’impatto tremendo che tale messaggio ha sui ragazzi e sulle ragazze più giovani e, naturalmente, meno consapevoli, meno forti. Questo é l’aspetto più preoccupante. Anche da questo punto di vista i social purtroppo non tutelano affatto.
“Accordi sintetici per una nudità d’essenza”. Una suggestione che spalanca una voragine… Restare attaccati al passato o sfrondare tutto da ogni falsità e giungere alla pura essenza, alla nudità, intesa come ruvidità, assenza di fingimenti o filtri digitali con cui oggi modelliamo avatar che tanto poco ci somigliano?
Prendere quello che di buono ci ha lasciato il passato per creare altro materiale interessante e di qualità, mantenendo genuinità, qualità sostanza. L’intelligenza artificiale in generale non mi convince, nella musica direi che é proprio una stronzata.
La libertà è un concetto molto complesso: la tua idea di libertà in cosa consiste?
Agire senza voler piacere e compiacere a tutti i costi. Agire, nel rispetto altrui, facendo ciò che ci fa stare realmente bene, a prescindere dai potenziali riscontri positivi.
Una lezione che la vita ti ha riservato?
Avere calma. Sempre. Soprattutto quando non la trovi da nessuna parte.
Quando Francesca s’indigna in che personaggio si trasforma?
Divento avvocato (talvolta parecchio scurrile). Non per niente sono laureata in Legge.
Una raffinatissima arma da difesa?
La gentilezza.
Cosa ti fa sentire bene la sera e svegliarti serena al mattino?
In questo specifico periodo il ventilatore.
Che cosa ti manca ancora per sentirti completamente realizzata?
Imparare a suonare dignitosamente la chitarra!